Le AirPods Pro sono sulla bocca di tutti, sono un modello tutto nuovo rispetto alle precedenti AirPods e segnano un grande cambiamento, con novità degne di nota come l’ANC, il nuovo design in-ear e un nuovo sound più corposo che faranno felici la maggior parte dei suoi acquirenti. Nonostante siano le AirPods migliori, non sono la scelta giusta per tutti: vi spieghiamo il motivo, e come vanno, in questa recensione.
Cosa contiene la confezione delle Airpods Pro
La scatola delle AirPods Pro è molto simile a quella delle generazioni precedenti nelle dimensioni e nel design, mentre una piccola differenza la ritroviamo nella dotazione: oltre agli auricolari, riposti all’interno del case, e i gommini di 3 diverse taglie (un paio M già installato, più un paio S ed uno L), troviamo un cavo di ricarica Lightning con ingresso USB-C, come già visto sui nuovi iPhone 11 Pro.
Design, comfort e costruzione
Le nuove AirPods Pro hanno un nuovo design, dovuto non solo alla presenza dei nuovi gommini in-ear, ma ad una rivisitazione totale delle linee e delle forme. Forse sono meno gradevoli alla vista, se guardiamo solamente l’auricolare, ma lo stelo più corto e il fatto che si notano meno una volta indossate le rendono più discrete e minimali.
Come detto poco sopra, sono diventate necessariamente in-ear, questo per garantire un maggiore isolamento rispetto al passato, visto che l’insonorizzazione praticamente assente era una delle maggiori caratteristiche dei modelli precedenti (se un pregio o un difetto dipende dalle esigenze di ogni utente). Ora sono anche più salde nell’orecchio, una novità che farà contenti tutti quegli utenti che non hanno potuto utilizzare le AirPods finora perché semplicemente cadevano dalle orecchie. Questo però ha un rovescio della medaglia, perché ora sono un po’ più invasive: sono tra le in-ear più comode in circolazione, ma sarà difficile dimenticare di averle indossate come accadeva per le AirPods “non-Pro”. Ma come ha fatto Apple a rendere le sue in-ear così comode? Gran parte del merito va ad una valvola presente negli auricolari, che regola la pressione nel condotto auricolare ed evita quello sgradevole effetto sottovuoto che proviamo quando inseriamo un normale auricolare in-ear: questa soluzione funziona in maniera eccezionale, nessun fastidio di questo tipo grazie a questa piccola rivoluzione per il mondo in-ear.
I gommini in-ear sono proprietari, con un aggancio diverso dallo standard che fa un click quando in posizione, ma di ottima qualità e molto comodi. Presentano inoltre una piccola retina per proteggere il driver dell’auricolare dalla sporcizia che si accumula durante l’utilizzo: una piccolezza che quasi non si nota, ma che fa piacere una volta scoperta.
Anche il case è tutto nuovo (ricarica wireless a parte): adesso è più largo che alto, leggermente più ingombrante delle AirPods “standard” ma sempre molto compatto se rapportato ad altri modelli della concorrenza. Ma qui arriva il primo aspetto che non convince del tutto: tutto è un po’ più scomodo, che sia aprire il case, estrarre gli auricolari ancora riporli all’interno della custodia. Per estrarli più facilmente basta spingerli verso di sé come mostrato in video, ma le altre operazioni risultano scomode: probabilmente si tratta solo di abituarsi ai nuovi meccanismi, ma dopo 10 giorni di utilizzo risulta ancora molto meno naturale rispetto ai precedenti AirPods. Altra piccola novità sul nuovo case: durante la ricarica wireless basta un tap su di esso mentre è poggiato su un tappetino per far accendere il LED esterno e controllare lo stato di carica.
Funzioni e autonomia
La caratteristica più pubblicizzata di queste nuove AirPods Pro è senza dubbio la cancellazione del rumore, una feature fino a poco tempo fa appannaggio dei modelli over ear e che da poco tempo inizia a diffondersi anche sugli auricolari.
La tecnologia è complessa nel suo funzionamento, ma piuttosto semplice da spiegare: ci sono dei microfoni che ascoltano l’ambiente circostante e danno istruzioni agli auricolari di produrre un suono opposto, per “pareggiare” il rumore e dare la sensazione di silenzio. Per riuscire, questa tecnologia ha bisogno di una buona insonorizzazione passiva, per bloccare fisicamente la maggior parte dei rumori: in questo modo si spiega il passaggio a questo fit in-ear.
Ma come va questa cancellazione del rumore? Dobbiamo ammetterlo: molto bene per essere degli auricolari. Non possiamo avere la stessa insonorizzazione assicurata dalle cuffie over ear, che isolano molto di più di quanto un auricolare possa fare, ma il risultato finale è più che soddisfacente. Più che chiamarla “cancellazione”, sarebbe giusto chiamarla “riduzione del rumore“, e funziona al meglio con rumori costanti e prevedibili, come il motore di un aeroplano o in metropolitana.
Con la stessa tecnologia, Apple permette di usare un’altra modalità, che chiama “Trasparenza“: anziché cancellare i rumori esterni, li riproduce in maniera molto naturale. Questa è la più grande differenza con altre tecnologie simili che abbiamo provato in passato: tutte le altre cuffie amplificavano in maniera esagerata l’audio esterno, rendendolo finto, come sentire una registrazione; con queste AirPods invece la riproduzione è fedelissima, al punto da sembrare il nostro udito naturale. La sensazione più piacevole è quando le indossiamo, con la modalità che passa in un paio di secondi alla trasparenza, e sembra quasi che le orecchie si stappino.
Questa nuova tecnologia ha forzato anche un altro cambiamento, quello relativo ai controlli: non c’è più il tap sull’auricolare, ma bisogna spremere con una certa forza lo stelo delle AirPods Pro: una volta play/pausa, due volte avanti, tre volte indietro. Questo cambio di controlli è sicuramente più scomodo e meno immediato, ma come detto necessario: essendo in ear, con il tap l’auricolare in-ear potrebbe dare fastidio se premuto all’interno e si toccherebbero i microfoni adibiti all’ANC, mentre con il vecchio modello entrambi i problemi non si ponevano.
Qualcuno erroneamente ha parlato di un click alla pressione, sbagliando: non c’è alcun feedback fisico, ma alla pressione viene riprodotto dall’auricolare un leggerissimo click sonoro che dà l’illusione di un click fisico. Anche in questo caso piccoli dettagli da nulla, ma che aggiungono qualcosa in più all’esperienza d’uso.
Manca ancora un modo per controllare il volume direttamente dalle cuffiette: dovremo agire richiamando Siri o passare dal volume dello smartphone.
Da segnalare due cose riguardo il “software” a corredo delle AirPods Pro. Nelle impostazioni Bluetooth troviamo un tutorial per scegliere i gommini della taglia giusta, ma non è proprio corretta questa definizione: il tutorial non aiuta in alcun modo a capire il gommino più comfortevole, che resta una nostra decisione, ma semplicemente analizza l’audio in uscita per capire se il gommino scelto isola abbastanza. Non è raro ritrovare risultati positivi con diverse taglie di gommini. C’è poi un bug piuttosto evidente nel nostro modello in test: l’animazione all’apertura del case mostra spesso un errore con l’auricolare destro, che però nella realtà non ha alcun problema visto che è sempre carico e connesso. Probabilmente un difetto di gioventù che verrà presto risolto.
Infine le chiamate, da sempre un grande punto a favore delle AirPods: la storia non cambia, anche le AirPods Pro mantengono un’ottima qualità in chiamata, sia in entrata che in uscita (nonostante lo stelo più corto, che significa microfono più lontano), ponendosi al top della categoria.
Sound: come suonano le Airpods Pro
Novità anche nel reparto audio: Apple parla di nuovi driver che dovrebbero migliorare la resa sonora e adattarla automaticamente per un’esperienza sonora superiore.
Nel passaggio da AirPods 2 ad AirPods Pro si sente soprattutto una maggiore enfasi nei medio-bassi, merito probabilmente dei gommini che non permettono a queste frequenze di disperdersi come sul modello precedente. Per il resto non ci sono grosse differenze, non c’è stato un notevole passo in avanti; sono sempre auricolari con un timbro marcato sui medi, che vanno bene un po’ per ogni utilizzo, ma non brillano per qualità generale, soprattutto rispetto al prezzo. Suonano bene sia chiaro, ma come suonano bene anche dei validi auricolari da 30 euro con cavo: certamente non siamo ad un livello da audiofili, ma non ci andiamo nemmeno vicini.
Conclusioni: la nostra opinione sulle AirPods Pro
Come anche successo per gli iPhone 11 (recensione), la formula con i modelli Pro rimane intatta con queste nuove AirPods Pro: sono le migliori AirPods sul mercato, ma non è detto che valgano il costo in più.
Il ragionamento riguarda soprattutto la bontà delle AirPods precedenti e la differenza di prezzo con il nuovo modello Pro. Se valutassimo il prezzo rispetto alla concorrenza ANC il costo delle AirPods Pro non sarebbe elevato, ma in linea col mercato; ma rispetto allo street price delle altre AirPods la situazione cambia in maniera importante.
Infatti le AirPods 2 senza case wireless si trovano spesso alla metà di queste AirPods Pro, che consigliamo solo a chi viaggia tanto e ha bisogno dell’ANC o a chi non era contento del fit delle prime AirPods.
Per tutti i contenti con le “vecchie” AirPods non c’è bisogno di fare un upgrade, è un modello diverso, sicuramente migliore e con delle funzioni in più, ma nel quotidiano l’esperienza rimane la solita di sempre e probabilmente queste novità non valgono il prezzo raddoppiato.
A quanto pare “Pro” per Apple significa questo: spendere molto di più per avere qualcosina in più. Sicuri che conviene definirsi dei “Pro”?
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