Amazon, Google, Apple e Zigbee Alliance lo scorso mercoledì hanno annunciato una partnership per rendere il funzionamento dei dispositivi smart home più semplice per tutti. Le tre aziende competono, con i propri device progettati con in mente la casa smart, per accaparrarsi un posto all’interno delle nostre abitazioni e ognuna ha sviluppato la sua infrastruttura, con cui supportare altri dispositivi smart.
Il problema è che, finora, questi giganti della tecnologia non hanno reso la vita facile ai propri utenti. La differenza di standard e framework utilizzati rende difficile e macchinoso poter utilizzare una serie di prodotti se non ci si “fidelizza”, o peggio, si abbraccia esclusivamente l’utilizzo di un unico brand.
Smart home: orientarsi in mezzo alla giungla
Andate in un qualsiasi negozio di elettronica, e guardate un prodotto smart home a caso. Prima di poterlo portare a casa, dovreste chiedervi:”Funzionerà con Amazon Echo, Google Home o Apple Homekit? Quale di questi servizi ho a casa?”. A complicare le cose ci pensano lo sviluppo di standard differenti di comunicazione: al momento ad esempio, i prodotti smart possono comunicare via Bluetooth, Wi-Fi, Zigbee o altri protocolli di comunicazione meno diffusi.
Le lampadine smart Hue ad esempio spesso necessitano di un HUB Zigbee per poter comunicare, ed alcuni prodotti Amazon Echo sono dotati di un hub integrato, ma ciò ad esempio non vale per i prodotti Google o Apple. Questo mal di testa non affligge solo gli utenti finali, ma anche le aziende che producono dispositivi smart home.
Ecco perché Apple, Amazon e Google hanno deciso di unire le loro forze, insieme a Zigbee Alliance e a un nutrito numero di aziende come IKEA, Legran, NXP Semiconductors, Resideo, SmartThings (Samsung), Schneider Electric, Signifiy (prima Philips Lightning), Silicon Labs, Somfy, Wulian e altre che contribuiranno a questo progetto.
Apple, Amazon e Google uniscono le forze
Il risultato è il “Project Connected Home over IP“, che mira a rendere più semplice, per produttori e consumatori, costruire ed utilizzare dispositivi smart home compatibili con gli standard utilizzati dalle tre aziende, in particolare con i rispettivi assistenti vocali Siri, Alexa e Google Assistant.
“Il progetto si basa sulla convinzione condivisa che i dispositivi domestici intelligenti debbano essere sicuri, affidabili e semplici da usare”, hanno affermato le società in un comunicato stampa. “Costruendo sullo standard IP (Internet Protocol), il progetto mira a consentire la comunicazione tra dispositivi domestici intelligenti, app mobili e servizi cloud, definendo un insieme specifico di tecnologie di rete basate su IP per la certificazione dei dispositivi.”
L’alleanza concentrerà i suoi sforzi prima per i prodotti destinati alla sicurezza degli ambienti domestici e non, come rilevatori di fumo e CO2, porte e lucchetti smart, sistemi di sicurezza, prese di corrente, condizionatori e altri device simili, prima di espandere l’influenza su altri tipi di dispositivi e soluzioni commerciali.
Il nuovo standard basato sul protocollo IP sarà open source e royalty free, utilizzabile da chiunque, con il codice sorgente disponibile gratuitamente sulla piattaforma GitHub. Il gruppo conta di rilasciare le prime bozze preliminari con le specifiche relative al funzionamento e implementazione entro la fine del 2020.
Per gli utenti finali questo dovrebbe tradursi, negli anni a venire, in un accesso e funzionamento più semplificato dei dispositivi smart home, che potranno usufruire di un supporto multi-piattaforma sin dal loro concepimento.
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