Uber è stato accusato di caporalato per la gestione dei fattorini di Uber Eats per le consegne di cibo a domicilio. La Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano ha disposto il commissariamento di Uber Italy srl per sfruttamento dei rider dipendenti.
Il reato che viene contestato a Uber Italia è previsto dall’articolo 603bis del codice penale, e cioè la “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro“. Riguarda come anticipato la gestione dei rider che fanno consegne a domicilio per Uber Eats, rider che, secondo quanto ricostruito, anziché lavorare per Uber, formalmente lavorano per altre due società di intermediazione del settore della logistica fra cui l’indagata Flash Road City.
Ne emerge che Uber, attraverso delle società di intermediazione di manodopera, avrebbe sfruttato lavoratori migranti provenienti da contesti di guerra, persone che dimorano nei centri di accoglienza temporanei e richiedenti asilo, si legge dall’ANSA.
Uber controbatte alle accuse dichiarando quanto segue: “Uber Eats ha messo la propria piattaforma a disposizione di utenti, ristoranti e corrieri negli ultimi 4 anni in Italia nel pieno rispetto di tutte le normative locali. Condanniamo ogni forma di caporalato attraverso i nostri servizi in Italia“.
L’indagine, attualmente in corso, è stata condotta dal Nucleo di polizia economico-giudiziaria della GDF coordinata dal procuratore aggiunto Alessandra Dolci e dal PM Paolo Storari.
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