Nella giornata di ieri, il fondo statunitense Kkr (Kohlberg Kravis Roberts) ha messo sul tavolo di TIM una manifestazione di interesse non vincolante e indicativa finalizzata ad un’offerta pubblica di acquisto sul 100% delle azioni.

Ciò, prevedibilmente, ha fatto volare in borsa il titolo Telecom, ma ha anche generato altre reazioni: dalla nota del Ministero dell’Economia volta a sottolineare la natura strategica di TIM per gli interessi nazionali, alla risposta del socio di maggioranza Vivendi, che ha fatto sapere di reputare l’offerta insufficiente.

L’offerta di Kkr per il 100% di TIM

Descritta come una “offerta amichevole“, quella del fondo statunitense Kkr per rilevare il 100% di TIM è altresì finalizzata al delisting (uscita dalla borsa).

A quanto si apprende dalla nota diffusa al termine del Cda straordinario che si è svolto nel pomeriggio di ieri, il prezzo indicato da pagare interamente per cassa “sarebbe pari a 0,505 euro“, per un valore complessivo di 10,8 miliardi di euro. Il tutto tenendo conto che TIM, alla data di ieri, valeva in borsa 7,4 miliardi di euro e aveva (ha) 22,5 miliardi di euro di debiti.

L’offerta, pertanto, prevede un prezzo superiore del 46% rispetto al valore di chiusura di venerdì scorso, ma è comunque inferiore a quanto pagato da vari soci forti di TIM, su tutti il socio di maggioranza Vivendi, che ha il 24% del capitale e ha pagato mediamente le azioni 1,03 euro.

Quella di Kkr non è comunque un’offerta a tutti gli effetti, ma una manifestazione di interesse vincolata innanzitutto all’esito e “al gradimento da parte dei soggetti istituzionali rilevanti”. Il Governo ha infatti la possibilità di esercitare il Golden Power sulla società (può bloccare offerte che non siano nell’interesse del Paese, stante la natura strategica di TIM – che possiede e controlla anche la rete internazionale Sparkle, su cui corrono i dati di 32 Paesi – e il fatto che Cassa depositi e prestiti, e quindi il ministero del Tesoro, è azionista con il 9,8%). Inoltre, prima dell’offerta vera e propria, Kkr intende “svolgere una due diligence confirmatoria di durata stimata in quattro settimane“.

Va detto che, nella mattinata di ieri, l’offerta amichevole di Kkr, presentata senza prima previamente avvertire Vivendi, era stata anticipata dal Corriere della Sera. Pur senza citare direttamente il fondo americano, il gruppo francese socio di maggioranza di TIM aveva diffuso una nota per spiegare che “Vivendi è un investitore a lungo termine in Telecom e lo è stato fin dall’inizio. Vivendi smentisce con fermezza di aver avuto qualsiasi discussione con qualsiasi Fondo, e più specificamente con Cvc”.

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TIM vola in borsa, l’offerta non soddisfa Vivendi

La manifestazione di interesse ha fatto volare in borsa il titolo Telecom, raggiungendo il valore di 0,46 euro (un aumento superiore al 32%), che è comunque inferiore a quanto il fondo Kkr avrebbe intenzione di mettere sul piatto.

In ogni caso, la presentazione di una vera e propria offerta di acquisto da parte di Kkr è subordinata a vari fattori. Innanzitutto la due diligence, che potrebbe comunque portare ad un ritiro dell’offerta. In secondo luogo l’eventuale esercizio del Golden Power da parte del Governo. In tal senso, la nota diffusa dal Ministero dell’Economia non è di totale chiusura.

Un altro elemento importante è la posizione del socio di maggioranza Vivendi, che al momento fa sapere che “L’offerta di Kkr non riflette il reale valore di Tim, è insufficiente”.

Il progetto che muove l’interesse di Kkr è quello di una riorganizzazione di TIM, che, dopo il delisting, verrebbe divisa in due società: una per infrastruttura e reti, l’altra per i servizi. Il coinvolgimento di Cassa depositi e prestiti sarebbe limitato alla prima, con particolare attenzione ad un asset di grande importanza come la rete Sparkle. In tutto questo non va sottovalutato il fatto che l’ad Luigi Gubitosi sia finito nel mirino di Vivendi per i recenti risultati deludenti di TIM (l’accordo con DAZN non ha dato i frutti sperati), che negli ultimi cinque anni ha visto il proprio valore di borsa dimezzato.

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