La guerra russa in Ucraina ha portato e sta portando importanti conseguenze anche al settore della tecnologia. È giocoforza proprio la Russia a subire maggiormente le conseguenze dei numerosi blocchi da parte dei colossi tech statunitensi e non solo, che hanno praticamente chiuso da settimane i legami con Mosca.
In uno scenario come questo le aziende tech cinesi come Huawei possono pertanto giocare un ruolo importante per la Russia, uno scenario che tuttavia prospetta anche la possibilità di ulteriori giri di vite da parte degli USA.
Secondo quanto riporta il Financial Times, gli Stati Uniti d’America sarebbero già pronti a infliggere nuove sanzioni contro Huawei nel caso in cui l’azienda instauri una cooperazione con la Russia, un fatto che non stupirebbe poi molto considerando le già numerose limitazioni che il governo USA opera da diversi anni a questa parte.
Lo scenario potrebbe farsi più difficile per la Russia nel caso in cui anche aziende come Nokia ed Ericsson decidano di chiudere con Mosca, un ulteriore passo che aggraverebbe la situazione in Russia, che potrebbe far riferimento proprio su Huawei e ZTE per sopperire alla mancanza di tutto il panorama tech occidentale. Per dare un’idea della situazione, gli analisti di MTS avrebbero stimato una crescita delle vendite di smartphone Huawei in Russia pari al 300% a marzo.
In Crimea la Russia avrebbe già abbandonato le apparecchiature occidentali per le telecomunicazioni, sostituendole con prodotti Huawei e ZTE secondo quanto dichiarato da Hosuk Lee-Makiyama dell’European Centre for International Political Economy. Il Financial Times ha dichiarato inoltre che i quattro centri di ricerca russi di Huawei stanno assumendo dozzine di ingegneri, azienda che ha fra l’altro aperto anche nuovi punti di vendita a Mosca già a partire dai primi giorni dell’invasione dell’Ucraina.
In tutto ciò gli Stati Uniti d’America stanno tenendo d’occhio Huawei e la situazione creatasi, secondo la fonte, e lo stesso funzionario delle esportazioni del Dipartimento del Commercio statunitense Matthew Borman ha già minacciato le società cinesi con un divieto completo che non riguarda soltanto il commercio, ma qualsiasi transazione, nel caso in cui aggirassero le sanzioni russe.
Dunque, uno scenario che non meraviglia e che pare ormai destinato ad allontanare ulteriormente i due poli dell’economia mondiale, al di là di Huawei.
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