Recensione Amazfit GTS 4 Mini – Presentato solo poche settimane fa a IFA 2022, Amazfit GTS 4 Mini è il più piccolo dei tre smartwatch di quarta generazione del brand cinese ma è forse il più interessante in virtù di un rapporto prezzo/prestazioni che lo rende molto appetibile.
Al netto di alcune mancanze, che a mio avviso non sono così importanti, è uno smartwatch da prendere seriamente in considerazione e oggi vi spiego perché. L’ho tenuto al polso per qualche settimana, utilizzandolo 24 ore al giorno, con tutte le funzioni attive e per registrare qualche corsa, così da potervi raccontare tutto quello che c’è da sapere.
Compatto al punto giusto
Da circa quattro mesi al mio polso c’è Amazfit T-Rex 2 (qui trovate la nostra recensione completa), uno smartwatch decisamente appariscente e massiccio. Al suo fianco Amazfit GTS 4 Mini, pur essendo dotato di uno schermo AMOLED da 1,65 pollici, appare decisamente compatto, senza parlare poi del peso. Appena 31 grammi, considerando il cinturino, con uno spessore di soli 9,1 millimetri.
A proposito di cinturino, ho decisamente apprezzato la scelta di Amazfit per risolvere l’annoso problema della parte finale del cinturino. Invece di tenerla in posizione sulla parte esterna con una fibbia, la parte in eccesso del cinturino va infilata al di sotto, a contatto quindi con la pelle, facendola passare nell’apertura posta subito dopo il fermaglio. In questo modo non sarà mai di intralcio e permetterà di indossare lo smartwatch in qualsiasi situazione.
Il frame che circonda lo schermo è realizzato in alluminio, mentre la parte inferiore, a contatto col polso, è realizzata in plastica lucida decisamente semplice da pulire. Lo schermo è protetto da un vetro temperato per ridurre i rischi di graffi e il trattamento superficiale lo mantiene sempre pulito, senza trattenere le impronte digitali.
Completo ma senza stupire
Dal punto di vista tecnico Amazfit GTS4 Mini non offre novità straordinarie rispetto ai predecessori, andando a consolidare una dotazione tecnica già eccellente. Il sensore BioTracker 3.0 permette di misurare il battito cardiaco e il livello di ossigeno nel sangue, il motore di vibrazione è valido senza mai risultare fastidioso e il GPS, che può contare sul supporto a cinque sistemi di posizionamento, è decisamente preciso,
L’ho messo a confronto con quello del Garmin Forerunner 935 che uso nei miei allenamenti e gli scostamenti delle due tracce registrate sono davvero minimi, tanto da non andare assolutamente a influire sulla distanza misurata. Da questo punto di vista i miglioramenti rispetto alle prime generazioni sono evidenti, ho solo notato una certa lentezza nell’agganciare il segnale (a volte sono serviti un paio di minuti) ma niente di particolarmente preoccupante.
Nella mia recensione di Amazfit GTS 3 avevo espresso numerose perplessità, legate soprattutto a un software decisamente instabile che rendeva a volte inusabile il dispositivo. Con GTS 4 Mini invece non ho avuto problemi di sorta, Zepp OS sembra decisamente maturato tanto da risultare molto affidabile sotto ogni punto di vista: anche attivando tutte le funzioni non ho mai notato rallentamenti di alcun tipo né comportamenti anomali.
Il Bluetooth 5.2 garantisce una buona copertura del segnale, per ricevere le notifiche dallo smartphone anche quando siamo in giro per la casa. Lo schermo è decisamente luminoso, anche se sotto la luce diretta del sole mostra leggermente il fianco, il touch risponde in maniera precisa e il tasto laterale risulta comodo in molte situazioni. Peccato che non sia possibile ruotare il tasto per scorrere tra i menu, sarebbe stato un tocco in più davvero apprezzato.
Molto completa anche la copertura delle attività registrabili, con il totale che supera ampiamente quota 120. Personalmente l’ho utilizzato solo per corsa e bici, ma è coperto quasi ogni tipo di sport esistente, inclusi gli scacchi e le freccette. C’è davvero l’imbarazzo della scelta e potrete raccogliere i dati da visualizzare successivamente sull’app Zepp per analizzarli con calma.
Da questo punto di vista non manca l’indice PAI, che fornisce un parametro numerico per valutare il proprio stato di forma, così come non mancano le classiche funzioni di fitness tracking, come il conteggio dei passi percorsi, delle calorie bruciate de della qualità del sonno. Ottima la misurazione dello stress, per capire quando è il momento di fare un break e tirare il fiato.
Manca forse qualcosa in grado di stupire veramente, ma questo non è certo un punto a sfavore di Amazfit GTS 4 Mini: se si tratta del vostro primo smartwatch avrete un sacco di funzioni con cui “giocare” e divertirvi.
L’autonomia c’è ma…
Non è mai semplice valutare l’autonomia di uno smartwatch, viste le decine di fattori che vanno a incidere in maniera più o meno pesante sulla durata della batteria. Nei primi giorni ho deciso di sfruttare tutte le potenzialità dello smartwatch, attivando ogni funzione disponibile: schermo sempre acceso con la funzione AoD (tranne di notte), misurazione continua di battito cardiaco e livello di ossigeno nel sangue, monitoraggio del sonno, monitoraggio dello stress, notifiche sempre attive (non meno di un centinaio al giorno), e più di tre ore di GPS attivo.
Il risultato è che la batteria mi ha lasciato a piedi dopo cinque giorni, un risultato tutto sommato accettabile vista la quantità di funzioni attive. Lasciando l’AoD acceso ma andando a eliminare funzioni superflue, e riducendo il numero di applicazioni che possono mostrare la notifica, la situazione è migliorata nettamente e, senza usare il GPS, sono arrivato a quasi 10 giorni.
Dati quindi in linea con quanto afferma il produttore, anche se leggermente sotto le aspettative. A mio avviso uno smartwatch dovrebbe garantire almeno una settimana di autonomia, così da poterlo ricaricare nel weekend senza troppi patemi, se poi si ottiene qualcosa di più tanto di guadagnato.
Per raggiungere i 15 giorni è assolutamente necessario disattivare l’AoD, per andare oltre è sostanzialmente necessario utilizzarlo esclusivamente come orologio e fitness tracker, collegandolo allo smartwatch solo per caricare i dati raccolti. Ma questo, a mio avviso, non è lo scopo per cui è pensato uno smartwatch, che dovrebbe fare da tramite tra l’utente e il suo smartphone.
Ecco perché questo GTS 4 Mini mi convince ma potrebbe fare meglio, se riuscisse a raggiungere una settimana con tutte le funzioni attive sarebbe lo smartwatch perfetto, così resta comunque un prodotto che, dal punto di vista dell’autonomia, si comporta bene ma con qualche accorgimento. Vedremo se Amazfit GTS 4, che proveremo molto presto, saprà avere quello spunto un più per diventare imbattibile.
In conclusione
Ancora una volta Amazfit ha fatto bene il compitino, realizzando uno smartwatch di qualità molto buona. Certo, se avete acquistato un modello della serie GTS negli ultimi due anni, forse non troverete novità straordinarie, ma chi è alla ricerca di una soluzione valida a un prezzo imbattibile, troverà in Amazfit GTS 4 Mini una soluzione a mio avviso perfetta. E le piccole mancanze rispetto al fratello maggiore GTS 4 non rappresentano, almeno sulla carta, un grosso problema.
Potete acquistare Amazfit GTS 4 Mini sullo store ufficiale a 99,90 euro in una delle quattro colorazioni disponibili.
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