Tra le possibili novità in agenda per il Governo c’è anche, a sorpresa, la possibile cancellazione dello SPID. Il Sistema Pubblico di Identità Digitale, lanciato ufficialmente nel 2016, è oggi diventato un vero e proprio riferimento per i rapporti tra i cittadini e le Pubbliche Amministrazioni (gli ultimi dati confermano come oltre 120 mila amministrazioni abbiano già adottato lo SPID) oltre che per l’accesso ai servizi di aziende private per la verifica dell’identità (come, ad esempio, l’apertura di un conto corrente con il riconoscimento tramite SPID).
Ad aprire all’ipotesi di una cancellazione dello SPID, in queste ore, è Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica e, quindi, fonte autorevole per esprimere al meglio il punto di vista del Governo sulla questione. Vediamo i dettagli completi in merito:
Il Governo potrebbe cancellare lo SPID? Ecco perché
A sorpresa, tra i prossimi obiettivi del Governo potrebbe esserci anche la dismissione dello SPID. Il progetto è stato anticipato da Alessio Butti che, in qualità di sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica, rappresenta, in questo momento una delle voci principali per capire quale sarà l’operatore del Governo sulla questione. Secondo quanto riferito da Il Messaggero, Butti ha dichiarato che bisogna “cominciare a spegnere lo SPID e a promuovere la carta d’ identità elettronica come unica identità digitale“.
Come basta con lo Spid? Perché cancellarlo? https://t.co/Y7ks9PFva7
— Alfonso Fuggetta (@AlfonsoFuggetta) December 18, 2022
Nel corso degli ultimi anni, anche per via della pandemia e della digitalizzazione forzata di molti servizi, lo SPID ha registrato una crescita considerevole. Ad inizio 2022, infatti, erano 28 milioni le identità SPID attive in Italia mentre ora siamo arrivati a 33 milioni. Prima della pandemia, invece, erano appena 6 milioni i cittadini italiani che avevano richiesto lo SPID, completando la procedura di identificazione che viene effettuata da un ente terzo accreditato da AgiD (come Poste Italiane, Aruba, Telecom e altri ancora).
L’idea di Butti ruota intorno alla promozione della CIE che, attualmente, è nelle mani di oltre 30 milioni di cittadini. Secondo il punto di vista del sottosegretario, la CIE è più adatta per tutte le fasce d’età mentre lo SPID andrebbe a complicare la vita agli over 80, meno avvezzi alla tecnologia e per cui è stato già varata una norma ad hoc nell’ultimo decreto Semplificazione che permette di disporre di un’identità digitale SPID con delega in modo da semplificare al massimo i rapporti con la PA.
La scelta di puntare sulla Carta d’Identità Elettronica presenta, però, alcune criticità che, inevitabilmente, generano una certa perplessità in merito al punto di vista del sottosegretario Butti. La crescita registrata dallo SPID in questi ultimi anni è stata notevole e, come anticipato in precedenza, anche negli ultimi mesi il numero di identità digitali verificate è continuato a crescere, fino a raggiungere e superare quota 33 milioni di unità.
Per tantissimi italiani, quindi, lo SPID rappresenta già un metodo semplice e efficiente per gestire i rapporti con la PA. Secondo i dati ufficiali forniti da AgiD, infatti, nel corso del 2021 sono stati registrati oltre mezzo miliardo di accessi con SPID nel 2021 ai servizi della PA. L’utilizzo dello SPID è aumentato ulteriormente nel corso del 2022 tanto che nel solo primo quadrimestre dell’anno in corso, infatti, siamo arrivati a 330 milioni di accessi.
Bisogna poi considerare tutti gli aspetti che rendono difficile puntare esclusivamente sulla CIE. Sia in termini di costi per lo Stato, che dovrebbe dismettere un servizio su cui ci sono stati importanti investimenti in questi anni, che per quanto riguarda le tempistiche di rilascio della CIE (spesso è necessario aspettare settimane o addirittura mesi per ottenerla), gli interrogativi in merito al progetto anticipato dal sottosegretario con delega all’innovazione tecnologica sono diversi.
Per il momento, il punto di vista di Butti non ha ancora trovato spazio di un nuovo decreto e anche con la Manovra non ci saranno interventi sullo SPID. Nel corso del 2023, però, il Governo potrebbe decidere di concentrarsi sulla questione, con un inaspettato cambio di rotta rispetto al precedente esecutivo che, invece, aveva puntato fortemente sullo SPID come sistema per completare la digitalizzazione dell’Italia. Ne sapremo di più, molto probabilmente, già nei primi mesi del 2023.
Siete a favore oppure no della cancellazione dello SPID? Fateci sapere la vostra nei commenti.
Leggi anche: SPID obbligatorio: come farlo online, i metodi per richiedere l’identità digitale
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