Oggi vi racconto come è andata e come sta andando con il mio nuovo PC assemblato, un desktop che uso per il lavoro su Tuttotech e Tuttoandroid, tra articoli e video, un po’ di grafica e il corollario di gestione “da ufficio” che mi compete. Oltre ovviamente a qualche altra operazione di ritocco e gestione di foto, una delle mie grandi passioni.

Qualche settimana fa, stanco di continui rallentamenti e intoppi mi sono deciso e ho chiesto al mio collega Bernardo, il nostro esperto del mondo PC, un supporto per stilare una lista di componenti per assemblare una macchina da lavoro seria, con un occhio al budget e uno all’efficienza energetica, ma con il principale focus sulle prestazioni. Nel video a seguire vi racconto tutta la storia dall’inizio.

Perché un PC assemblato

È chiaro che deve esserci un senso dietro alla decisione di assemblare un computer, in altre parole deve essere utile per il vostro lavoro o svago, diversamente ormai il mercato è popolato da ottimi notebook che possono rappresentare l’unico PC da tenere in casa per ogni evenienza, con tutta la flessibilità e comodità che li contraddistingue.

Ma quali sono gli scenari in cui un fisso può fare la differenza? Principalmente sono legati alle esigenze di prestazioni e carichi di lavoro importanti. A proposito di prestazioni ogni tipo di produzione che richieda un grande potenza specialmente nell’ambito della grafica deve passare da un computer fisso, non fosse altro che per le dimensioni ragguardevoli delle nuove schede grafiche di livello desktop, le uniche realmente capaci di gestire lavori (o sessioni di gioco) corposi e prolungati, e qui arriviamo alla seconda grossa esigenza che giustifica un investimento su un computer fisso, cioè i carichi di lavoro continui.

Nel tempo ho imparato a mie spese che per quanto un laptop possa essere ben equipaggiato, lo spazio di dissipazione rimane limitato e i componenti andranno inevitabilmente incontro a usura e cali prestazionali nel medio periodo. Pur avendo provato per anni i migliori notebook da gaming in circolazione, nel giro di qualche mese li ho sistematicamente “esauriti” e senza nemmeno andarli a sfruttare al 100% delle loro potenzialità.

Le mie esigenze lavorative mi hanno sempre imposto di avere un portatile potente a disposizione, per questo motivo per lungo tempo ho preferito investire su un’unica macchina per ufficio (casa mia) e lavoro in mobilità, molto più comoda che dover gestire il lavoro su due piattaforme separate. Ora, sarà l’età, saranno le produzioni video sempre più complesse, sarà che nel tempo ne ho accumulate tante, mi sono deciso a investire quanto necessario per creare una workstation come si deve e abbandonare una volta per tutte i disagi legati ad una macchina non performante.

Sono passato ad un fisso e guai a chi mi consiglia di tornare indietro! 1

Come un PC fisso cambia il lavoro

Partiamo dagli svantaggi, che sono pochi in verità ma esistono: l’ingombro è il primo di questi, è inevitabile ed evidente che un desktop tower deve trovare un posto in ufficio o in casa, a seguire c’è la “fissità” di un fisso, passatemela, è una bella scocciatura per esempio se si vogliono sbrigare le ultime faccende comodi comodi sul divano e infine l’inesistente flessibilità, perché capiterà quasi sicuramente che voi abbiate bisogno di qualche file o qualche programma installato sul PC fisso mentre siete in giro, oppure vi capiterà di dover svolgere qualche lavoro in una location che non sia casa o ufficio, o banalmente di dover fare dei lavori di manutenzione in una stanza e di dover spostare tutta la postazione con i disagi del caso.

Questi svantaggi, ahimé credo che impongano di non potersi affidare esclusivamente ad un computer fisso, per lo meno ci vorrà un companion che sia un laptop o almeno un tablet. Per me è così, inoltre sono andato anche a complicarmi la vita dato che il mio secondo strumento è un MacBook Pro M1.

Passiamo ora ai vantaggi del possedere un fisso assemblato per il lavoro e lo svago. Potenza scalabile, cioè potenza prestazionale che sia adeguata alle esigenze, cucita su misura e migliorabile nel tempo con l’eventuale evolversi delle necessità. Il risparmio in termini di costo è tangibile, si spende per quello che si necessità, non di più non di meno.

Prestazioni senza compromessi: non bisogna temere di mettere alla frusta un PC assemblato, è progettato esattamente per quello, è resistente ai carichi di lavoro prolungati e non teme le alte temperature. Ma soprattutto garantisce performance costanti e rendimento affidabile nel tempo.

Manutenzione facile, rapida ed economica: anche questo per un professionista è impagabile. Non potrei permettermi di rimanere settimane senza un PC, il mio lavoro si basa tutto sulla mia macchina, per cui non avrei materialmente il tempo di attendere una riparazione. Eppure è così, un laptop da riparare è un incubo, ma anche un fisso preassemblato potrebbe essere un problema (qualcuno ha detto Mac Studio?). Per non parlare dei costi: nel momento in cui il notebook dovesse finire in assistenza verosimilmente saresti obbligato ad acquistarne un altro per non rimanere fermo, spesa verosimilmente prematura e costosa. Ben diverso è doversi limitare a sostituire il componente danneggiato e solo quello, magari in autonomia a casa.

Risparmio: assemblare un PC da zero permette di scegliere se e come spendere i soldi, con un po’ di pazienza è possibile mettere assieme i componenti con un notevole risparmio di denaro.

Personalizzazione software: scegliendo i componenti giusti ci si troverà con in mano una piattaforma flessibile e facilmente configurabile per essere attenta ai consumi e potente quando necessario. Si ha il pieno controllo sull’hardware potendo ad esempio scegliere se spremerlo al massimo o gestirlo con parsimonia.

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I componenti scelti

Per la configurazione scelta ho cercato, insieme a Bernardo, di trovare un buon equilibrio tra prestazioni e costo. Non avevo necessità legate al gaming ad alta definizione ma comunque la macchina doveva essere in grado di sostenere il montaggio video in 4k, seppur con progetti non enormi.  Ecco quindi nel dettaglio i componenti.

CPU: Intel Core i9-12900K

È l’unico intruso in una configurazione equilibrata, che inizialmente prevedeva un Intel Core I5 di 13600kf. In realtà vi dico candidamente che a pochi giorni dall’assemblaggio si è concretizzata la possibilità di utilizzare il 12900k che avevamo in magazzino e che non sarebbe più rientrato da Intel. Avevamo qualche dubbio sulla capacità del dissipatore di sostenere quel processore, ci abbiamo provato con un asterisco, ovvero la possibilità di doverne fare a meno se le temperature fossero andate fuori controllo, così non è stato. LINK AMAZON

GPU: ASUS TUF Gaming RTX 4070 Ti

La disponibilità di driver studio e la piena compatibilità con i software Adobe che utilizzo, ha fatto propendere per una scheda grafica Nvidia. La 4070 Ti, rigorosamente nella versione custom di ASUS è un ottimo compromesso prezzo/prestazioni e si è rivelata una vera bomba per il mio utilizzo, perfetta. Trovate qui la recensione completa. LINK AMAZON

Scheda madre: ASUS ROG Strix b760 g gaming WiFi D4

Scelta di compromesso per poter montare i SoC Intel di 13ma generazione ma con un occhio al prezzo, non può montare le RAM DDR5 ma torniamo al punto di aver cercato di risparmiare dove possibile. Questa non è certo una motherboard economica, ma volevo che il componente fosse affidabile e su consiglio di Bernardo la scelta è ricaduta su ASUS, inoltre la scelta di questo componente è stata orientata dalla disponibilità in magazzino di due altri elementi chiave della casa taiwanese. LINK AMAZON

Alimentatore: ASUS ROG Loki 750w

È stupendo e compatto, moderno e perfetto per il case mATX che ho scelto, inoltre è già pronto per il nuovo collegamento a 16 pin delle schede grafiche NVIDIA. Lo avevamo a disposizione dopo la recensione che potete leggere qui. Non è economico ma non volevo dover pensare a quel componente anche in ottica futura, qualora avessi voluto cambiare case o componenti. LINK AMAZON

Dissipatore: ASUS ROG Ryuo 3 240 mm

Questo lo avevamo a disposizione grazie al supporto di ASUS, per cui non ci ho pensato due volte vista la qualità del prodotto e la sua favolosa estetica, con il display che è diventato il protagonista della build. Non c’erano dubbi sulla sua capacità di dissipazione ma è riuscito ulteriormente a stupirci riuscendo a tenere tranquillamente a bada un 12900k pur essendo teoricamente sottodimensionato per quella CPU. LINK AMAZON.

Case: ASUS Prime case AP201

E’ un case minimal micro ATX, non troppo ingombrante ed è esattamente quel che cercavo per la mia configurazione nell’ufficio casalingo, nel mio caso poi era necessario che il case fosse “presentabile” anche in video senza che fosse troppo invadente. Costa forse un po’ più della media ma funzionalmente ed esteticamente non vi deluderà. Ne abbiamo parlato all’interno della recensione qui. LINK AMAZON

Memorie RAM e SSD

Ho scelto due prodotti dal buon rapporto qualità prezzo, 32 GB di RAM DDR4 Corsair e un SSD M2 Crucial da 2 TB.

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In conclusione

Per il momento la mia esperienza è stata super positiva e reputo l’investimento sul PC fisso un’idea vincente. Dopo i primi giorni di adattamento alla novità e di esplorazione di tutte le potenzialità della nuova macchina, letteralmente non ci ho più pensato e probabilmente questa è la cosa più importante per un prodotto che serve prima di tutto per lavorare serenamente.