Da fan, non avrei potuto lasciarmi sfuggire l’ultimo smartwatch di Amazfit e così sono riuscito a mettere le mani su Amazfit GTR Mini, che è stato al mio polso, al posto di Amazfit GTR 4, per qualche giorno per assistermi nelle attività quotidiane e per darmi quel qualche cosa in più. E dopo averlo usato per un po’ mi sono reso conto che le mie aspettative sul suo conto erano tutte corrette e lui è in effetti un Amazfit GTR 4 in miniatura con qualche cosa in meno. Questo è un po’ uno spoiler di ciò che dirò più avanti e, anzi, a dire il vero potrei anche chiuderla qui, ma non sarebbe corretto nei confronti di uno smartwatch comunque niente male e quindi adesso vi racconto le mie considerazioni.
Unboxing
Appena presa in mano la confezione, ho creduto che fosse vuota perché era leggerissima e, infatti, al suo interno non c’è nulla di particolare: Amazfit GTR Mini, qualche fogliettino e il cavetto per la ricarica, nient’altro. La confezione è perciò la solita degli smartwatch di Amazfit, anche esteticamente.
Aspetto estetico e materiali
La prima cosa che ho pensato dopo averlo tirato fuori dalla scatolina è stata “ma è un giocattolo”, per intendere che lui è piccolo, raffinato, discreto e molto leggero; e a me tutto questo piace ed è uno dei vari motivi per cui lo apprezzo. Esteticamente è un po’ il solito orologio classico con le sue linee tondeggianti ed eleganti, che sta bene al polso in qualsiasi occasione, e fisicamente è costruito in modo impeccabile con un assemblaggio minuzioso e con materiali quali plastica, acciaio e vetro, che gli consentono di essere durevole, robusto e anche abbastanza premium. Nonostante sia uno smartwatch non molto costoso, è veramente ben fatto e non dà segni di cedimento nell’uso di tutti i giorni. Misura 42,83 x 42,83 x 9,25 millimetri, pesa 34,2 grammi, monta un solo tastino fisico, che non ruota, e sfoggia un display da 1,28 pollici e quindi è veramente piccolino e discreto, per cui è l’ideale per chi non ama o digerisce gli smartwatch pesanti e grandi al polso.
Software, funzioni e applicazione
Amazfit GTR Mini monta il sistema operativo proprietario ZeppOS, nella versione 2.0, l’ultima, e per questo può contare su tutte le ultime funzionalità di Amazfit, ovviamente in rapporto ai componenti hardware di cui è dotato, che ormai conosciamo da diversi mesi. Rispetto a un GTR 4 e GTS 4, lui non possiede il microfono, l’altoparlante, il barometro, il giroscopio e il Wi-Fi, per cui non possiede tutte quelle funzioni software che fanno uso di questi componenti e fra cui, per esempio, altimetro, aggiornamenti OTA, Alexa, chiamate telefoniche e via dicendo; a parte queste cose qua, lui è su per giù un GTR 4 nelle restanti cose e permette di monitorare tutti i soliti parametri sulla salute e di sfruttare le solite funzioni a cui ormai siamo abituati.
Lui quindi è capace di tracciare sonno (sveglio, REM, leggero, profondo e pisolini), ossigeno, stress, battiti cardiaci, attività sportive, passi, distanza, calorie bruciate, respiri durante il sonno e altro, di visualizzare le notifiche e di permettere di rispondere tramite messaggi predefiniti, di visualizzare gli eventi del calendario e le previsioni del meteo, di fare da sveglia, di impostare promemoria e conti alla rovescia, di controllare la riproduzione musicale sullo smartphone e di fare diverse altre cose che ormai fanno tutti gli smartwatch di fascia media e alta e che fa anche il suo fratello più grande. Permette, dall’applicazione e dalle sue impostazioni, di attivare il monitoraggio continuo dei parametri corporei, con la possibilità di impostarne la frequenza o di attivarli/disattivarli, supporta oltre 120 modalità sportive, con il riconoscimento automatico di 7 di loro, supporta il PAI, consente di monitorare il ciclo mestruale, ha la funzione per aggiungere le carte fedeltà, può contare su decine di quadranti, alcuni dei quali animati, permette l’espansione delle funzioni tramite l’installazione di mini-applicazioni da uno store interno (devo dire che ce ne sono tante, funzionano molto bene e sono quasi tutte utili) e che è dotato di una vibrazione abbastanza forte, anche se non proprio corposa, il che è una bella cosa per le notifiche e la sveglia.
Molte di queste sue funzioni sono attivabili/disattivabili e impostabili direttamente dalle sue impostazioni, tuttavia possono essere personalizzate più in profondità dall’applicazione per smartphone che dà accesso a tutto ciò di cui è dotato con estrema semplicità, immediatezza e piacevolezza d’uso; l’applicazione, dopotutto, è quella ottima di Amazfit, Zepp, e quindi è veloce, stabile, reattiva, completa, personalizzabile e poi, cosa che a me piace tanto, supporta persino il tema scuro secondo le impostazioni di sistema. E, dulcis in fundo, lui è capace di memorizzare e processare i dati raccolti dai sensori per presentarli tramite grafici e statistiche, molto completi e accattivanti graficamente, per cui non è necessario collegarlo allo smartphone, aspettare che i dati vengano trasferiti e inviati a server remoti, qui processati e poi reinviati all’applicazione per poter avergli accesso, cosa che accade con alcuni prodotti premium della concorrenza e che rende il tutto lento, frustrante e noioso. È perciò un prodotto completo, che funziona bene e con tutto ciò che serve, l’ideale per chi non vuole stare lì a smanettare con impostazioni e funzioni e non vuole stare dietro a rallentamenti e funzioni poco affidabili.
Precisione dati raccolti
Essendo uno smartwatch che si posiziona nella fascia media del portafoglio di prodotti di Amazfit, non è dotato di tutti i sensori che i fratelli più costosi possiedono e quindi può contare solo su A-GPS a 5 satelliti, sensore biometrico BioTracker PPG, magnetometro e accelerometro. Ciò nonostante, riesce, grazie all’aiuto di sofisticati algoritmi, a tirar fuori un sacco di informazioni sulla salute, per di più precise e affidabili, proprio come i suoi fratelli maggiori che costano di più. E devo dire che non ho notato differenze evidenti rispetto a quanto fa GTR 4 perché le misurazioni e i dati registrati sono in linea con quelle sue e le mie abitudini, per cui GTR Mini, a dispetto di alcune cose, è preciso, affidabile e completo. Mancano ovviamente alcuni dati per via dell’assenza di componenti hardware, ma misura e lo fa con precisione elevata sonno, passi, battiti cardiaci, ossigeno, stress, pisolini diurni, distanza, passi, calorie bruciate e soprattutto gli allenamenti grazie all’A-GPS a 5 satelliti; ecco, se devo trovargli un difettuccio, la geolocalizzazione avviene sì in modo rapido però la precisione dei percorsi degli allenamenti non è impeccabile talvolta.
Autonomia, ricarica e display
Amazfit GTR Mini integra una batteria da 280 mAh che dovrebbe garantire, a detta di Amazfit, fino a 14 giorni di autonomia con un utilizzo normale. Ebbene, è effettivamente così e con un utilizzo normale lui riesce a essere operativo con una sola ricarica per un paio di settimane, giorno più o giorno meno. L’autonomia in questione è relativa, ovviamente, al mio tipo di utilizzo ed è una stima basata sulle mie abitudini e con le mie impostazioni, per cui, e lo ribadirò sempre, è indicativa e può variare, anche di molto, a seconda del tipo di utilizzo. Detto ciò, lui bene o male garantisce un’autonomia elevata e non ha bisogno di certo di essere ricaricato spesso, il che è un bene anche perché la ricarica avviene in circa 2 ore, per cui non è velocissima, tramite la basetta magnetica in dotazione. Merito dell’ottima autonomia va anche al sensore di luminosità, che si occupa di gestirla in automatico in base alla luce ambientale, e al display AMOLED da 1,28 pollici, con colori brillanti, ben definito con una risoluzione di 416 x 416 pixel e abbastanza luminoso; un gran bel display che consuma poco e permette di godere dello smartwatch con enorme appagamento.
Dove comprarlo
Amazfit GTR Mini è disponibile all’acquisto nelle colorazioni nera, rosa e blu al prezzo di listino di 129,90 euro, anche se costa già un po’ meno qua e là, su Amazon, sul negozio ufficiale di Amazfit Italia e nei negozi fisici e online delle catene italiane di elettronica che vendono i prodotti di Amazfit.
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