Oltre al nuovo Mac mini con Apple Silicon M3 di cui parlavamo ieri, si vocifera che l’azienda di Cupertino sia al lavoro anche sulla prossima generazione di MacBook Pro, la serie di notebook di fascia elevata. Secondo Mark Gurman di Bloomberg, Apple starebbe sperimentando il chip M3 Max con una GPU da 40 core, chipset che dovrebbe essere realizzato con processo produttivo a 3 nm su architettura ARM, la cui omonima società di progettazione (ARM Holdings, di proprietà del gruppo SoftBank) dovrebbe essere a breve quotata in borsa.
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Spunta Apple Silicon M3 Max con CPU da 16 core e GPU da 40
La nuova generazione di chip dell’azienda non è stata ancora ufficializzata, nonostante da mesi ormai si accavallano varie indiscrezioni che puntano tutte sulla stessa direzione: una famiglia di Apple Silicon M3 basata sull’inedito processo produttivo a 3 nm di produzione TSMC, la stessa del chip A17 Bionic che dovrebbero montare gli iPhone 15 Pro e iPhone 15 Pro Max (o Ultra).
Il primo chipset di nuova generazione ad arrivare dovrebbe essere Silicon M3 base, la versione economica e meno potente che ci si aspettava di trovare già nel MacBook Air 15 lanciato lo scorso giugno, un chipset che secondo i rumor sarebbe equipaggiato con una CPU a 8 core e una GPU a 10 core. Probabilmente arriverà nei prossimi mesi nei nuovi computer di Apple di fascia bassa come Mac mini, iMac, MacBook Air e, forse, MacBook Pro 13, notebook che ci si aspetta venga aggiornato a breve con M3 base e un’eventuale M3 Pro, per il quale ci si aspetta una CPU a 12 core e una GPU a 18 core (2 in più rispetto a M2 Pro).
L’Apple Silicon M3 Max citato in esergo sarebbe invece riservato ai veri MacBook Pro, quelli da 14 e 16 pollici che nelle versioni attuali montano M2 Pro e M2 Max, notebook più potenti che, a giudicare dalle indiscrezioni emerse, dovrebbero godere di un notevole incremento in termini di prestazioni ed efficienza con i nuovi chipset a 3 nm.
Le fonti di Bloomberg parlano di un nuovo laptop con nome in codice J514 equipaggiato con una CPU da 16 core e con una GPU da 40 core. È molto probabile che si tratti del nuovo MacBook Pro, considerando specifiche simili, che lo pongono un po’ più in alto rispetto al modello più performante attualmente in commercio: paragonato al modello con M2 Max, questo Apple Silicon M3 Max avrebbe una CPU con 4 core in più, e 2 per la GPU. Per quanto riguarda invece le memorie, si parla di un taglio da 48 GB di RAM, probabilmente una delle configurazioni che saranno poi disponibili, visto che i modelli attuali di MacBook Pro 14 e 16 con M2 Max possono essere configurati anche con 32, 64 o 96 GB di RAM.
Da numeri simili è normale aspettarsi miglioramenti poco tangibili, ma per un quadro più concreto è bene considerare anche i benefici che la nuova architettura a 3 nanometri dovrebbe portare sui prossimi MacBook, soprattutto in termini di gestione energetica.
Apple investirà in ARM per il futuro di Apple Silicon?
La transizione dei computer di Apple a Silicon M3 dovrebbe iniziare a ottobre a partire dai Mac più economici, fra cui gli iMac e il MacBook Pro da 13 pollici citato, con i MacBook Pro da 14 e da 16 a seguire il prossimo anno. L’azienda di Cupertino, complice il successo riscosso in questi ultimi anni grazie ad Apple Silicon, è evidente punti molto sull’architettura che costituisce le fondamenta dei suoi chipset per computer (e non solo), fatto che rende verosimili le ipotesi secondo le quali Apple potrebbe investire in ARM per assicurare il futuro di Apple Silicon, chip che ricordiamo essere basati su architettura ARM64.
È stata Nikkei Asia ad anticipare la notizia, rivista secondo cui sia Apple che altre aziende come Samsung, Intel e la già precedentemente interessata NVIDIA, sarebbero pronte a investire nel titolo di ARM non appena diventerà pubblico. Già nelle scorse settimane sia Bloomberg che il Financial Times sostenevano la tesi secondo cui, dopo il tentato acquisto da parte di NVIDIA, la società proprietaria di ARM Holdings (la giapponese SoftBank), sarà quotata in borsa entro la fine dell’anno con una prima quotazione prevista già nella seconda metà di settembre.
In questo caso, sempre secondo Nikkei Asia i produttori di chip acquisteranno delle piccole quote percentuali vestendo i panni di azionisti, andando così a stabilizzare il prezzo delle azioni di ARM al momento della quotazione e, probabilmente, finendo per avere una certa influenza sulla gestione della stessa società di tecnologia britannica.
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