Da qualche tempo ormai il nostro satellite naturale, la Luna, è tornato a suscitare l’interesse di diverse nazioni che a turno si sono cimentate nell’invio di lander sulla sua superficie: abbiamo visto successi e insuccessi dei principali attori della nuova corsa allo spazio, dagli Stati Uniti (anche se con una missione privata), al Giappone, passando per India e Russia.
Inutile dire che la Luna non è proprio dietro l’angolo e questo tipo di missioni sono particolarmente complicate sotto diversi punti di vista, e lo saranno ancora di più quelle future in cui saranno presenti equipaggi; ciò significa che ogni minimo aspetto deve essere studiato e vagliato con attenzione, onde evitare possibili problemi.
Se di solito affrontando questo argomento si è portati a pensare alle varie apparecchiature tecnologiche, c’è in realtà un altro aspetto che riveste un’importanza fondamentale, ovvero il tempo, la sua misurazione è di fondamentale importanza per stabilire standard temporali celesti in grado di garantire sicurezza e precisione. Per questo motivo, la Casa Bianca ha ordinato all’agenzia spaziale americana di creare un nuovo standard temporale per la Luna.
Entro il 2026 anche la Luna avrà il suo fuso orario
L’argomento non è certamente dei più semplici, motivo per cui cercheremo di limitarci a riportarvi i fatti visto che quando si parla del tempo, la quarta dimensione, una grandezza fisica fondamentale, ci sono fin troppi concetti non immediatamente comprensibili in gioco.
Ad ogni modo, come anticipato in apertura, la Casa Bianca ha ordinato alla NASA di creare nuovo standard temporale per la Luna entro il 2026, il Coordinated Lunar Time (LTC) fungerà da riferimento temporale ufficiale per aiutare a guidare le future missioni lunari. Per fare ciò, l’agenzia spaziale americana dovrà collaborare con i Dipartimenti del Commercio, della Difesa, dello Stato e dei Trasporti al fine di pianificare una strategia per mettere in pratica LTC entro il 31 dicembre 2026, ma non solo, prenderanno infatti parte al progetto anche gli attuali firmatari degli Accordi Artemis (al momento 37 nazioni).
Steve Welby, vicedirettore dell’OSTP per la sicurezza nazionale, ha sottolineato l’importanza di istituire anche per il nostro satellite naturale un apposito fuso orario:
Mentre la NASA, le aziende private e le agenzie spaziali di tutto il mondo lanciano missioni sulla Luna, su Marte e oltre, è importante stabilire standard temporali celesti per sicurezza e precisione. Una definizione coerente del tempo tra gli operatori nello spazio è fondamentale per il successo delle capacità di consapevolezza situazionale spaziale, navigazione e comunicazione, che sono tutte fondamentali per consentire l’interoperabilità all’interno del governo degli Stati Uniti e con i partner internazionali.
Tra i diversi fattori che possono “modificare il tempo” figurano la velocità e la gravità, sulla Luna la gravità è minore rispetto alla Terra e questo fa sì che lì il tempo scorra leggermente più velocemente; pensate che un comune orologio terrestre, sul nostro satellite naturale, dovrebbe guadagnare in media 58,7 microsecondi per ogni giorno terrestre. Potrebbe sembrare una discrepanza irrisoria, ma così non è, soprattutto quando ci sono in gioco missioni che prevedono operazioni delicate in luoghi ostili, ed è qui che l’utilizzo di un unico standard diventa fondamentale per sincronizzare la tecnologia e le missioni che richiedono tempistiche precise.
Per questi motivi la Casa Bianca vuole che il nuovo fuso orario consenta una navigazione accurata e attività scientifiche, mantenga la resilienza se perde il contatto con la Terra e si coordini con il Tempo Coordinato Universale (UTC), ovvero lo standard con cui vengono misurati tutti i fusi orari della Terra.
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