Negli ultimi anni avrete sicuramente sentito più volte trattare l’argomento rifiuti elettronici, vivendo in un mondo costellato da apparecchiature di vario genere è inevitabile che i rifiuti provenienti da questo settore aumentino sempre più. Questa tipologia di materiale, data la sua composizione, necessita di particolari accorgimenti per essere smaltita correttamente, non solo per evitare di inquinare ulteriormente l’ambiente, ma anche perché questi prodotti contengono al loro interno materiali preziosi e riutilizzabili.
A tal proposito la Royal Mint, ovvero l’ente autorizzato al conio delle monete nel Regno Unito, ha recentemente aperto una nuova fabbrica nel Galles del sud per recuperare l’oro da vecchie schede elettroniche.
Mezza tonnellata di oro all’anno grazie ai rifiuti elettronici
Come anticipato in apertura, la zecca britannica ha da poco aperto un nuovo complesso industriale nel sud del Galles, la fabbrica di circa 3.700 metri quadrati si avvale di un processo chimico sviluppato e brevettato dalla società canadese Excir per estrarre oro di alta qualità dai rifiuti elettronici provenienti da dispositivi di consumo come TV, laptop e telefoni cellulari.
Non si tratta del primo esempio di una pratica simile, diverse aziende hanno già da qualche tempo avviato processi per il riciclo di dei materiali rari contenuti nei rifiuti elettronici, Dell per esempio con il suo programma ha raggiunto l’obiettivo di riciclare 2 miliardi di libbre di rifiuti elettronici nel 2018, oppure Apple che ha implementato processi per recuperare stagno, alluminio e altri materiali da utilizzare nella produzione dei suoi nuovi prodotti.
Per quanto dunque la Royal Mint non sia il primo organismo a cimentarsi in questa pratica, è la prima volta che una realtà di questo genere scende in campo per recuperare materie preziose da riutilizzare internamente; con l’oro recuperato infatti vengono realizzati anche tutta una serie di gioielli come collane, bracciali, pendenti, orecchini, anelli con sigillo e altro ancora, venduti a prezzi che variano dai 350 euro ai 140.000 euro.
Il processo utilizzato dalla Royal Mint per recuperare l’oro dai rifiuti elettronici richiede solo pochi minuti ed è più efficiente dal punto di vista energetico e conveniente rispetto ai metodi tradizionali di estrazione del metallo in questione. Il nuovo complesso produttivo è in grado di elaborare fino a 4.400 tonnellate di PCB ogni anno, producendo fino a mezza tonnellata di oro nel processo, per un valore di circa 34 milioni di dollari.
La nuova fabbrica però non si occupa solo dell’estrazione dell’oro, ma si premura anche di trattare materiali meno importanti, come alluminio, rame, stagno e acciaio per accelerare il riciclaggio successivo e altri sforzi di lavorazione.
Si tratta senza dubbio di un progetto interessante che non solo consente il corretto smaltimento dei rifiuti elettronici e il recupero dei materiali preziosi, ma che crea anche posti di lavoro come sottolineato da Anne Jessopp, amministratore delegato della Royal Mint:
Non solo preserva metalli preziosi finiti per le generazioni future, ma stiamo anche preservando l’abilità artigianale per cui la Royal Mint è famosa creando nuovi posti di lavoro e opportunità di riqualificazione per i nostri dipendenti.
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