Alla fine dello scorso mese l’Unione Europea ha deciso di imporre in via definitiva dei dazi alle auto elettriche cinesi e ora dal Paese asiatico arriva un sorta di risposta.

Stando a quanto viene riportato da Reuters, infatti, pare che il governo di Pechino abbia chiesto alle case automobilistiche cinesi di sospendere i grandi investimenti nei Paesi europei che sostengono tariffe aggiuntive sui veicoli elettrici costruiti in Cina.

Ecco come la Cina vuole difendere le sue auto elettriche

Ricordiamo che la votazione in seno all’Unione Europea sulla possibilità di imporre i dazi non è stata condivisa da tutti i Paesi membri e se una decina (tra cui l’Italia e la Francia) hanno sostenuto questa misura, cinque (tra cui la Germania) si sono opposti mentre una dozzina ha preferito astenersi.

Ebbene, la decisione della Cina di rispondere ai dazi con una riduzione degli investimenti in Europa non farà altro che acuire i contrasti tra i vari Paesi membri dell’UE.

Tra le case automobilistiche cinesi a cui è stato chiesto di interrompere i grossi investimenti in Europa vi sono colossi del calibro di BYD, SAIC e Geely e pare che siano stati invitati a “spostare” le somme da investire nei Paesi che si sono opposti ai dazi.

La decisione delle autorità cinesi di sospendere gli investimenti nel Vecchio Continente sembra suggerire che il governo stia cercando di fare leva nei colloqui con l’UE su una soluzione alternativa ai dazi, in modo da evitare un brusco calo delle esportazioni di auto elettriche verso quello che è un mercato chiave (circa il 40% dei veicoli spediti dalla Cina nel 2023 è arrivato proprio in Europa).

In sostanza, nei prossimi mesi probabilmente la vicenda si arricchirà di ulteriori capitoli.