Nella mattinata di oggi, mercoledì 27 novembre, la polizia postale italiana, coordinata dalla procura di Catania, ha annunciato di aver portato a termine una importante operazione (denominata “Taken down”) contro lo streaming illegale che forniva contenuti a 22 milioni di utenti in Italia e all’estero, sia live che on demand come serie TV, film e dirette di eventi sportivi.
“È stata smantellata la più vasta organizzazione criminale transnazionale di pirateria audiovisiva mai condotta in ambito italiano e internazionale”, riporta il comunicato stampa del Commissariato di polizia postale, che ha collaborato con gli organi giudiziari e di polizia di vari paesi europei con il coordinamento di Eurojust (l’Agenzia dell’Unione Europea per la cooperazione giudiziaria penale) ed Europol (l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione nell’attività di contrasto).
L’operazione antipirateria più vasta di sempre: cosa è successo
L’operazione è iniziata da un’indagine della procura e della polizia postale di Catania in seguito a una denuncia di Sky Italia, poi allargatasi notevolmente anche oltre i confini nazionali ed europei. Nello specifico, la polizia postale italiana ha effettuato 89 perquisizioni in quindici regioni italiane e altre 14, insieme alle forze di polizia estere, in Cina, in Croazia (dove sono state arrestate 11 persone), in Olanda, nel Regno Unito, in Romania, in Svezia e in Svizzera.
Complessivamente, sono indagate 102 persone che dovranno rispondere di accesso abusivo a servizi informatici, di violazione del diritto d’autore, di frode informatica e di detenzione di codici di accesso. Queste ultime usavano applicazioni di messaggistica crittografata e documenti falsi, con cui si erano intestate utenze telefoniche, carte di credito e abbonamenti. I loro contenuti di streaming illegale, film, serie TV ed eventi sportivi, venivano poi pubblicizzati su social media, forum e blog.
In sostanza, con un sofisticato sistema informatico – quello delle IPTV illegali (IPTV è l’acronimo di Internet Protocol Television, ovvero il sistema di trasmissione dei canali televisivi via internet, ndr)- venivano illegalmente captati e rivenduti i palinsesti live e i contenuti on demand protetti da diritti televisivi, di proprietà delle più note piattaforme televisive nazionali e internazionali, quali Sky, DAZN, Mediaset, Amazon Prime, Netflix, Paramount e Disney+.
Secondo quanto comunicato durante la conferenza stampa odierna tenutasi presso la procura di Catania, risulta che gli indagati catanesi e olandesi, insieme ad altre persone italiane e provenienti da altri paesi europei, avevano portato avanti le attività di pirateria audiovisiva “per un lungo arco di tempo” (la procura non ha specificato quanto) usufruendo di dispositivi informatici disseminati in diversi paesi, oltre 2500 canali illegali e server che gestivano le trasmissioni.
Dalle investigazioni della procura distrettuale di Catania condotte dal centro operativo per la sicurezza cibernetica della polizia postale, che sono durate per più di due anni, sono emerse alcune sedi estere in Romania e a Hong Kong, dove sono stati ritrovati 9 server attraverso i quali venivano diffusi in Europa i segnali audiovisivi piratati; in Inghilterra e in Olanda sono stati ritrovati 3 sistemi di amministrazione della struttura informatica e 80 pannelli di controllo dei flussi di streaming.
Le attività illegali sono state interrotte nella giornata di ieri, martedì 26 novembre, con il sequestro dei vari dispositivi utili per tenere in piedi l’intera rete criminale. Sono stati sequestrati anche 1,65 milioni di euro in criptovalute e 40mila euro in contanti, ritenuti dalla procura profitto dei reati, che rappresenterebbero solo una minima parte di un giro di affari illegale di oltre 250 milioni di euro mensili e che, secondo le ricostruzioni, provocherebbe oltre 10 miliardi di euro di danno economico alle aziende che possiedono i diritti dei contenuti piratati.
Maggiori informazioni sono reperibili nel comunicato stampa della polizia postale.
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