Dyson la conoscerete per gli eccellenti aspirapolvere, purificatori d’aria o asciugacapelli, sono maestri nel gestire l’aria e se ci pensate delle buone cuffie è proprio questo che fanno, sfruttano l’aria per far arrivare alle nostre orecchie la musica nel modo più cristallino e coinvolgente possibile. Con le Dyson Ontrac, la casa britannica esplora ancora una volta il settore audio con un paio di cuffie davvero stilose e personalizzabili, che suonano bene pur senza essere “piacione” come alcune concorrenti, hanno una grandissima autonomia e peccano su alcuni “extra” che ci si aspetta da un paio di cuffie da 500 Euro.

dyson ontrac

 

Design e qualità costruttiva: parola d’ordine personalizzazione (costosa)

Le Ontrac sono davvero appariscenti, grandi e curatissime nel design e nei materiali di cui sono costruite. Si fanno notare ma ciò su cui i designer hanno puntato è la possibilità di personalizzazione: la placca esterna dei padiglioni (in alluminio) può essere rimossa con un meccanismo a sgancio e sostituita con alternative di diversi colori e finiture, lo stesso per i cuscinetti dei padiglioni, disponibili in diverse colorazioni. La parte esterna dell’archetto invece non si può sostituire ma si può acquistare in blu scuro, nero o rosso/arancione. Con un po’ di fantasia è possibile creare moltissime combinazioni diverse, l’unico problema è che ogni coppia di cuscinetti costa 49 Euro e ogni coppia di coperture dei padiglioni costa altri 49 Euro, un po’ troppo anche per cuffie premium come queste.

I padiglioni hanno un doppio snodo per adattarsi perfettamente alla forma della testa, anche il tasto di accensione (a sinistra) e il controller multidirezionale (a destra) sono posizionati in maniera strategica e hanno un fantastico “click”. Con il primo si possono associare nuovi dispositivi, accendere e spegnere le cuffie, con il secondo invece si controlla la riproduzione e il livello del volume. C’è infine un controllo con “doppio tap” al centro di entrambi i padiglioni, utile per attivare o disattivare l’ANC.

Vale la pena spendere due parole anche per l’ottima custodia fornita in confezione, che Dyson chiama Slimline: nome azzeccatissimo vista la capacità di assottigliarsi quando non contiene le cuffie. Si tratta di due gusci in plastica gommata, tenuti assieme da bande elastiche. Quando si inseriscono le cuffie le bande si tendono andando a fasciarle, quando non ci sono le cuffie tutto si compatta. L’interno è rivestito in tessuto morbido ed è anche presente una piccola tasca per avere sempre con sé il cavo di ricarica.

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Ergonomia

L’ergonomia è buona con un paio di postille. Primo: i cuscinetti sono molto morbidi  e isolanti ma scaldano tantissimo, per fortuna siamo in inverno ma abbiamo grossi dubbi sull’utilizzo di queste cuffie in un’altra stagione. Anche lo spazio interno forse è un po’ risicato per chi ha le orecchie grandi, nel nostro caso è sufficiente muoverle un po’ dopo averle indossate per adattare il padiglione esterno per fare in modo che non ci siano parti anatomiche compresse dal cuscinetto.

L’altra postilla riguarda il peso, sono 451 grammi e si fanno sentire. I principali prodotti competitor sono tutti più leggeri (251 grammi per le Sony WH-1000XM5 e per le Bose Quiet Comfort Ultra, 385 grammi per le Apple AirPods Max, 310 grammi per le Sonos Ace).

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Detto ciò, bisogna aggiungere che il peso è ben distribuito e concentrato in parte sull’archetto, dove sono contenute le generose batterie da ben 2540 mAh. Ciò ha consentito a Dyson di utilizzare un archetto relativamente morbido senza compromettere la stabilità, con il beneficio di non andare a creare troppa pressione sulle orecchie.

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In definitiva, a livello ergonomico probabilmente non sono le cuffie più confortevoli in circolazione, ma non bisogna farsi troppo spaventare dal peso e dalle dimensioni: Dyson le ha progettate intelligentemente nel limite del possibile e ci è capitato di indossarle per un paio d’ore di fila senza grossi problemi, con giusto qualche interruzione ogni tanto per far raffreddare i nostri padiglioni.

Caratteristiche tecniche: tante ottime cose e qualche “meh”

Le specifiche tecniche delle Dyson Ontrac sono chiaramente di ottimo livello, ma ci sono alcuni aspetti che fatichiamo a capire. Partiamo dal cuore sonoro che è rappresentato da due grossi driver da 40mm al neodimio, con risposta in frequenza da 6 Hz a 21 kHz, la cancellazione attiva del rumore si affida a 8 microfoni che campionano i suoni esterni oltre 300 mila volte al secondo e riducono rumore fino a 40 dB (4 esterni e 4 interni ai padiglioni).  A ciò si aggiunge un ulteriore microfono per catturare la voce ed un sensore di indossamento che torna utile per il play/pausa automatico.

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Come già detto le batterie sono da oltre 2500 mAh e garantiscono fino a 55 ore di autonomia con volume medio e ANC attivo, Dyson inoltre dichiara che la ricarica rapida consente di ottenere 2 ore e mezza di autonomia in appena 10 minuti attaccati alla presa.

Tra gli aspetti meno convincenti invece c’è la connettività, che si affida al Bluetooth 5.0, una garanzia in termini di affidabilità e portata ma incapace di veicolare funzioni come il Bluetooth Multipoint, una funzione che avrebbe permesso di collegare le cuffie a due dispositivi in contemporanea. Assente anche l’audio spaziale (manca un accelerometro integrato che riconosca i movimenti della testa) e i codec supportati sono SBC, AAC e LHDC, escludendo così un LDAC o aptXHD che avrebbero garantito ancora maggior qualità per l’audio ad alta risoluzione.

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Esperienza d’uso: suono preciso e bilanciato, app un po’ scarna

Partiamo dal suono e mettiamo subito le mani avanti con un paio di considerazioni: la qualità percepita è estremamente soggettiva e ognuno di noi ha una sensibilità diversa del proprio sistema uditivo; la qualità del suono e il gusto sono caratteristiche ben diverse.

Per quanto riguarda la qualità non c’è nulla da dire, le Ontrac suonano come ci si aspetta da cuffie di livello alto. La risposta in frequenza così ampia permette di riprodurre tutto nel modo più limpido e fedele possibile, il suono che arriva alle orecchie lo abbiamo percepito come chiaro e “asciutto”, cioè apparentemente poco lavorato dal software, che non fa ricorso ad effetti che vanno a simulare una scena sonora ampia o una spazialità che non esiste.

A gusto invece possiamo dirvi che le avremmo preferite un po’ più “spettacolarizzate”. Il concetto è che spendendo tanto, crediamo che molti utenti si aspettino dalle cuffie un suono ricco e coinvolgente, “facile” anche per chi non è un audiofilo. Le Ontrac invece sono piuttosto neutre e bilanciate, ideali per ascoltare musica di qualità e immergersi nel suono dettagliato e limpido di musica classica, jazz, country o acoustic. Impressionano certamente meno e bisogna mettere mano all’equalizzazione se si vuole ottenere un ascolto coinvolgente di pop, elettronica, hip hop e rock.

L’equalizzazione si può regolare dall’app My Dyson scegliendo tra “migliorato”, cioè un suono arricchito su bassi, medi e alti; bass boost, un po’ cupo e forse troppo chiuso, neutro che è il setup base di cu vi abbiamo parlato prima o personalizzato con cui possiamo scegliere l’amplificazione delle frequenza sui 200, 350, 850 Hz, 2,25 kHz, 4 kHz. È con l’equalizzazione personalizzata che si scoprono le vere potenzialità di questa cuffia: la risposta agli input è esaltante, agendo sugli slider ci si rende conto di quanto sia “lavorabile” il suono e di come le Ontrac siano capaci di seguire precisamente le richieste dell’utente.

Se per la musica si viaggia su alti tassi di godibilità, per l’ascolto di film e video il livello non è lo stesso. La mancanza del supporto all’audio spaziale e Dolby Atmos rende queste cuffie meno adatte di altri concorrenti per i film con audio a oggetti.

Funzioni in app e chiamate

Nell’app troviamo la possibilità di regolare l’equalizzazione, di scegliere il livello di ANC e un grafico in real time dell’esposizione sonora interna ed esterna alle cuffie. Nelle impostazioni troviamo due voci di numero: on/off sensore di indossamento, on/off del limite al livello del volume.Nulla sulla personalizzazione dei controlli, nulla sull’utilizzo in vivavoce, nessuna funzionalità di rilevamento automatico del dialogo. Insomma abbiamo proprio il minimo indispensabile, che per una cuffia moderna è un po’ poco. Sarebbe sicuramente stato utile poter stabilire la sensibilità del tocco sul padiglione, oppure poter regolare più finemente il livello di ANC.

La qualità dell’audio catturato in chiamata vivavoce è sorprendentemente elevata, la voce viene ben isolata e si attiva automaticamente la modalità trasparenza, in modo da farci percepire la nostra stessa voce mentre parliamo, è una piccolezza molto apprezzata.

ANC

Anche per l’ANC manca sostanzialmente la possibilità di personalizzazione, bisogna quindi farsi bastare i tre setting previsti da Dyson: Isolamento, modalità trasparenza e off. L’isolamento si può ulteriormente regolare su “completo” o “ridotto” e anche la modalità trasparenza tra “completa” (amplifica i rumori esterni), o “ridotta”, cioè con ima compensazione del suono selettiva per alcune frequenze. Con il doppio tap sulla scocca del padiglione si può passare dal una modalità all’altra ma non è possibile spegnere completamente l’ANC.

La cancellazione del suono è davvero efficace, ottima perché isola senza creare un effetto vuoto e ben impostata per inibire i rumori continui e cupi, come il rombo dei motori in aereo o quello del movimento in treno, funziona bene per il vociare indistinto mentre lascia percepire suoni acuti come il clacson di un auto o una persona che si avvicina per parlare.

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In conclusione

Le Dyson Ontrac vengono proposte al pubblico a 499 Euro, come detto c’è poi la possibilità di acquistare separatamente cuscinetti e placche metalliche in altre colorazioni per un prezzo di 49 Euro. Prezzo sicuramente impegnativo ma allineato al mercato, dove i principali competitor (tranne Sony) si piazzano grossomodo sullo stesso listino. Ecco, magari includere un paio di cuscinetti e di placche extra in confezione sarebbe stato un bel plus e un bel modo per spingere ancor di più sulla vera caratteristica unica delle Ontrac, cioè la personalizzazione.

In tutto il resto possiamo dire che il prodotto c’è, lo stile e la qualità costruttiva sono molto elevate e il suono è intransigente, magari poco ruffiano ma certamente ben calibrato per soddisfare tutti i palati.

Pro:

    • Qualità costruttiva da riferimento
    • Personalizzazione estetica
    • Suono preciso

Contro:

    • Poche features moderne
    • Ergonomia che risente del peso e del calore dei cuscinetti

Voto finale:

8.0