In Cina, a Wuxi, Huawei si adopera per snellire la circolazione del traffico di una città che ha quasi 1.5 milioni di auto, tracciando così la visione futura dell’azienda per la guida autonoma e l’auto smart, adoperando un modello distribuito di informazioni e sensori in cui è l’unione che fa la forza.
Precisiamo però che per vedere un’auto a guida autonoma funzionante su strada ci vorranno ancora degli anni:”La gente si aspetta la guida autonoma, ma siamo ancora molto lontani. Qui invece parliamo di tecnologia che assiste la guida“, spiega l’ingegnere capo del progetto.
A differenza di Tesla che con il suo Autopilot, nonostance qualche defiance, tenta di dipingere un futuro in cui l’auto a guida autonoma è una realtà a se stante, a Wuxi si lavora per far si che la guidi risulti più sicura ed efficiente per tutti attraverso la guida assistita. La città cinese è una delle venti città cinesi in cui sono stati avviati progetti C-V2X, ovvero “connected vehicle to infrastructure“: siamo lontani dalla guida autonoma di livello 6, ovvero completamente senza conducente, ma si parla di progetti per la guida assistita.
Nel “connected driving” lo scambio di informazioni è fondamentale: le auto con i loro box sensori, insieme alle torri collocate ai bordi delle strade o sui semafori e pali della luce, creano una rete mesh, una maglia densa di dati che vengono scambiati continuamente così da poter migliorare la guida e reagire prontamente a situazioni di emergenza, come una frenata brusca.
Huawei è fondamentale per le infrastrutture cinesi: nelle smart city di domani lo sviluppo di soluzioni “connected driving” risulta essere il perno su cui fondare un nuovo tipo di circolazione, sia dei mezzi pubblici che privati. Ecco perché sono tante le aziende multinazionali che partecipano al progetto: troviamo case automobilistiche come Audi e Ford, colossi dell’IT come Intel e aziende cinesi come Huawei e China Mobile, leader per le comunicazioni radio e su rete 4G/5G.
Una maglia di informazioni al servizio della guida
Proprio il 5G e l’introduzione di nuovi chip di tipo cellular IoT a basso consumo consentiranno l’utilizzo simultaneo di centinaia di migliaia di sensori: a Wuxi stanno già provvedendo ad installare 400 centraline RSU, Road Side Units, entro la fine dell’anno e contano di installarne 1000 entro il 2020. Queste centraline comunicano attraverso la rete cellulare in 4G o con il futuro 5G, ma sfrutta anche i dati rilevati dalla comunicazione diretta da auto ad auto per integrare quante più informazioni possibili.
La rete mesh quindi consentirà di individuare pedoni e biciclette, attraverso le telecamere stradali, informazioni riguardanti onda verde dei semafori, segnalare incidenti o lavori in strada e tanto altro: nella pagina dedicata al progetto troverete tanti video che spiegano come l’utilizzo combinato di queste tecnologie che collegano tra di loro automobili, autobus, semafori, segnaletica elettronica e RSU possano garantire una migliore viabilità urbana, riducendo i consumi e garantendo uno standard più elevato di sicurezza, sia per le auto che per le persone. Secondo le stime, entro il 2025 il 25% di tutte le vetture che arriveranno sul mercato saranno in grado di offrire sistemi di guida autonoma di livello 4 o 5: ricordiamo che il livello 6 è quello senza conducente.
Il C-V2X in Europa e in Italia
Huawei si pone come intermediario e partner strategico per tutti, sia in Cina che in Europa, ma è dall’Unione Europea che arrivano i primi ostacoli. A quanto pare le soluzioni basate sul protocollo di comunicazione 4G/5G non è molto gradito negli uffici di Bruxelles, che preferiscono l’adozione di soluzioni che sfruttano il Wi-Fi. La parola d’ordine però è apertura totale: anche qui in Italia ci saranno sperimentazioni con Anas a partire dalla fine dell’anno.
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