La Commissione Europea, dopo aver intimato a Valve e a 5 editori di videogiochi di smettere di attuare la pratica del geo-blocking all’interno degli Stati membri, ha rincarato la dose accusando formalmente BMW, Volkswagen e Daimler di colludere per impedire il lancio di tecnologie che limitano le emissioni inquinanti. Queste società, le cui marche automobilistiche comprendono Mercedes, Audi, Volkswagen, Porsche e BMW, avrebbero limitato e ritardato l’uso della tecnologia che avrebbe ridotto le emissioni di auto diesel e benzina.
La comunicazione della UE arriva un anno e mezzo dopo che le autorità hanno perquisito per la prima volta gli uffici delle tre società sulle segnalazioni di possibili collusioni. All’inizio di quell’anno, la redazione di Der Spiegel sosteneva che le case automobilistiche tedesche si incontrarono in gruppi di lavoro segreti risalenti agli anni ’90 e che tentarono di colludere sulle emissioni di gasolio. L’anno scorso, la commissione ha annunciato l’apertura di un’indagine approfondita.
Nel caso in cui i giudici dovessero confermare le accuse della UE, le case automobilistiche rischiano una pesantissima multa di miliardi e miliardi di euro (fino al 10% delle entrate annuali). Considerando che tutte stanno affrontando una transizione molto costosa verso la mobilità elettrica, sarebbe un colpo molto importante nei confronti della concorrenza.
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