Il titolo di questo editoriale non vuole essere una semplice e superflua provocazione, se non altro perché “quasi” tutti sappiamo che, potendo, è sempre preferibile acquistare il migliore processore possibile in relazione al nostro ambito di utilizzo, gaming compreso. Nella realtà però non è cosi, o meglio, tranne alcuni casi dove sostanzialmente i costi non sono un problema, oggi bilanciare una build gaming valida dal punto di vista prestazioni/prezzo senza sbagliare richiede comunque un certo impegno; ci sono ovviamente delle eccezioni, ma è palese che non basta consigliare il miglior processore del momento per archiviare la questione.
Il recente debutto dell’AMD Ryzen 7 9800X3D, ovvero quella che viene definito da tutti come la migliore CPU per il gaming, ci offre un assist perfetto per fare il punto della situazione sul segmento dei processori desktop consumer a fine 2024. L’ultimo periodo è stato abbastanza ricco di novità; in estate sono arrivati gli AMD Ryzen 9000 Zen5, seguiti a qualche settimana di distanza dagli Intel Core Ultra 200S Arrow Lake, chiudendo appunto con il Ryzen 9800X3D e gli altri modelli della serie Ryzen 9000 X3D che lo seguiranno a breve.
Lo spunto di riflessione non ce lo offre solo il nuovo processore AMD, sicuramente valido e in linea con le aspettative di tutti, ma più che altro una sorta di disinformazione o, per essere più leggeri, esagerazione di titoli e commenti che trapela da una parte degli addetti ai lavori (e non); parliamo di fonti più o meno autorevoli, ma non per questo immuni da errori di valutazione o esposizione dei contenuti che possono alla fine risultare fuorvianti per l’utente medio o per chi è alle prime armi.
Anticipando subito che anche noi possiamo incappare in errori di valutazione, il nostro intento non è quello di criticare il lavoro dei colleghi; ogni recensore ha le sue tecniche e conoscenze, che magari porta avanti con tanti anni di esperienza, ma in linea di massima oggi notiamo una sorta di moda ad allinearsi alle idee e alle metodologie di test dei “canali” più in voga del momento. Sia chiaro, è anche un modo per tirare a campare, ma alla lunga questo “salto nella mischia” rischia di creare un circolo vizioso che alla fine non fa che danneggiare il lettore meno esperto, o comunque rischia di non proporgli un quadro reale e completo della situazione.
Oggi cercheremo di discutere della questione e capire il reale impatto di un processore nel gaming nel momento in cui cambiamo risoluzione e scheda grafica, ma non solo; questo in realtà non sarà il nostro fulcro, mentre ci focalizzeremo nel riconsiderare quello che davvero conta per l’utente finale, ovvero sposare le proprie esigenze in fatto di prestazioni e portafogli.
In questo contesto si devono introdurre sicuramente altri concetti, tra questi entrano in gioco i “colli di bottiglia” e quello che viene comunamente definito “FPS target“, cioè l’obiettivo finale dell’utente per la sua esperienza in gaming tenendo conto di tutte le variabili, non solo relative al resto delle componenti (monitor incluso), ma anche dei costi e della convenienza che dimostra un particolare prodotto.
Indice:
- CPU e PC gaming: tra falsi miti, marketing e colli di bottiglia
- CPU vs GPU nel PC Gaming: la risoluzione conta, ma non quanto l’FPS target
- CPU e prestazioni in gaming: perché è importante ampliare gli scenari di test
- Benchmark grafici e processori: ecco come cambia l’interpretazione dei risultati
- Considerazioni finali
CPU e PC gaming: tra falsi miti, marketing e colli di bottiglia
Sentire l’espressione “il prodotto x fa pena rispetto a quello y”, o parafrasi ancora peggiori, risulta piuttosto deludente per chi opera in questo settore da anni e da sempre accoglie le novità/migliorie tecnologiche con un certo entusiasmo; questo non si fa solo per lavoro, ma anche per passione e con la volontà di tirar fuori il meglio dei prodotti di generazione in generazione per esporlo ai lettori.
Non è una questione di azienda e brand, oggi è favorito uno e domani l’altro, ma come detto di un approccio obiettivo di base che va deteriorandosi per favorire l’audience (si pensa) a discapito di quella che poi è la realtà e l’esperienza utente quotidiana. Prima di andare ulteriormente avanti, apriamo e chiudiamo una parentesi per “tirare fuori” dalla discussione eventuali affiliazioni o collaborazioni sottobanco della stampa con una o l’altra azienda, situazioni che, inutile ribadirlo, vanno escluse da qualsiasi analisi oggettiva.
Fatte le premesse del caso, torniamo sull’argomento CPU da gaming per fissare alcuni concetti base per chi è alle prime armi e si avvicina ora al mondo del PC gaming, o ancora, non ha mai prestato attenzione ad alcune nozioni base divenute ormai delle fondamenta solide quando ragioniamo su computer, prestazioni nei giochi e i cosiddetti colli di bottiglia. Come al solito cerchiamo di rendere le cose molto elementari, o per meglio dire, fruibili anche a chi potrebbe imbattersi per caso in questo articolo senza alcun bagaglio tecnico sull’argomento.
In linea di massima, quando parliamo di processori e prestazioni nei giochi, un modello A è da preferire a un modello B se il primo garantisce un frame-rate più elevato a parità di configurazione hardware, scheda grafica e memoria RAM; a questo possiamo abbinare anche i consumi, elemento altrettanto determinante nella scelta di una CPU a parità di performance. Qui entriamo subito nel concetto di “collo di bottiglia“, un termine molto utilizzato dai recensori per evidenziare che un determinato elemento/componente (CPU in questo caso) sta penalizzando la prestazione assoluta del sistema in un determinato ambito.
In un PC gaming, che sia un desktop o un notebook poco importa, il collo di bottiglia può essere rappresentato però anche dalla GPU, o se preferite scheda grafica; per farla breve, se un scheda grafica non riesce ad andare oltre un determinato numero di frame per secondo a una data risoluzione, è inutile cercare di migliorare la situazione cambiando processore e sprecando denaro.
Ma non è tutto. Se la scheda grafica sta creando un collo di bottiglia per evidenti questioni tecnico/prestazionali, la stessa potrebbe portarci a interpretare male le prestazioni assolute di un processore nei giochi; sia chiaro, non è vietato o errato abbinare un processore di fascia top a una scheda video di fascia leggermente inferiore, l’importante è come si interpretano i risultati e come l’autore o recensore si pone verso il lettore/utente finale.
Per farla breve, quando si espone un concetto o si argomentano delle conclusioni alla fine di una recensione del genere, è sempre meglio sottolineare che quel particolare scenario ha portato a quel determinato risultato, ma non si tratta di un dato assoluto e soprattutto che rispecchia tutti gli scenari possibili (al contrario uno solo).
CPU vs GPU nel PC Gaming: la risoluzione conta, ma non quanto l’FPS target
Specifichiamo anche qui che, come in apertura, il titolo di questo paragrafo deve essere un attimo interpretato. Nel gaming infatti la risoluzione conta moltissimo, anzi è determinante sulle prestazioni della GPU e sul frame-rate ottenibile nei giochi.
In questo caso tuttavia non si discute di performance assoluta, bensì di scenario utente o, per meglio dire, del cosiddetto “FPS target“, ovvero cosa pretende il gamer dalla sua esperienza nei giochi. Capirete bene che in quest’ottica conta molto anche il monitor che abbiamo a disposizione, quindi un conto sarà un FPS target di 120-144 FPS a 1080P, tutt’altra cosa se miriamo al 1440P o al 4K ad alto frame-rate (144 Hz o 240 Hz ad esempio).
Anche qui non scopriamo niente di nuovo, tuttavia, riallacciandoci all’introduzione e ai falsi miti ormai dilaganti, siamo arrivati alla conclusione che seppur i test grafici a 1080P con la GPU più potente di turno (sia un RTX 4090, la prossima RTX 5090 o Radeon RX 8900 XT) siano a prima vista l’indicatore perfetto per capire quale sia la CPU più valida in assoluto, non rappresentano l’unico modo per proporre all’utente uno scenario di utilizzo reale, anzi il contrario, una situazione limite che nella maggior parte dei casi non si ripresenterà.
Per ribadire ulteriormente il concetto facciamo un ulteriore esempio che in realtà va proprio a favore dei cosiddetti processori “da gaming”, ovvero quei modelli come i Ryzen X3D di AMD o gli Intel più spinti (vedi ad esempio il Core i9-14900K) che hanno una marcia in più nei giochi per diversi motivi. Bene, prendendo in esame una sessione di gioco a 1080P con uno qualsiasi di questi processori e una NVIDIA GeForce RTX 4090, i risultati che possiamo ottenere sono in linea di massima i migliori in assoluto, in quanto la GPU NVIDIA a quella risoluzione riesce a offrire un frame-rate elevatissimo che solo il processore può inficiare (per diversi motivi, frequenza, cache, latenza ecc).
Questa peculiarità, davvero semplice da verificare nella pratica, viene a galla subito se paragoniamo le prestazioni di queste CPU top di gamma con modelli di fascia entry-level o comunque medio/bassa, il tutto ovviamente mantenendo inalterata il resto della configurazione con l’ipotetica GeForce RTX 4090. A questo punto, stilata una classifica (più o meno lunga) delle prestazioni ottenute con questa configurazione e le relative differenze percentuali, facciamo una cosa, non cambiamo risoluzione ma sostituiamo la scheda grafica, mettendo in campo un modello meno potente di GPU come può essere una GeForce RTX 4070 SUPER o una Radeon RX 7800 XT.
Ci accorgeremo subito che, anche con la RTX 4070 SUPER di turno, i processori più veloci manterranno sempre un certo vantaggio, il tutto però con una percentuale sicuramente inferiore rispetto alla sessione effettuata con GeForce RTX 4090. Qui torna prepotente l’FPS target. Se il mio obiettivo è giocare a 1080P, 1440P o anche 4K, a un determinato frame-rate legato a GPU e monitor, non devo per forza scegliere il miglior processore da gaming in circolazione, ma più in generale quello o quelli che soddisfano tale requisito.
Certo, in ottica aggiornamenti futuri e durata nel tempo si potrebbe pensare sempre a un processore più potente/veloce, ma se abbiamo chiaro l’FPS target, legato in modo imprescindibile anche al nostro monitor, un qualsiasi processore più economico che sia capace di garantire quelle prestazioni non può essere sconsigliato perché c’è un modello della concorrenza che ha “le migliori prestazioni” in assoluto.
Se evidenziamo tale aspetto a uno dei tanti recensori che sposa questa linea di pensiero ormai diffusa (in cui potremmo rientrare in parte anche noi), di sicuro ci risponderà fermamente che il classico test a 1080P con GPU top è l’unico indicatore valido delle prestazioni assolute di una CPU in gaming, verificando non solo gli FPS medi ma anche quelli minimi (1% low), il che è vero ma ribadiamo poco utile in un ambito di utilizzo reale e soprattutto a un utente alle prime armi che magari non potrà mai acquistare un GeForce RTX 4090.
Per chiudere, ribadiamo quindi che tranne alcuni rari casi, non vedremo mai un’accoppiata tra un processore flagship e una scheda grafica top impegnati nel gaming a 1080P con dettagli medi o ancora peggio bassi. Si tratta chiaramente di un esempio poco realistico, quindi anche puntualizzando che un determinato processore è in generale quello che garantisce in percentuale variabile il miglior frame-rate medio (o anche minimo), non possiamo considerare spazzatura il resto, senza contare che quel preciso processore potrebbe essere del tutto superfluo per la maggioranza dell’utenza.
Visto l’andamento del mercato CPU, i trend legati al marketing suggeriti dalle stesse aziende produttrici che, a oggi, sembrano aver “contagiato” troppo anche la stampa e gli addetti ai lavori, siamo giunti alla conclusione che a fine 2024 sarebbe meglio tornare a testare e valutare i processori nei giochi con uno sguardo più oggettivo e soprattutto tenendo conto di più fattori/risoluzioni.
Il nostro esempio per semplificare la questione è sempre il solito; senza scomodare i professionisti degli eSports, che sono in grado di sfruttare monitor sopra i 300-400 Hz, sfidiamo chiunque a distinguere durate una sessione di gaming a 1080P un frame-rate a 350 FPS rispetto a 360 FPS. Sia chiaro, lo stesso vale per una sessione di Cinebench o qualsiasi altro benchmark, ma il linea di massima quello che dovrebbe cambiare è l’approccio di base, le considerazioni e i consigli che si danno ad utenti che magari non hanno mai messo mano a una CPU o a una scheda grafica.
CPU e prestazioni in gaming: perché è importante ampliare gli scenari di test
Non vogliamo tediarvi con ulteriori consigli o argomentazioni sui dati prestazionali di processori e schede video che, inutile quasi ribadirlo, in questi casi si commentano da soli. Giusto per chiarire qualcuno dei concetti espressi sopra però, vi proponiamo una serie di benchmark ad hoc che evidenzierà come sia semplice interpretare in modo diverso le prestazioni di un determinato processore rispetto a un altro, semplicemente approcciando la sessione di test in modo differente.
Ampliare le variabili legate a risoluzione e combinazioni hardware, così come il numero di giochi presi in esame, porterà quasi sempre a risultati diversi, o comunque seppur sulla stessa direzione, con scarti percentuali ancora più precisi. La differenza tra un approccio del genere rispetto a uno di tipo unilaterale come può essere il solo gaming a 1080P, ci fornisce senza alcun dubbio più di uno scenario utente e non il singolo caso dove, passateci il termine, si pensa solo a “sparare” gli FPS al massimo.
La nostra nuova metodologia di prova
Il lettore più attento potrebbe notare qualche discrepanza quando affermiamo che bisogna ampliare gli scenari di prova e poi ci apprestiamo a confermare la nostra tesi proponendo, ci autocitiamo, “qualche test”. Anche qui c’è bisogno un attimo di chiarezza.
Sia ben chiaro, utilizzare e analizzare un buon numero di giochi ci permette di incrementare la forbice prestazionale (se esiste) tra i vari modelli di CPU, per uno scenario più credibile e realistico. Allo stesso tempo affermiamo senza problemi che è vero anche il contrario; ovvero, non è l’unico modo per evidenziare questo trend, anzi ve lo dimostreremo subito prendendo volutamente come riferimento un numero limitato di giochi.
Ma passiamo alla pratica, il modo migliore e più semplice per concretizzare tutto il giro di parole che ci ha portato fino a qui. Per l’occasione abbiamo messo in campo alcune configurazioni hardware che verranno testate non più solo a risoluzione 1080P, ma anche a 1440P e 4K; lo ribadiamo ancora una volta, più sono i titoli e le CPU in prova e più accurati possono essere i risultati assoluti, tuttavia per capire il nostro nuovo approccio vedrete che non sono necessari 30 giochi (ce ne servono solo tre).
Configurazione hardware
Per concretizzare subito il nostro punto di vista, la piattaforma hardware prende in esame solo quattro processori, mentre a differenza di quanto vediamo in giro, saranno due le schede grafiche che utilizzeremo per ampliare gli scenari utente. Eccola la configurazione nel dettaglio:
- Processori:
- Dissipatori:
- Schede madri:
- ASUS ROG CROSSHAIR X870E Hero (AMD AM5)
- ASUS ROG Maximus Z890 Hero (Intel LGA 1851)
- Gigabyte Z790 AORUS ELITE X WiFi 7 (Intel LGA 1700)
- Schede grafiche:
- SSD:
- Alimentatore: Corsair RM1000x 1000 watt
- Sistema Operativo Windows 11 PRO (23H2) e driver aggiornati all’ultima versione disponibile
Giochi testati a 1080P, 1440P e 2160P
- Shadow of The Tomb Rider (ULTRA nativo)
- Hitman 3 (ULTRA nativo)
- Cyberpunk 2077 (ULTRA nativo)
Benchmark grafici e processori: ecco come cambia l’interpretazione dei risultati
Come vedremo a breve nei grafici, queste nuove tornate di test prendono in esame i tre processori “più discussi” del momento, ovvero AMD Ryzen 7 9800X3D, Intel Core Ultra 9 285K e Intel Core i9-14900K; a questo trio abbiamo aggiunto di proposito una CPU nettamente più economica come il Ryzen 5 9600X, di grande aiuto per confermare quanto argomentato fino a qui.
C’è da dire subito che i benchmark non stravolgono i valori in campo in quanto a prestazione assoluta, ma sicuramente ci portano (e vi porteranno) a riconsiderare il rapporto prestazioni/prezzo in modo significativo.
Test in gaming con NVIDIA GeForce RTX 4090
Iniziamo con la tornata di benchmark dove è stata utilizzata la NVIDIA GeForce RTX 4090; nonostante i titoli siano solo tre, testare anche le risoluzioni 1440P e 2160P ci permette di triplicare gli scenari utente, soprattutto considerando la diffusione sempre maggiore di monitor QHD e 4K in ambito gaming.
Come anticipato, guardando i grafici salta subito all’occhio che a 1080P c’è un’evidente divario tra il Ryzen 7 9800X3D e gli altri modelli di CPU, non solo per FPS medi ma anche se prendiamo in esame l’1% Low. Nonostante quanto appena detto, questo è vero per un terzo degli scenari utenti proposti; cosa succede invece a 1440P e 2160P? Facciamo subito due conti.
Nei benchmark a 1080P con GeForce RTX 4090, il Ryzen 7 9800X3D è sicuramente su un altro pianeta (almeno in questi giochi), staccando del 13,5% il Core i9-14900K, del 20,4% il Core Ultra 9 285K e sino al 24,4% il modesto Ryzen 5 9600X. Senza andare ulteriormente avanti, basta questo per sconsigliare i processori battuti nei benchmark a 1080P?
Assolutamente no! Se abbiamo intenzione di giocare su un monitor 1080P a 144/240 Hz, scenario comunque insensato perché non sfruttiamo minimamente una GeForce RTX 4090, qualsiasi dei processori testati potrebbe andare bene (o quasi). C’è infatti da considerare sempre il titolo/gioco preso in esame; ad esempio su Cyberpunk 2077, anche con una GeForce RTX 4090 non potremo mai fare 300 FPS con dettagli Ultra a risoluzione nativa senza DLSS o Frame-Generator.
Allo stesso tempo, questo è uno scenario dove un chip come il Ryzen 7 9800X3D ha fatto un netta differenza; infatti con una media di 220 FPS ci permetterebbe di abbinare al nostro PC un monitor 1080P da 180-200 Hz, cosa superflua se optiamo per gli altri modelli di CPU in prova che si fermano in pratica a 1080P 144 Hz (questi ragionamenti dovrebbero essere fatti su tutti i titoli, quindi capirete bene anche perché si tende a snellire le procedure).
Come diceva un famoso conduttore, non è finita qui. Se alziamo il tiro e ci spostiamo su risoluzioni più sensate e adatte alla GeForce RTX 4090, ovvero 1440P Ultra e 2160P Ultra, vediamo che in QuadHD il nuovo chip AMD è ancora avanti al Core i9-14900K, ma solo del 3,1%, salendo a un +7,6% sull’Intel Core Ultra 9 285K, massacrato nelle recensioni della maggior parte della stampa; rimane nettamente più indietro il Ryzen 5 9600X che, con un frame-rate medio inferiore del 18%, ha dalla sua solo un prezzo che è la metà del fratello maggiore, se non il triplo in questo preciso periodo dove la disponibilità del 9800X3D è bassa.
A suggellare questa sessione troviamo il classico test in 4K Ultra, un preset eliminato dalle opzioni dei recensori in quanto livella le prestazioni di tutte le CPU (di un certo calibro aggiungiamo), e così è stato anche per noi. Paradossalmente, per la maggior parte di utenti e addetti ai lavori, il gaming in 4K con una GeForce RTX 4090 è l’unico scenario di utilizzo “reale” da non tenere in considerazione se dobbiamo consigliare “praticamente” una CPU per giocare con una GeForce RTX 4090 (un vero controsenso).
Prima di passare alla seconda e definitiva sessione di test con un GeForce RTX 4070 SUPER, per essere davvero obiettivi in questa occasione possiamo/dobbiamo affermare che:
il Ryzen 7 9800X3D è il processore più veloce del lotto per quanto riguarda il gaming, sicuramente stravince in 1080P nei giochi ad alto frame-rate, mentre a 1440P e soprattutto in 4K potremmo optare tranquillamente per un altro modello (visti anche i costi attuali).
Test in gaming con NVIDIA GeForce RTX 4070 SUPER
Passando alla tornata di test con la NVIDIA GeForce RTX 4070 SUPER, quanto discusso poco sopra non fa che amplificarsi. Le considerazioni appena fatte si concretizzano in una serie di grafici ancora più omogenei che, allo stesso tempo, non nascondono l’efficacia, le prestazioni del Ryzen 7 9800X3D e della tecnologia AMD 3D V-Cache.
Quando abbiamo a disposizione una scheda grafica meno potente, capace di creare più velocemente un collo di bottiglia, la differenza prestazionale tra i processori si riduce ulteriormente fino a scemare quasi del tutto nelle sessioni di gioco a risoluzione 1440P e 4K. Analizzando i numeri crudi di questa tornata, viene fuori ad esempio che a 1080P Ryzen 7 9800X3D è il 7,6% più veloce di un Core i9-14900K e di un Ryzen 5 9600X (da 230 euro), battendo del 9,2% l’ultimo arrivato Core Ultra 9 285K.
Tuttavia, per una scheda grafica come la GeForce RTX 4070 SUPER, capace di produrre poco più di 200 FPS a 1080P Ultra, il 9800X3D non è per niente indispensabile, quindi anche in questo caso sarebbe errato sconsigliare uno degli altri tre modelli a un utente, almeno dal punto di vista prestazionale.
I benchmark a risoluzione 1440P propongono addirittura un’inversione di tendenza, il Core i9-14900K e il Ryzen 5 9600X hanno la meglio a livello di media, tuttavia nessuno potrebbe negare o omettere che tutti i processori inclusi nella prova vanno benissimo per quel preciso ambito di utilizzo; sarà l’utente a decidere a questo punto in base a prezzo, consumi e versatilità legata all’ambito di utilizzo e della piattaforma. Ancora una volta i test di chiusura con risoluzione a 2160P si muovono nella stessa direzione vista con la NVIDIA GeForce RTX 4090, ovvero una sorta di pareggio che vede leggermente dietro solo il Ryzen 5 9600X (-7%), mostrando nuovamente il tanto discusso collo di bottiglia.
Considerazioni finali
Le considerazioni da fare al termine di questo approfondimento sull’AMD Ryzen 7 9800X3D, ma soprattutto sul rapporto CPU/GPU e prestazioni in gaming, non sono tante, o meglio, sono state più volte espresse nel corso dell’articolo e secondo noi risultano abbastanza evidenti che ribadire ulteriormente tali concetti potrebbe risultare tedioso. Per chiudere in modo decisamente più conciso rispetto all’esposizione del nostro pensiero, quello che si vuole esprimere, scenari di test, validità degli stessi e rilevazione delle prestazioni a parte, sono le metodologie utilizzate quando si analizza un prodotto e le relative modalità di presentare i risultati al pubblico.
Come discusso sopra, la cosa da fare per proporre un’analisi più oggettiva è diversificare gli scenari di test in modo da offrire più opzioni e dati utili all’utente/lettore; il nostro caso è lampante, siamo passati dal giudicare il Ryzen 7 9800X3D come miglior processore in gaming valutando un solo scenario, ovvero gaming a 1080P, a ben sei scenari differenti. Nel caso invece in cui, il recensore/giornalista di turno sia comunque convinto del suo approccio unilaterale, sarebbe quantomeno corretto specificare sempre che quel determinato risultato è riscontrabile, o comunque utile, in un particolare scenario utente; nel caso del Ryzen 7 9800X3D parliamo di gaming a 1080P, in particolare ad alto refresh-rate.
Che poi il Ryzen 7 9800X3D faccia segnare i migliori risultati nei benchmark 1080P (e non solo) è evidente. Solo chi volesse “camuffare” la realtà potrebbe affermare (e scrivere, anche con grafici) il contrario; al contempo, questo senso di “realtà” e lealtà dell’editore andrebbe utilizzato sempre, anche quando si consigliano i prodotti ai propri utenti/lettori o si creano delle guide all’acquisto che, nella pratica, risultano completamente in contrasto con quanto si esprime nelle recensioni stesse.
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