A cinque mesi dal debutto ufficiale sul mercato e dalle prime recensioni indipendenti, compresa la nostra, torniamo sui processori Intel Core Ultra 200S desktop per una “riprova” del top di gamma Core Ultra 9 285K. Nel corso delle settimane post-lancio, abbiamo avuto modo di approfondire le nostre conoscenze sulla piattaforma e sulle prestazioni delle ultime CPU di casa Intel, non solo in rapporto alla precedente generazione Core 14a gen “Raptor Lake”, ma anche rispetto alla controparte AMD Ryzen 9000 e Ryzen 9000 X3D.
Il lancio dei primi processori Intel Core Ultra 200S probabilmente non è stato tra i più memorabili per l’azienda di Santa Clara. I motivi dietro questa falsa partenza potrebbero essere diversi e si sono avvicendati anche con un periodo non particolarmente roseo per il produttore, attualmente ancora in fase di ripresa.
In linea di massima quello che in molti non hanno gradito dei processori Core Ultra 200 è la resa di quest’ultima generazione di chip desktop nei giochi e più in particolare nel gaming ad alto frame-rate. Detta così potrebbe risultare quasi una pietra tombale per Intel, e per una buona parte della stampa in effetti è stato così, quasi a non voler dare una seconda opportunità ad Arrow Lake ed evitando anche di ricercare quali potrebbero essere gli elementi da migliorare (o modificabili se vogliamo porla così).
Per il resto, i processori e più in generale la piattaforma Arrow Lake ha poco da invidiare ad altre soluzioni, in casa Intel e non. Certo la sfida con gli AMD Ryzen serie 9000 non è per niente semplice, soprattutto dopo l’arrivo dei nuovi flagship Ryzen 9 9000X3D, tuttavia abbiamo visto da più fonti che le proposte Intel, e in particolare i top di gamma Core Ultra 9 e Core Ultra 7, vantano ancora tra le migliori prestazioni in assoluto in diversi applicativi single e multi core, quindi un miglioramento/ottimizzazione lato gaming potrebbe solo aiutare, anche se non possiamo ignorare che in questi giorni si parla già di Arrow Lake refresh e CPU Intel Next-Gen.
Indice:
Intel Core Ultra 200: un piccolo recap delle caratteristiche tecniche
Per chi non avesse seguito il filone degli articoli sui processori Intel Core Ultra 200S Arrow Lake, oppure abbia del tutto ignorato questa serie di prodotti solo perché l’ha suggerito un’ampia parte della stampa, ci sembra utile fare un breve riepilogo sulle caratteristiche tecniche e sulle novità implementate dall’azienda rispetto agli ancora molto validi Intel Core 14a gen “Raptor Lake-S”.
Che Intel abbia migliorato diversi aspetti rispetto alla precedente generazione di CPU desktop non si può negare. Si parte da un approccio completamente rivisto per il design del chip che, a differenza del passato, non è più monolitico ma potremmo dire multi-chip. Intel definisce questo approccio multi-tile, ovvero delle unità indipendenti (tile appunto) collegate con un BUS ad alta velocità che integrano le diverse componenti del processore, in questo caso: CPU, GPU Integrata, NPU, SoC e I/O.
L’architettura CPU rimane di tipo ibrido, ovvero con la coesistenza tra Core Performance e Core Efficienti, in questo caso P-Core Lion Cove ed E-Core Skymont. Intel a questo proposito dichiara un incremento dell’IPC del 9% (P-Core) e un boost in multi-thread del 10-15%, il tutto con un abbattimento dei consumi che in alcuni casi può arrivare al 40%, (dati che abbiamo confermato anche coi nostri test sul campo).
I processori Arrow Lake sono anche i primi a integrare una NPU dedicata per i carichi rivolti all’Intelligenza Artificiale, migliorano sotto il profilo della sicurezza e, cosa altrettanto importante, nella gestione delle memorie DDR5 ad alta frequenza, comprese le più recenti DDR5 CUDIMM.
A chiudere il “pacchetto” Arrow Lake-S troviamo infine un chip grafico integrato basato su architettura Arc; una soluzione nettamente superiore alla vecchia generazione (vedi Intel UH7xx) che, grazie a 4 Xe Core dedicati (con supporto RT, DX12 e AV1), garantisce un balzo prestazionale anche del 100% in base all’ambito di utilizzo o al gioco preso in esame. A completare la dotazione della piattaforma Intel Core Ultra 200S troviamo poi un’ampia capacità di espansione e connettività, con supporto ai più recenti standard come PCI-E 5.0, DDR5 CUDIMM, WiFi 7 e Thunderbolt 5 sino a 80/120 Gbps.
Intel Core Ultra 9 285K: una CPU sottovalutata che ha invece ha molto potenziale
In quanto addetti ai lavori, ma soprattutto da appassionati che seguono il settore da oltre un ventennio, possiamo affermare senza problemi che l’indifferenza e la mancanza di approfondimenti tecnici dimostrata da una parte della stampa in occasione del lancio delle CPU Core Ultra 200S, ci ha lasciato alquanto sorpresi. È bastato un filone di articoli tra le testate più in voga del momento, con focus tutti basati sul gaming a 1080P, per tagliare le gambe a quella che secondo noi invece è un’ottima linea di prodotti, capace come visto di primeggiare ancora in diversi ambiti di utilizzo.
Non è una questione di Intel vs AMD, di Arrow Lake vs Raptor Lake o Ryzen, ma di esaminare cosa offre una determinata architettura CPU e la relativa piattaforma, questo sia per prestazioni che per capacità di espansione, connettività e versatilità. Sicuramente Intel ci ha messo del suo per complicare le cose nella fase post-lancio (ndr), così come AMD non è semplice da battere con gli ottimi Ryzen 9000, ma da questo a escludere o boicottare una completa generazione di processori c’è qualcosa che non torna.
In quest’ottica anche i modelli flagship sono stati ampiamente penalizzati, in primis il Core Ultra 9 285K, un processore invece molto valido e con ottime prestazioni in tutti gli ambiti di utilizzo, gaming compreso. Qui ovviamente potremmo ricevere le prime opposizioni, ma teniamo a precisare ancora una volta che non si tratta di un ragionamento pro Intel, ma piuttosto di un approccio che vuole offrire all’utente una visione un po’ più ampia e realistica della situazione in ambito CPU consumer.
Dal lato della nostra esperienza in campo processori desktop, ma soprattutto dopo una costante fase di testing e utilizzo quotidiano abbinato a un confronto diretto con i colleghi di settore, siamo arrivati alla conclusione che alla base del “comportamento” dei processori Intel Core Ultra 200S c’è senza dubbio il design multi-tile, o meglio, il nuovo approccio di Intel multi-chip (e non monolitico) che impatta in modo determinante sulle latenze del memory controller e di conseguenza anche sulla resa nel gaming ad alto refresh-rate.
Senza entrare troppo nel merito tecnico, soprattutto perché Intel stessa ha aggiunto nuove interfacce di collegamento tra le varie componenti e tile del chip, questa peculiarità fa un certa differenza proprio quando ci ritroviamo in scenari come il gaming a 1080P e alto frame-rate, ovvero dove solitamente vengono richieste più risorse alla CPU in tempo reale. Nei nostri test e approfondimenti dei mesi scorsi siamo riusciti ad abbattere queste latenze semplicemente aggiustando alcuni parametri presenti nel BIOS delle schede madri Arrow Lake, un’operazione che ovviamente non si può chiedere di fare a un utente standard, ma neanche a un utente esperto che magari col PC ci lavora anche da anni e non ha idea di come ci si muova nel BIOS.
La strada del tweaking quindi, per quanto possa essere efficace (cercheremo di verificare anche quanto può incidere nei giochi) non è percorribile a questo punto per cercare di “mitigare” la situazione, ribadiamo “solo” in questo preciso ambito di utilizzo. Qui però entra in gioco Intel che, già in occasione del CES di Las Vegas, aveva proposto diversi aggiustamenti del microcode abbinati ad aggiornamenti Windows mirati e per i quali è richiesta l’ultima versione di Windows 11 24H2.
Bene, in questo ulteriore articolo di approfondimento prenderemo in esame proprio le modifiche apportate da Intel e dai partner in quanto a nuovi BIOS, cercando di verificare e soprattutto quantificare i miglioramenti delle CPU Arrow Lake-S (se e dove ci sono aggiungiamo). Per farlo ovviamente dovremo mettere a confronto i risultati ottenuti con le precedenti versioni del BIOS e di Windows 11, ma di questo parleremo nel paragrafo successivo.
Vi lasciamo con la scheda tecnica del Core Ultra 9 285K, modello che avevamo già recensito e che ci servirà anche per cercare di chiudere il cerchio sulla questione Arrow Lake e prestazioni nel gaming.
Specifiche tecniche Intel Core Ultra 9 285K
- Processo Produttivo TSMC N3B a 3 nanometri
- Architettura Lion Cove + Skymont
- Core/Thread 24C/24T (8C/8T+16C/16T)
- Intel Smart Cache 36MB
- Frequenza Base 3,7 GHz (P-Core), 3,2 GHz (E-Core)
- Frequenza Turbo Boost Massima 5,7 GHz (P-Core), 4,6 GHz (E-Core)
- Supporto DDR5 6.400 MT/s
- Grafica Intel Xe Arc – TSMC 5 nanometri (IO e SoC Tile a 6 nm)
- PCI-E 20 linee PCI-E 5.0 + 2 Thunderbolt 4 40 Gbps
- TDP (PL1) o Processor Base Power (PBP) 125 watt
- TDP (PL2) o Maximum Turbo Power (MTP) 250 watt
- Socket LGA 1851
Intel Core Ultra 200 Arrow Lake-S: la nostra (ri)prova
Come anticipato poco sopra, il nostro compito oggi è cercare di quantificare e/o confermare quanto impattano le correzioni proposte da Intel sul microcode e i BIOS aggiornati per le schede madri serie 800, Intel Z890 in primis. Nel nostro caso faremo una cosa molto semplice, senza cercare troppi confronti del caso (già fatti), andremo a misurare le prestazioni del Core Ultra 9 285K con un BIOS “pre-Patch” e con Windows 11 23H2, ripetendo i test in una seconda sessione con un’installazione fresca di Windows 11 24H2 abbinata all’ultimo firmware disponibile con le correzioni ad hoc. Ma quali sono le correzioni di cui si parla?
Anche qui non andiamo troppo nel dettaglio perché non aiuterebbe l’utente medio a comprendere del tutto la dinamica dei chip Arrow Lake; al CES 2025 Intel aveva parlato di diversi parametri/correzioni, in particolare dell’ottimizzazione della tecnologia APO (che richiede l’ultima versione di Windows 11), dei piani di alimentazione della CPU (in particolare di modificare quello Bilanciato) e di altre opzioni non del tutto chiare come ad esempio “CCF Auto GV” che, da quello che sappiamo, dovrebbe essere un’opzione da disabilitare.
Le ultime versioni dei BIOS dovrebbero comunque garantire la corretta impostazione di tutti i parametri per un funzionamento ottimale, così come è consigliata l’ultima patch disponibile per Windows 11 24H2. Il resto della nostra configurazione invece sarà questa:
- Intel Core Ultra 9 285K
- Dissipatore Corsair iCUE LINK H150i LCD
- Scheda madre ASUS ROG STRIX Z890-E GAMING WIFI BIOS 1101 e BIOS 1501
- Memoria RAM Corsair Vengeance RGB DDR5 CUDIMM 8.400 MT/s – 48 GB – CAS 40
- Scheda grafica ASUS TUF GAMING GeForce RTX 5070 Ti OC
- SSD Corsair MP600 PRO LPX 2 TB e PNY CS2150 1 TB
- Alimentatore NZXT C1500 Platinum
- Sistema operativo Windows 11 23H2 e Windows 11 24H2
Intel Core Ultra 9 285K: è migliorato davvero grazie ai BIOS e alle ottimizzazioni Windows?
Eccoci a fare il punto della situazione sulle prestazioni di Intel Arrow Lake-S con i nuovi BIOS, microcode e gli ultimi aggiornamenti Windows del caso. Prima di vedere in numeri nel dettaglio, vogliamo ricordare che questa prova mira a evidenziare gli eventuali miglioramenti in ambito gaming (soprattutto a 1080P), mentre in ottica calcolo CPU, produttività e multi-tasking le prestazioni di Arrow Lake-S avevano già convinto in fase di lancio.
Per offrirvi un quadro completo della situazione abbiamo comunque ripetuto la quasi totalità dei nostri benchmark, così da poter cogliere ulteriori migliorie anche dove non previste dalle patch Intel (se esistenti ovviamente). Partiamo subito con i test relativi alle prestazioni assolute del processore in vari scenari, dal rendering alla produttività.
In sintesi, per chi non vuole buttarsi nella consultazione dei grafici, notiamo che gli aggiornamenti proposti da Intel e Microsoft non stravolgono il comportamento del nostro Intel Core Ultra 9 285K; in alcuni casi notiamo in realtà un piccolo incremento delle prestazioni, ma parliamo di differenze che l’utente non riesce a cogliere a “occhio nudo” nell’esperienza quotidiana.
Nei giochi invece ci aspettiamo un miglioramento più convincente, quantomeno per capire definitivamente se Arrow Lake pecca o meno in quei particolari scenari ad alto frame-rate. Ecco a voi i risultati:
In questo caso il comportamento del processore Intel Core Ultra 9 285K è più o meno lo stesso visto poco sopra; possiamo confermare che, almeno parzialmente, le prestazioni nei giochi migliorano senza però essere stravolte. Sembra quindi chiaro che questa architettura è leggermente dietro la precedente generazione in particolari scenari gaming.
La natura dell’architettura multi-tile dei chip Arrow Lake, compreso il memory controller, spesso influisce negativamente sulle latenze, impattando evidentemente sul frame-rate. Nella nostra esperienza con il Core Ultra 9 285K abbiamo individuato alcuni parametri che, con le dovute cautele, possono essere modificati per ridurre i tempi di accesso e più in generale le prestazioni globali del processore.
Nella nostra ultima tornata di test, o meglio l’ultima chance per questo validissimo processore, abbiamo cercato di limare ulteriormente le prestazioni modificando un totale di quattro parametri abbastanza importanti:
- CAS Latency: da C40-52-52-52 a C38-48-48-48
- Frequenza della Cache: da AUTO a 4.000 MHz
- Frequenza CPU D2D: da AUTO a x34
- Frequenza NGU: da AUTO a x35
Tali ottimizzazioni ci hanno permesso di migliorare ulteriormente il frame-rate nei giochi, senza però recuperare o invertire del tutto la tendenza rispetto agli Intel Core 14a gen. In titoli come Final Fantasy 14 e Cyberpunk 2077 ad esempio, non riusciamo neanche in questo caso a colmare il gap prestazionale verso il Core i9-14900K, pur migliorando rispetto alla prima tornata di test avvenuta nella fase post-lancio.
Nel contesto della resa generale del Core Ultra 9 285K in rapporto alla precedente generazione e al Core i9-14900K, non abbiamo considerato ancora i consumi e le temperature operative. Se infatti i chip Arrow Lake possono “soffrire” la perdita di qualche FPS nei giochi, lo stesso non si può dire infatti dell’efficienza e del calore dissipato; il confronto tra i top di gamma vede nettamente in vantaggio Arrow Lake con percentuali che si avvicinano al 30% se parliamo di gaming, oltre il 25% se invece guardiamo ad applicativi multi-threading.
Considerazioni
Mentre la stessa Intel pensa già ai processori Core Ultra next-gen, possiamo finalmente dare un giudizio definitivo su questa prima generazione di processori Core Ultra-S 200 desktop. Come anticipato sopra, non erano in discussione le prestazioni relative al calcolo puro e alla potenza multi-threading, ma piuttosto la resa in particolari giochi a basse risoluzioni e alto frame-rate.
Gli aggiustamenti di Intel relativi al microcode e non solo, legati direttamente all’ultima versione di Windows 11 24H2 sembrano aver avuto un certo effetto, ma possiamo dire senza problemi che non stravolgono le prestazioni di Arrow Lake e non cambiano i valori in campo rispetto ai competitor diretti (Raptor Lake compreso).
Detto questo, ancora oggi noi non riusciamo a bocciare del tutto un prodotto di questo tipo solo perché non brilla in tutti i giochi a 1080P, garantendo invece prestazioni di livello in tutti gli altri ambiti, compreso il gaming in 4K, garantendo al contempo un’ottima efficienza energetica. Una CPU come l’Intel Core Ultra 9 285K di certo non penalizza una GPU come la NVIDIA GeForce RTX 5070 Ti usata nella prova e neanche una GeForce RTX 5080 o RTX 5090, ovviamente se non puntiamo esclusivamente al gaming a 1080P che, converrete, nel 2025 non ha quasi alcun senso (eSports esclusi).
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