Qualche fortunato l’ha ricevuto in anteprima già da qualche settimana, ma per i “comuni mortali” il nuovo Mac Pro viene spedito proprio in questi giorni da Apple, e arrivano i risultati dei primi benchmark online. Da una macchina da lavoro così costosa ci si aspetta performance al top in ogni ambito, ma dai primi test sembra esserci qualcosa che non torna, almeno ad un primo sguardo.
All’interno del nuovo Mac Pro troviamo alcuni dei componenti migliori che si possono trovare sul mercato in questo momento:
- Processori Intel Xeon W fino a 28 core
- Fino a 1,5TB di memoria RAM DDR4 ECC (12 slot DIMM)
- Fino a 8TB di spazio di archiviazione su SSD
- Fino a 2x Radeon Pro Vega II con 2x32GB di memoria HBM2 a bordo
- Apple Afterburner per la riproduzione di tre flussi RAW in 8K o 12 flussi in 4K
Mac Pro Benchmark con GeekBench
Con una scheda tecnica del genere, ed un costo elevato rispetto ad una identica soluzione acquistata in un negozio online, ci aspettiamo performance al top in ogni settore. I ragazzi di Geekbench hanno così messo a paragone il nuovo Mac Pro con gli iMac, Mac Mini e MacBook Pro, sia della corrente generazione che di quelle passate, e sorpresa: il nuovo Mac Pro, anche nella sua configurazione a 16 core Xeon W, non è il più veloce Mac in circolazione in alcuni test.
Come si evince dal grafico dei risultati, in single-core le performance migliori le raggiunge il modello iMac 2019 da 27″ con a bordo Intel Core i9-9900K. Se molti lettori si chiedono come un modello di fascia chiaramente inferiore possa surclassare il nuovo Mac Pro, è presto detto: i risultati in single-core sono molto dipendenti dal clock del processore, che sui processori Intel Xeon è inferiore rispetto alle soluzioni i7/i9 utilizzate su altri prodotti Apple.
I processori Xeon sono prodotti per workstation o server, concepiti per eseguire molti task in parallelo e con un numero elevato di core: è impossibile pensare che possano garantire le stesse performance, per core, di un prodotto dotato della metà di unità di elaborazione.
Discorso differente invece se valutiamo il test di GeekBench in multi-core: qui il Mac Pro con 16 core regna in alto sulla classifica, anche se le performance non sono poi così distanti da iMac Pro del 2017, che utilizza hardware ovviamente più datato e un clock nettamente inferiore.
Come sempre, i test benchmark forniscono dati sintetici che sono utili a comprendere le potenzialità di elaborazione di un prodotto, ma non raccontano l’intera storia. Nonostante il prezzo esorbitante dei componenti per il nuovo Mac Pro, con configurazioni medio-alte che possono arrivare anche oltre i 50.000 euro, la tecnologia messa in campo da Apple per questo prodotto è di altissimo livello: a cominciare dai moduli MPX che racchiudono le Radeon Pro Vega II, passando per la scheda Afterburner che farà la felicità degli editor video professionali, finendo per un sistema di raffreddamento che riesce a tenere testa all’intero sistema sfruttando la circolazione d’aria mediante il design “a grattugia” del case.
La completa modularità dei componenti inoltre consente a questa workstation di Apple di raggiungere il notevole punteggio di 9/10 da parte di iFixit, i maestri del teardown. Significa che, in caso di guasti, riparare e sostituire i componenti dovrebbe essere estremamente semplice, ammesso che sia possibile trovare pezzi di ricambio.
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