Chi bazzica seriamente e da un po’ di tempo il mondo del PC gaming, magari con qualche annetto di esperienza sulle spalle come chi scrive, avrà sicuramente un’idea ben chiara dell’evoluzione e del cambiamento che questo segmento di mercato ha subito negli ultimi 15-20 anni. Il progresso tecnologico ha permesso di fare passi da gigante nel settore dell’informatica in tutti i rami che lo compongono (consumer e non), ma il mondo del PC “domestico” o fai da te, se così vogliamo chiamarlo per comodità, è probabilmente uno di quelli più interessati, non solo sotto il profilo delle tecnologie applicate e delle prestazioni offerte, ma anche per quanto concerne il rapporto con i prezzi, a dir poco lontani rispetto alla scorsa decade.
In quest’ottica di cambiamento ed evoluzione, abbiamo pensato a un articolo per cercare di fare il punto su una delle diatribe più discusse quando siamo di fronte al gaming da PC dal punto di vista dell’hardware, ossia quanto impatta il numero di core nei giochi nel 2023, nonché se avere a disposizione uno degli ultimi processori flagship, AMD o Intel a 8/16/24 o 32 core, può fare la differenza e nel caso quantificarla.
Indice:
Il PC Gaming si è evoluto ma la “sostanza” alla fine cambia o no?
Cercando di non andare troppo fuori dal seminato, visto l’argomento abbastanza vasto che si presta a divagazioni di vario genere, possiamo dire che a oggi il settore del PC gaming deve fare i conti con diverse realtà o, volendo essere più precisi, con alcuni elementi che non possono essere ignorati e che influenzano, o hanno influenzato, questa “evoluzione”. Al primo posto come detto c’è l’avanzare della tecnologia che, semplificando al massimo, permette di fare cose che 20 anni fa pensavamo fossero impossibili; sempre sulla stessa scia, ma altrettanto importante se vogliamo, c’è l’evoluzione che hanno avuto i giochi, neanche lontanamente paragonabili ai primi titoli per PC degli anni 2000 per grafica, realismo e requisiti di sistema. Per ultima, non per importanza ma semplicemente per natura, troviamo l’avanzata senza sosta delle console; al pari dei computer desktop e portatili infatti, queste ultime si sono evolute in modo esponenziale, garantendo con le ultime generazioni risultati a dir poco ottimi in quanto a qualità, dettagli e funzionalità implementate, creando di conseguenza un sorta di pressione sul mercato dei PC, se non per tipologia e ambito di utilizzo, quantomeno per prestazioni offerte.
Accettando il fatto che i titoli di ultima generazione, vedi un Cyberpunk 2077 ad esempio, sono ideati e sviluppati anche per mettere in luce le più recenti tecnologie proprietarie delle varie aziende (AMD e NVIDIA in primis), consideriamo il fenomeno delle console un mondo a parte (anche se non è più un fenomeno), se non altro perché il PC per sua natura non è vincolato solo al gaming, offrendo, come discusso in più occasioni, ampie possibilità di utilizzo e funzionalità del tutto diverse che tra le altre cose passano anche per il mondo lavorativo. Detto questo, i fattori che possono influenzare la nostra esperienza in gaming su PC sono diversi: abbiamo già citato i giochi e la loro natura o richiesta in termini di requisiti, ma al primo posto troviamo sicuramente componenti hardware come la scheda grafica e il processore, seguiti poi dalla tipologia di monitor che utilizziamo e dalle nostre periferiche (sempre più importanti).
Focalizzandoci come detto sul processore e guardando alle statistiche di settore, Steam su tutte per essere precisi, fino a poco tempo fa i processori quad-core dominavano la scena ed erano i più diffusi sui PC da gioco, segno che quattro core (magari con HT o SMT) erano sufficienti per giocare decentemente. A oggi invece, le statistiche sono giudate dai processori a 6 core che, con un 40,5% di market-share, dominano nei sistemi gaming seguiti dalle CPU a 4 e 8 core, oramai molto vicine ed entrambe con quote vicino al 18%. E’ evidente quindi che, i passi avanti fatti dall’hardware e allo stesso tempo dai giochi, hanno mutato l’abitudine dei gamer che si sono (e si stanno) adeguando, crendo alla fine quello che possiamo definire una sorta di circolo vizioso (non per forza in negativo però).
Snocciolato qualche dato, oltre che qualche considerazione personale, ora cercheremo di capire quanto può influire il numero di core della CPU sulle prestazioni assolute nel gaming, il tutto cercando di non complicarci troppo la vita e mirando, per quanto e dove possibile, a ricavare dati che siano attendibili e semplici da verificare.
Quanto contano i core della CPU in gaming – con cosa e come abbiamo testato
A oggi, dicembre 2023, il mercato dei processori consumer offre una scelta che possiamo definire più che vasta, non solo per prezzi, ma anche per prestazioni, funzionalità aggiuntive e tecnologie di ultima generazione come possono essere il supporto per memorie DDR5 ad alta frequenza, interfaccia PCI-E 5.0, WiFi 7 e molto altro ancora. Focalizzandoci su AMD e Intel, entrambe le aziende hanno a listino CPU che partono da 4-6 core arrivando ai modelli di punta a 24-32 core; queste ultime, almeno al momento, non sono proprio indispensabili per giocare visto che non abbiamo ancora titoli che possono saturare un numero di thread così elevato, tuttavia risultano spesso i modelli più spinti in frequenza e per questo i più gettonati per chi punta al massimo delle prestazioni nei giochi.
Al contempo, sia AMD che Intel vantano a catalogo quelli che possiamo definire CPU da gaming “pure”, si tratta solitamente dei modelli medio-gamma come possono essere gli Intel Core i5 o i Ryzen 5, senza dimenticare prodotti ad-hoc come le varianti AMD con tecnologie 3D V-Cache, molto ricercati per via delle loro spiccati doti nel gaming. Nel nostro caso, cercando di riprodurre uno scenario che possa essere il più attendibile possibile, abbiamo pensato di utilizzare un processore top di gamma come l’ultimo Intel Core i9-14900K, non tanto per le prestazioni che è in grado di offrire, ma perchè potremo verificare l’impatto del numero dei core disabilitandoli secondo le nostre esigenze; chiarendo che la prova poteva essere condotta anche su piattaforma AMD, in questo contesto potremo anche verificare quanto può impattare il numero dei core efficienti Intel nel gaming, tenendo presente che anche il competitor potrebbe muoversi in questa direzione nel prossimo futuro. Dopo quest’ultima nota di contorno, vediamo invece nel dettaglio la nostra build per questa sessione di test:
- CPU: Intel Core i9-14900K
- Dissipatore: AiO Corsair iCUE LINK H150i LCD
- Scheda madre: ASUS ROG Strix Z790-E Gaming WiFi II
- RAM: 32 GB Corsair Dominator Titanium RGB 7.200 MT/s
- Scheda grafica: PNY RTX 4060 XLR8 VERTO
- Storage SSD: Corsair MP600 PRO LPX 2TB
- Alimentatore: Corsair RM1000x 1000W
- Sistema operativo Windows 11 Pro e driver aggiornati alle ultime versioni
Come anticipato sopra, prenderemo il Core i9-14900K prima nella sua configurazione originaria a 24 core / 32 thread; successivamente disabilitermo i 16 E-Core per verificare l’impatto sui giochi quando utilizziamo un solo gli 8 P-Core, passando poi a una configurazione a 6 e 4 core. Questa metodologia ci permetterà di ridurre al minimo il margini di errore che potrebbero presentarsi cambiando piattaforma e/o processore optando per quattro modelli differenti; avremo a disposizione lo stesso quantitativo di cache L3, le medesime frequenze RAM e impostazioni dei timing. Ma riassumiamo il tutto per comodità:
- Sessione n.1: Core i9-14900K 24 core/32 Thread (8 P-Core + 16 E-Core attivi)
- Sessione n.2: Core i9-14900K 8 core/16 Thread (8 P-Core attivi)
- Sessione n.3: Core i9-14900K 6 core/12 Thread (6 P-Core attivi)
- Sessione n.4: Core i9-14900K 4 core/8 Thread (4 P-Core ativi)
Riguardo i titoli adoperati e le relative prestazioni in termini di FPS, per il nostro scopo non è richiesta per forza una GPU top di gamma, o meglio, possiamo utilizzare dei settaggi adeguati alla nostra GeForce RTX 4060 in modo da garantire facilmente un frame-rate molto sostanzioso. Per questo motivo abbiamo scelto di testare una suite di otto titoli (tra giochi e test sintetici) a risoluzione 1080P con dettagli medio-bassi; inutile quasi ribadire che, aumentanto il numero di giochi provati, il risultato sarà sempre più attendibile e omogeneo.
Benchmark per verificare le prestazioni:
- 3DMark Fire Strike GPU Test DX11 – 1080P
- 3DMark Time Spy GPU Test DX12 – 1080P
- Final Fantasy XV – Standard 1080P
- Star Control Origin – 1080P Basso
- Shadow of The Tomb Rider – Medio 1080P
- Hitman 3 – Standard 1080P
- Raimbow Six Extraction – Medio 1080P
- Cyberpunk 2077 – Medio 1080P
Prestazioni a confronto: numero di core vs FPS
Veniamo ora alla sezione relativa ai test sul campo che, possiamo anticiparlo subito, non evidenziano sostanziali differenze prestazionali tra le varie configurazioni di core/thread utilizzate, uno scenario che considerando il particolare mix dei titoli presi in esame è già un’indicazione importante. Come discusso in altre occasioni, ci sono applicazioni e quindi anche giochi che risultano più o meno sensibili al variare dei core e della frequenza (CPU o RAM), altri invece nelle medesime condizioni non mostrano particolari variazioni di media; detto questo, guardando al grafico a seguire possiamo dire senza dubbio che, a parità di frequenza, nel gaming il numero di core su un processore di ultima generazione risulta quasi superfluo, almeno nella maggior parte dei casi e soprattutto nei titoli presi da noi in considerazione.
La quasi totalità dei giochi impiegati non mostra cambiamenti sostanziali in quanto a frame-rate medio, fatta eccezione per Final Fantasy XV e Star Control Origin; nel primo caso notiamo che l’elevato frame-rate generato dalla GPU (oltre 400 FPS) cala al diminuire dei core, mentre su Star Control Origin è chiaro che la configurazione con gli E-Core abilitati (quindi 24 core totali) porta a un calo sensibile delle prestazioni (potrebbe dipendere anche per una scarsa ottimizzazione software). La prima tornata di test con il Core i9-14900K impostato a 24 core/32 thread ci ha fornito il punto di partenza per leggere i risultati, seguito a ruota dal secondo setup con E-Core disabilitati e in successione a sei core e quattro P-Core (sempre con Hyper-threading attivo). Quello che fa riflettere sono titoli come Cyberpunk 2077 che, giocato con dettagli medi e ovviamente ray-tracing disabilitato, non ha mostrato praticamente la minima influenza quando siamo passati da otto a quattro core.
Considerazioni
Visti i risultati usciti fuori dalle quattro sessioni di test, le considerazioni che possiamo fare a questo punto non possono divergere molto dai numeri, confermando che, quantomeno nella nostra suite, il numero dei core non va a impattare in modo importante sulle prestazioni assolute della scheda grafica. La nostra metodologia di test da un lato prova a limare i margini di errore, dall’altra però possiamo dire che rappresenta lo scenario ideale per limitare le divergenze tra un octa-core e un quad-core puro ad esempio; non dimentichiamo infatti che molti dei processori venduti nella fascia media e medio-bassa, siano Core i5 o Ryzen 5 cambia poco, presentano quasi sempre frequenze di clock più contenute oltre a una dotazione di cache solitamente inferiore rispetto ai fratelli maggiori. Questo è il vero motivo per cui nella maggior parte delle statistiche relative alle prestazioni nei giochi, capita di rilevare differenze più o meno marcate tra i medio gamma economici e i modelli flagship, anche a parità di generazione (come discusso sopra, vale per quei titoli sensibili a questo tipo di variazione).
In conclusione, anche avendo verificato che un quad-core di ultima generazione con frequenze “pompate” non è molto distante da un octa-core a parità di piattaforma, questo trend non ci induce a consigliare direttamente una CPU quad-core per risparmire a priori sul processore. Va considerato infatti che, la maggioranza degli utenti che assemblano un PC per giocare, lo fa anche per avere a portata di mano una macchina in grado fare altro e difficilmente spenderà 1.000, 2.000 o 3.000 euro su un PC per limitarlo solo al gioco; c’è chi lo fa ovviamente, ma il succo della questione alla fine non cambia visto che, sia i sistemi operativi più recenti che i vari programmi e applicazioni che utilizziamo ormai giornalmente sul nostro computer, sono sempre più esigenti in termini di risorse CPU e soprattutto ottimizzati (con dei distinguo ribadiamo) per sfruttare al meglio il multi-threading. Stringendo ancora il succo, possiamo semplificare che, se il vostro ambito di utilizzo non prevede applicazioni che fanno ampio uso del multi-threading, limitandovi ai giochi e applicativi non particolarmente pesanti, un processore a sei core / 12 thread può andare più che bene.
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