Torniamo a parlare di Keychron, uno dei produttori di tastiere più interessanti sul mercato, grazie a un’offerta varia ed eterogenea, pensata per soddisfare le necessità di numerosi utenti. Di recente vi abbiamo parlato di due tastiere con layout Alice, la Keychron K11 Pro e la Keychron K15 Pro, entrambe caratterizzate anche dal design ultra sottile.
Il modello di cui vi parliamo oggi, Keychron M3 Max, è dotato a propria volta di switch meccanici a basso profilo, ma con un layout più tradizionale con il 75% dei tasti rispetto a una tradizionale tastiera estesa. L’abbiamo provata per diverse settimane, alternandola con altre tastiere che avevamo in prova, per testarne oltre alle funzionalità anche l’adattabilità e oggi è giunto il momento di parlarvene in maniera più dettagliata.
Completa e solida
Keychron K3 Max ha un design decisamente compatto, misura infatti 306 x 116 millimetri, con un’altezza (keycap inclusi) di 17 millimetri nella parte frontale e di 22 millimetri nella parte posteriore. Questi valori si raggiungono con i piedini ritratti, fornendo così un angolo molto contenuto, appena 2,5 gradi. Rialzando il primo piedino si raggiunge una inclinazione di 4,2 gradi, mentre estendendo il secondo piedino l’angolatura raggiunge i 6,5 gradi.
In quest’ultimo caso però è consigliabile utilizzare un poggiapolsi per riuscire ad avere una posizione più ergonomica e rilassante, mentre nelle altre due posizioni si può anche fare a meno di un supporto per i polsi, che resta comunque consigliato per ridurre l’affaticamento. La configurazione da noi provata prevede retro illuminazione bianca e switch meccanici Gateron a basso profilo di colore blu, i più rumorosi, ma è possibile scegliere anche quelli rossi o marrone, più silenziosi. Sono inoltre disponibili nella versione con retroilluminazione RGB, sia fissi che di tipo hot-swap, per sostituirli con altri switch a basso profilo.
Il peso è tutto sommato contenuto, visto che si attesta sui 525 grammi, trasmettendo comunque un elevato senso di stabilità e solidità. Nonostante le dimensioni e il peso ridotti, Keychron è riuscita a inserire una batteria da 1.550 mAh, che permette di ottenere un’autonomia discreta. Con la retroilluminazione (di cui parleremo meglio tra poco) attiva il produttore sostiene che sia possibile raggiungere le 40 ore, mentre spegnendo la retroilluminazione il dato può quasi raddoppiare, arrivando a 78 ore.
Nei nostri test con una singola carica e i LED sempre accesi (nella versione con LED bianchi) abbiamo utilizzato la tastiera per circa 4 giorni, con una media di almeno 11 ore al giorno, un risultato in linea con quanto promesso. Spegnendo la retroilluminazione, un’operazione semplicissima grazie al tasto dedicato che permette di cambiare il gioco di luci, abbiamo ampiamente superato gli 8 giorni, con quasi 90 ore di utilizzo, un risultato decisamente soddisfacente.
La connettività è un altro dei punti di forza visto che sono tre le modalità a disposizione dell’utente utilizzando l’apposito selettore posto sul retro della tastiera. Oltre al funzionamento cablato, tramite il connettore USB-C che garantisce anche un utilizzo indefinito senza preoccuparsi dell’autonomia residua, è possibile collegarsi al computer (nel nostro caso un Mac Mini M1) tramite Bluetooth o, nel caso voleste utilizzarla su un computer sprovvisto di tale connettività, utilizzando il ricevitore wireless incluso nella confezione di vendita. In tutti e tre i casi la connessione è stabile e veloce, anche il risveglio dallo standby è immediato alla pressione di un qualsiasi tasto, senza che sia necessario attendere.
Il problema dei keycaps
Come tutte le tastiere del brand, anche questa Keychron K3 Max nasce prevalentemente per gli utenti macOS, tanto che in fabbrica vengono montati i serie i keycaps per tale sistema operativo. Gli utenti Windows non devono comunque preoccuparsi, visto che nella confezione di vendita sono presenti anche i tasti per il sistema operativo Microsoft.
Quello dei keycaps è un discorso delicato, che coinvolge gran parte delle tastiere del produttore, in particolare quelle che utilizzano switch con LED south facing e keycaps di tipo double shot PBT. A differenza di altri brand che offrono keycaps shine through, quelli cioè che lasciano passare la luce all’interno del tasto, andando a illuminare correttamente il relativo simbolo, i tasti delle tastiere Keychron non lasciano passare la luce, a meno di non scegliere modelli con keycaps realizzati in ABS.
Se per molti questo potrebbe non essere un problema, soprattutto per chi vede la retroilluminazione solo come un gioco di luce, chi lavora spesso in ambienti poco illuminati o di notte, potrebbe avere qualche difficoltà. Certo, se utilizzate un monitor con una luminosità elevata probabilmente sarà sufficiente a permettervi di vedere i simboli senza alcun problema, ma se cercate una tastiera con una “vera” retroilluminazione, dovreste prestare attenzione, o rivolgervi alla serie K che monta di serie i keycaps in ABS
Personalizzabile in maniera estrema
Al netto di questa limitazione, perché non si tratta in nessun caso di un problema, Keychron K3 Max è una tastiera ideale per chi scrive parecchio e vuole creare una serie di scorciatoie, o vuole poter personalizzare ogni singolo aspetto della tastiera.
Il supporto al sistema QMK/VIA permette infatti di accedere al sistema di personalizzazione tramite interfaccia web, senza che sia necessario installare alcun software. In realtà è necessario scaricare manualmente un file di configurazione, seguendo le istruzioni riportate nella pagina del produttore, in quanto al momento in cui scriviamo questa recensione il relativo codice non è ancora stato approvato dalla piattaforma.
Una volta scaricato il file comunque, basterà configurarlo all’interno dell’interfaccia web per accedere alla configurazione, decisamente ricca di possibilità e soddisfazioni. Ogni singolo tasto può essere rimappato, così da cambiarne il funzionamento, scegliendo tra le centinaia di simboli e caratteri speciali a disposizione. Potete associare a ogni tasto una delle 16 macro che possono essere registrate, con sequenze di tasti che possono semplificare la realizzazione di operazioni ripetitive.
Sono a disposizione dell’utente ben 4 layer, attivabili premendo i tasti modificatori, così da quadruplicare le operazioni a disposizione e garantire una vasta possibilità di scelta. Potete attivare alcune applicazioni predefinite, simulare il clic del mouse, eseguire operazioni semplici come copia/incolla, ma anche regolare il volume del computer collegato, regolare la luminosità dei LED, cambiare il gioco di luci e la velocità e molto altro ancora.
Tutte le modifiche sono ovviamente salvate sulla tastiera per cui collegandola a un altro dispositivo ritroverete configurazioni, scorciatoie e macro senza doverle creare di nuovo. O la configurazione può essere salvata in un file per averla sempre a disposizione nel caso doveste eseguire un ripristino di fabbrica delle impostazioni o qualora un aggiornamento del firmware dovesse cancellare le personalizzazioni.
In conclusione
Ancora una volta Keychron ha fatto centro e questa K3 Max è una tastiera classica, completa e funzionale. Pur non raggiungendo i picchi di ergonomia dei modelli K11 Pro e K15 Pro è comunque molto comoda da utilizzare, anche senza un poggiapolsi, rumorosa al punto giusto (almeno nella versione da noi provata) e sufficientemente compatta e leggera da trovare posto in uno zaino, pronta per migliorare l’esperienza di digitazione dei computer portatili.
Potete acquistare Keychron K3 Max sul sito del produttore a partire da 94 dollari, con la possibilità di pagare tramite PayPal.
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