Passare a una tastiera meccanica dopo aver usato per diversi mesi tastiere a membrana di qualità, come la Logitech Mx Keys S e quella montata sugli ultimi MacBook Pro, è un’esperienza particolare, non proprio indolore, soprattutto per chi scrive molto ogni giorno. Con la Keychron K15 Pro in prova, ha contribuito a rendere difficoltoso il passaggio anche il layout ergonomico, oltre che non italiano; viceversa gli switch a basso profilo, con una corsa e un’altezza molto contenute, hanno limitato di un po’ i doverosi adattamenti. Dopo circa tre settimane di utilizzo pressoché quotidiano, è tempo di tirare le somme.
Design ed ergonomia
K15 Pro è uno dei più recenti prodotti di Keychron, un’azienda di tastiere nata nel 2017 che si sta ritagliando uno spazio sempre più importante nel mercato. Quella che abbiamo provato è una tastiera 75% (89 tasti) a basso profilo con layout Alice, particolarità che contraddistingue diversi prodotti del produttore (e non solo). Si tratta di una disposizione dei tasti a forma di “V”aperta, pensata per rendere più ergonomica la digitazione in accordo con la posizione naturale che assumono le mani. Come si evince dalle immagini, a parte lo spazio verticale al centro, che ne divide a metà i tasti, è curioso notare la doppia “B” e lo sdoppiamento della barra spaziatrice con in mezzo il tasto “fn”.
Come anticipato, serve un po’ di tempo affinché le mani si muovano agili e sicure su una disposizione simile, specie se si passa del tempo più volte al giorno con tastiere standard (e con layout italiano, la Keychron K15 Pro in prova è ANSI US). Ma una volta trascorsi alcuni giorni, o qualche settimana se la si usa di rado, diventa un piacere digitare con questa disposizione dei tasti, come intuibile molto più a portata di dita rispetto alla collocazione standard. Contribuisce anche la qualità, una tastiera molto solida e ben fatta, realizzata in plastica (ABS) su un telaio in alluminio, motivo per il quale flette poco, donandole una bella sensazione di solidità.
Molto utile la rotella accanto al tasto “esc” che, di serie, permette di regolare il volume ruotandola o di disattivarlo premendola. Coi due piedini alla base si possono invece scegliere fra tre diverse inclinazioni; l’inclinazione naturale è appena accennata considerando la differenza fra i 21,3 mm dell’altezza misurata all’estremità superiore della prima fila dei tasti e i 29 mm della fila dei tasti funzione.
Il modello che abbiamo provato rientra nel gruppo delle tastiere a basso profilo, caratteristica che la rende comoda da utilizzare anche senza un poggia polsi dedicato. Rispetto alle più comuni tastiere meccaniche, proprio per la ragione detta, monta dei tasti a corsa ridotta, con switch meccanici Gatheron Low Profile 2.0 (del 31% più sottili rispetto agli standard: 11,75 mm contro 17,9 mm), di colore rosso nel nostro caso, lineari, leggeri e silenziosi, i meno rumorosi fra quelli disponibili (Brown o Blue), fanno chiaramente più rumore rispetto alla media dei tasti a membrana, ma la differenza è piuttosto contenuta. Ergo: orecchie e dita di chi proviene dalle classiche tastiere a membrana montate sui notebook o altrove avrà vita facile, meno gli affezionati alle meccaniche più comuni e diffuse; tuttavia, anche in questo caso, abituarsi è probabilmente solo questione di giorni.
Per quanto riguarda invece le dimensioni e il peso, la tastiera è larga 37 cm, profonda 14,3 cm e alta fino a 2,9 cm e pesa 696 grammi.
Software, personalizzazione e autonomia
Keychron K15 Pro è una tastiera meccanica utilizzabile sia in modalità wireless che cablata connessa a computer Windows , Linux, macOS o a dispositivi Android. Di serie, arriva con i tasti del sistema operativo di Apple, benché in confezione ci siano quelli per Windows con lo strumento dedicato per l’estrazione. Molto semplice la prima configurazione, gestita fisicamente con due selettori con cui scegliere il sistema operativo e il tipo di connessione (Bluetooth 5.1 o via cavo): basta posizionarli nel modo giusto in base al dispositivo da collegare per non avere problemi. Tramite cavo, il polling rate è di 1000 Hz (equivalente a un ritardo di 1 ms), valore che indica la frequenza con cui la tastiera invia i dati, elevato abbastanza per giocare, nonostante non sia una tastiera da gaming vera e propria.
Volendo, è possibile personalizzare la tastiera con il software online VIA, accessibile digitando usevia.app sulla barra degli indirizzi di un browser Google Chrome, Microsoft Edge e Opera. Il problema è che, per ora, siccome il servizio di hosting Github non ha ancora approvato il pacchetto relativo alla Keychron K15 Pro, per far sì che il software VIA la riconosca e permetta di personalizzarla, è necessario scaricare manualmente un file, reperibile nella pagina prodotto del sito web ufficiale. Una volta scaricato, basta cliccare su “Show Design tab” e, dalle impostazioni della schermata relativa, caricare il file in questione per avere accesso alle opzioni di personalizzazione disponibili, davvero tante e adatte anche ai più esigenti. Maggiori informazioni sul software VIA sono reperibili qui.
La Keychron K15 Pro che abbiamo provato è dotata di un sistema di retroilluminazione RGB, ma c’è anche la versione con retroilluminazione bianca a qualche euro in meno. È possibile scegliere fra 22 tipi di modalità di illuminazione fra statiche e dinamiche, personalizzabili sia in intensità che in velocità di transizione tramite scorciatoie. Il problema, decisamente rilevante, è che i tasti non sono trasparenti, cioè la luce non passa, il che rende la stessa retroilluminazione pressoché inutile, una mera questione estetica. Perché al calar del sole, senza una fonte di luce decente (il monitor non basta se lo si tiene a livelli accettabili per l’utilizzo a luci spente), è quasi impossibile distinguere i tasti, con la retroilluminazione di serie che circonda i keycaps invece di renderli distinguibili. Un peccato.
Per quanto riguarda l’autonomia, Keychron K15 Pro monta una batteria da 2.000 mAh che si ricarica in circa 3 ore, secondo quanto dichiarato dal produttore. Nel corso di queste tre settimane di prova, non abbiamo mai avuto bisogno di caricarla, pur avendola usata suppergiù una cinquantina di ore, quasi sempre con la retroilluminazione disattivata e in modalità Bluetooth collegata a un MacBook Pro. In ogni caso, ci si può regolare facilmente grazie a un indicatore luminoso a LED che lampeggia in rosso quando la batteria è quasi scarica, passa al rosso fisso quando è in carica e al verde fisso quando è al 100%.
Conclusioni
Nel complesso, dopo alcuni giorni di adattamento, necessari soprattutto per chi usa tastiere a membrana, ancor più se con layout italiano, scrivere con la Keychron K15 Pro è stato un piacere. L’angolo con cui sono disposti i tasti non è estremo come in altri casi, ma giusto per far sì che le mani assumano una posizione più rilassata e naturale durante l’utilizzo.
Molto bene anche la qualità, la solidità e l’esperienza d’uso generale, appagante in ogni contesto, anche quando usata a lungo, col plus dell’ottima resa estetica che non è affatto marginale. Peccato per la retroilluminazione inefficace se non per estetica, lacuna importante per una tastiera meccanica di questo livello, che il produttore avrebbe potuto colmare facilmente montandoci dei tasti leggermente trasparenti. Per il resto, nient’altro da eccepire.
Soprattutto chi cerca una tastiera nativa per Mac comoda, sottile e non troppo rumorosa farebbe bene a prendere in considerazione questa Keychron K15 Pro, anche considerando l’elevato rapporto fra qualità e prezzo, in vendita a circa 100 euro direttamente sullo store ufficiale, dove è possibile scegliere fra due tipi di retroilluminazione e tre tipi di switch.
Leggi anche: le migliori tastiere di questo mese, la nostra selezione aggiornata e la recensione di Keychron K11 Pro, tastiera meccanica essenziale ma funzionale
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