Il Mac Mini è finalmente risorto: Apple ha deciso di aggiornare il suo Mac più piccolo ed economico, per la felicità dei tanti appassionati che sentivano la mancanza di un prodotto apparentemente dimenticato (l’ultimo update risaliva al 2014). Dopo aver provato gli ultimi refresh MacBook Air ed iPad Pro, oggi tocca al piccoletto con la mela morsicata.
E il Mac Mini ritorna in grande stile, con le moderne CPU Intel di ottava generazione, che partono da un i3 quad-core fino ad un i7 6-core.
La versione che abbiamo provato è quella intermedia, con una CPU Intel i5 8th Gen. 6-core 3.0GHz (TurboBoost a 4.1GHz).
Ma andiamo con ordine: in dotazione troviamo solo il Mac Mini ed il cavo di alimentazione, stop. Niente tastiera, niente mouse, niente trackpad: dovremo comprarli a parte o utilizzare delle periferiche in nostro possesso. Per questo per iniziare è consigliato munirsi di mouse e tastiera con cavo o con dongle USB, visto che la connessione Bluetooth può avvenire solo dopo la primissima configurazione.
Il Mac Mini esteticamente è sempre lo stesso, riconoscibilissimo e con le linee semplici ma piacevoli. Le dimensioni sono contenute ma non è un computer minuscolo, viste le dimensioni di 19,7 x 19,7 x 3,6 cm: lo trovo più adatto per un setup che punta sull’idea di minimalismo, piuttosto che ad una scrivania con poco spazio a disposizione.
Davanti non c’è alcun pulsante, solo un piccolissimo LED bianco per segnalare l’accensione del Mac Mini.
Costruito in maniera impeccabile, con una scocca monoblocco in metallo fredda al tocco ed il classico logo Apple nero sulla parte superiore. La novità estetica è la colorazione Space Grey, già vista su iMac Pro e sugli ultimi Macbook, che lo rendono un po’ più serioso e professionale.
Le porte a disposizione sono la vera arma in più, soprattutto le 4 Thunderbolt 3 che ampliano a dismisura le possibilità di questa macchina, ma ne parleremo più avanti. A completare le connessioni troviamo 2 USB-A 3.0, una porta Gigabit Ethernet (configurabile 10 Gigabit), una HDMI 2.0 (che supporta il 4K DCI a 60Hz) e – strano a dirsi per Apple – un jack audio da 3.5mm, che funziona sia in ingresso che in uscita.
La connettività si completa con il supporto al Bluetooth 5.0 ed il WiFi ac che supporta le reti 5GHz.
Ma cosa significa dotarsi di tutte queste Thunderbolt 3 e perché le reputo tanto importanti? Grazie a questi ingressi possiamo definire questo Mac Mini 2018 il più versatile di tutta la line-up di Apple: potremo infatti collegare una GPU esterna (eGPU) per aumentare le prestazioni grafiche, o connettere un monitor esterno 5K come l’LG che si trova sul sito Apple; ma anche SSD esterni dalle velocità elevatissime, schede audio e dock con tantissime porte aggiuntive (come DisplayPort, Ethernet 10Gbit e ingresso audio ottico).
Io infatti ci ho aggiunto un SSD esterno da 480GB ed un HDD esterno da 1TB, ed oggi non ho più problemi di spazio.
È quasi come avere un Mac aggiornabile ma senza la scomodità di dover aprirlo per ogni upgrade (tranne che per la RAM).
Un gradito ritorno è la possibilità di aumentare manualmente la memoria RAM: nel nostro modello sono installati 8GB di RAM 2666MHz DDR4 (due slot disponibili, 2 banchi da 4 preinstallati), ma la RAM può essere aggiornata fino a 64GB. La procedura non è semplicissima, serviranno dei tool specifici, ma se avete un po’ di dimestichezza con cavi e schede madre potete aggiungere i moduli di RAM SO-DIMM acquistandola esternamente e a prezzi molto più convenienti rispetto a quanto richiesto da Apple.
Gli 8GB possono sembrare pochi ma in generale se la cavano molto bene: durante un utilizzo da ufficio non si notano compromessi, certo se si aprono 15 schede di Chrome o Premiere Pro qualche rallentamento si inizia a notare, in quel caso è consigliato l’upgrade almeno a 16GB.
Il Mac Mini 2018 monta ottimi SSD PCIe in tutte le configurazioni, ma è bene notare come all’aumentare dello storage a disposizione aumentano anche le velocità di scrittura: nel nostro modello da 256GB abbiamo una velocità media di 1.3GB/s in scrittura e 2.5GB/s in lettura.
Se però il dato della lettura rimane sempre stabile oltre i 2GB/s in ogni configurazione, la scrittura vede una bella variazione, passando dai 600MB/s del modello da 128GB fino ai 2.6GB/s del modello da 1TB. Non mi azzarderei a definire lento il modello base, ma la differenza col modello top è notevole, quindi fate bene le vostre valutazioni.
E poi c’è MacOS, la vera arma in più dei dispositivi Apple. Un sistema operativo veloce, facile da utilizzare, con le giuste app preinstallate e tante possibilità interessanti per chi intende lavorare con questo Mac Mini.
Penso all’ottima suite per la produttività di Apple (Pages, Numbers e Keynote), che permette di lavorare a documenti, fogli di calcolo e presentazioni fin da subito; o più semplicemente potrei portarvi il mio esempio da “video creator”: sul Mac è presente iMovie, un’app gratuita per montare video, semplice da utilizzare, perfetta per piccoli video senza troppe pretese, ma un po’ troppo basica per le mie esigenze.
Io per montare video uso Final Cut Pro X, un’app a pagamento sviluppata da Apple stessa che mi assicura un montaggio professionale e soprattutto prestazioni sbalorditive rispetto all’hardware; ma allo stesso tempo posso usare anche tutta la suite Adobe, per una maggiore compatibilità dei progetti e la possibilità di collaborare con i miei colleghi che usano la stessa suite su Windows (nel caso di questo Mac Mini la suite Adobe non è consigliata perché un po’ troppo dispendiosa rispetto all’hardware, ma con 16GB di RAM ed un po’ più di storage potrete utilizzarla con una discreta tranquillità).
In più MacOS è sempre aggiornato (e non fastidioso come Windows quando ti OBBLIGA ad aggiornare), sempre stabile sulle macchine su cui è installato perché pensato per lavorare al meglio sull’hardware, e soprattutto più sicuro: non è esente da virus come le leggende metropolitane raccontano, ma sicuramente il rischio di prenderne uno è molto minore.
Visti tutti questi aspetti, è proprio MacOS a rendere questo Mac Mini un ottimo computer per tutta la famiglia: può essere utilizzato da tutti per qualsiasi scopo, anche dai meno “navigati”, senza il rischio di compromettere tutto con un download o un aggiornamento andato male. Ammettiamolo: per quanto Windows sia migliorato negli ultimi tempi, con il sistema operativo di Microsoft è più facile “fare danni”.
Il Mac Mini 2018 nella configurazione in nostro possesso è una macchina decisamente potente. Questo lo si nota sia nell’editing fotografico che in quello video – consigliato Final Cut Pro X che è ottimizzato al meglio per i Mac, invece come detto poco sopra con la suite Adobe gli 8GB di RAM potrebbero essere pochi in alcune situazioni – dove magari non è fulmineo nel rendering finale, ma riesce a non mostrare il fianco nella preview anche con una timeline in 4K e color correction applicata. Se poi volete quello sprint in più nel rendering finale potete sempre valutare l’acquisto di una eGPU.
Ma un aspetto che mi ha stupito è la sua silenziosità: viste le dimensioni, mi aspettavo di trovare una ventola sempre attiva e temperature elevate, ma mi sono dovuto ricredere. Il Mac Mini è praticamente sempre silenzioso, l’unico momento in cui mi è capitato di sentire la ventola attivarsi è durante l’esportazione di un video 4K, ma si è subito “calmata” dopo nemmeno 10 secondi dalla fine dell’operazione.
Il nostro consiglio è di valutare un Mac Mini 2018 base (i3/128, proposto a 919€) solo se vi serve un Mac fisso, ma senza grosse pretese. Il modello pensato per i creativi o per i professionisti deve avere almeno 256GB di storage e la CPU Intel i5 6-core, che parte da 1.269€.
Fatta questa premessa sulla configurazione da scegliere, il Mac Mini 2018 è sicuramente un ottimo refresh: c’è chi non ha capito il suo senso, ritenendolo inutile, ma è pur sempre una validissima macchina, versatile e potente, oltre ad essere la più economica di tutta la linea Apple.
Tuttavia, come in ogni prodotto, c’è sempre qualche “ma”: questo Mac Mini 2018 è quasi un prodotto “in potenziale”, al cui prezzo vanno aggiunti il costo delle periferiche come mouse e tastiera, di un monitor e di eventuali hard disk/SSD esterni, eGPU ed espansioni varie.
Se volete dei prodotti Apple più pronti fin da subito per essere degli ottimi fissi, allora meglio guardare gli iMac, che costano un po’ di più ma che hanno già mouse e tastiera in dotazione, schede video più performanti ed un ottimo schermo per ogni tipo di utilizzo.
Inutile dire che, essendo un prodotto Apple, questo Mac Mini 2018 è comunque più “costoso” rispetto all’hardware proposto: si paga il brand e l’ottimizzazione software, ma se questi aspetti non vi interessano o intendete utilizzare programmi presenti anche su Windows (come appunto la suite Adobe), allora forse è meglio guardare verso un prodotto con il sistema operativo di Microsoft: a parità di hardware, riuscirete a risparmiare qualche centinaio di euro.
Che sia per avvicinarsi al mondo di MacOS o per iniziare ad essere produttivi, questo Mac Mini saprà regalarvi diverse soddisfazioni, con la possibilità di migliorarlo sotto diversi aspetti col passare del tempo.
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