Secondo un report di Nikkei, il Coronavirus è responsabile della mancata consegna di 45 milioni di nuove AirPods, le popolari cuffie wireless vendute da Apple. L’ordine non può essere finalizzato a causa dei problemi alla filiera di aziende che fanno parte della supply chain Apple, costrette a stare ferme a causa del virus.
Al 6 febbraio, i casi di Coronavirus sono oltre 31.000, con più di 600 morti accertate. Anche se il virus ha raggiunto altri paesi, la Cina è la nazione più impattata dall’epidemia, con milioni e milioni di residenti costretti ad una stringente quarantena. Non stupisce che il settore manifatturiero sia il più colpito.
Anche Apple ha dovuto capitolare, dato che i suoi prodotti sono assemblati e costruiti perlopiù in Cina. A quanto pare, secondo il report di Nikkei, circa 45 milioni di unità AirPods sono al momento ferme in questo limbo chiamato supply chain.
Prima dell’emergenza sanitaria, la compagnia di Cupertino aveva già difficoltà con la domanda relativa alle AirPods Pro, il nuovo modello di cuffie wireless dotate di cancellazione attiva del rumore, arrivate sul mercato da pochissimo tempo. Le aziende Luxshare, Goertek e Inventec, le maggiori responsabili per la produzione delle Airpods, hanno arrestato la produzione fin dall’inizio del nuovo anno cinese.
Una fonte anonima ha raccontato a Nikke che “a causa dell’epidemia, sono già due settimane dall’ultima spedizione di AirPods completata. Tutti i negozi e gli operatori telefoni che vendono prodotti Apple contano su una riapertura dei lavori entro la prossima settimana.”
Ma il problema potrebbe protrarsi per mesi: anche se gli impianti di assemblaggio riaprissero a breve, mancano i componenti necessari per costruire le AirPods. Tutto quello che rimane all’interno degli impianto sono “al più due settimane di lavoro, contando materiali e componenti”, e le restrizioni applicate per viaggi e spostamenti, sia di persone che di cosa, non facilita di certo la situazione.
Il rischio maggiore è quello che il virus possa propagarsi all’interno delle industrie, dove si lavora a stretto contatto e il rischio di infezione sarebbe potenzialmente più alto che altrove. Inventec è decisa ad accollarsi il rischio, pianificando la riapertura dei suoi impianti il 10 Febbraio.
Non sappiamo se i problemi logistici alla supply chain potrebbero estendersi anche al mercato smartphone, ma l’analista Apple Ming-Chi Kuo fa notare che ci sono segni tangibili di un possibile ritardo nelle consegne di iPhone, con un taglio del 10% sul totale, per il primo quarto di questo 2020.
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