Il borofene sembra rappresentare il nuovo Santo Graal della rivoluzione tecnologica del XXI secolo, con applicazioni che spaziano dalle batterie all’elettronica, dalla chimica alla fisica.
Il grafene è un materiale che viene studiato ormai da oltre due decadi e che promette di rivoluzionarie non solo il mondo delle costruzioni ma anche quello dell’elettronica (la UE ha addirittura investito 1 miliardo di euro per portarne avanti gli studi). Tuttavia, non ha mai trovato alcuno sbocco importante in ambito commerciale, rimanendo confinato solo nei laboratori.
Sebbene non sia ancora nei prodotti di tutti i giorni, il grafene ha spinto in avanti l’interesse per le strutture “bidimensionali”, ovvero quelle composte da un solo strato di atomi. A questo proposito, una nuova ricerca del MIT ci svela un possibile sostituto che potrebbe essere addirittura migliore: il borofene, ovvero una struttura composta da un singolo strato di atomi di boro.
Applicazioni infinite per il borofene
Il motivo per la grade eccitazione della comunità scientifica è la straordinaria gamma di applicazioni a cui sembra utile il borofene. Gli elettrochimici pensano che il borofene potrebbe diventare il materiale anodico in una nuova generazione di batterie agli ioni di litio più capienti. I chimici sono affascinati dalle sue capacità catalitiche, mentre i fisici stanno testando le sue capacità utilizzandolo come un sensore per rilevare numerosi tipi di atomi e molecole.
Cosa rende quindi il Borofene così interessante? Risulta essere più forte del grafene ma allo stesso tempo più flessibile. È un buon conduttore di elettricità e calore, e anche un superconduttore. “Il borofene è un materiale anodico promettente per le batterie agli ioni Li, Na e Mg a causa delle elevate capacità teoriche specifiche, dell’eccellente conduttività elettronica e delle eccezionali proprietà di trasporto degli ioni“, afferma il Dr. Wang e il suo team di sviluppo.
Anche lo sviluppo delle batterie a idrogeno potrebbe beneficiare del Borofene: gli studi teorici suggeriscono che questo elemento potrebbe immagazzinare oltre il 15% del suo peso in idrogeno, superando significativamente le capacità degli altri materiali.
Insomma, le aspettative sono alte e, esattamente come per ogni scoperta potenzialmente rivoluzionaria, anche gli investimenti. É chiaro che lo sviluppo del borofene non deve pregiudicare le ricerche sul grafene, dal momento che la creazione di più materiali dalle proprietà migliori del silicio, dell’acciaio e degli altri materiali usati al momento risultano comunque un passo molto importante per l’evoluzione tecnologica.
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