La disposizione dei pulsanti delle tastiere QWERTY è stata brevettata nel lontano 1864 dall’americano Christopher Sholes, uno dei padri della macchina da scrivere. Questo tipo di schema fece la sua prima apparizione commerciale grazie alla E. Remington and Son, azienda leader nella produzione di fucili e di macchine da scrivere.
Il nome QWERTY deriva dalla disposizione delle prime sei lettere “Q”, “W”, “E”, “R”, “T” e “Y” sulla tastiera. L’obiettivo dell’americano Sholes era quello di riuscire a dividere e distanziare le lettere più utilizzate: in questo modo i tasti della macchina da scrivere non si potevano per nessun motivo inceppare. Inoltre riusciva ad offrire all’utente, ma questo anche oggi, una scrittura più confortevole e veloce. La funzionalità, la semplicità dello schema QWERTY fa si che venga utilizzato ancora oggi.
La Qwerty non è la migliore tastiera possibile eppure resiste ad ogni evoluzione – Linkiesta
Ultima curiosità: se guardate bene la vostra tastiera noterete che sotto le lettere “j” e “f” ci sono delle piccole rialzature orizzontali che ci aiutano a ricordare più facilmente la disposizione dei tasti e quindi risultano essere delle simpatiche linee di riferimento.
Attualmente c’è chi considere il T9 – Text on 9 (keys), Testo su 9 tasti – utilizzato per lo più su sistema operativi per mobile, quali iOS e Android, come una progressione del sistema QWERTY.
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