L’amministratore delegato di Google Sundar Pichai, parlando a un evento televisivo registrato da MSNBC e da Recode, ha dichiarato che l’intelligenza artificiale è una delle cose più profonde e importanti su cui l’umanità sta lavorando e l’ha paragonata, per importanza, alla scoperta del fuoco e dell’elettricità in termini di importanza.
Parlando con Kara Swisher di Recode e Ari Melber di MSNBC, Pichai ha detto che l’IA è “una delle cose più importanti su cui l’umanità sta lavorando. È anche più importante di, non so, elettricità o fuoco“, aggiungendo che le persone hanno imparato a sfruttare il fuoco per i benefici dell’umanità, ma è stato anche necessario per superare i suoi lati negativi. Pichai ha anche detto che l’AI potrebbe essere utilizzata per aiutare a risolvere i problemi legati al cambiamento climatico o per curare il cancro.
Le osservazioni dell’amministratore delegato di Google, che è l’azienda largamente percepita come una dei leader mondiali nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, sono venute dopo che Swisher lo ha ripetutamente interrogato sull’impatto dell’IA sulla possibile disoccupazione di massa e ha osservato che la Silicon Valley tende ad avere un “brillante futuro felice” con la prospettiva dell’intelligenza artificiale.
Pichai ha riconosciuto che le persone hanno il diritto di essere preoccupate, ma devono ancora abbracciare i progressi tecnologici. “La storia mostra che i paesi che ritirano non fanno bene al caso. Quindi si deve accettare il cambiamento”.
L’intelligenza artificiale nella generazione di immagini
Nonostante il processo classico sia quello di “dare in pasto” all’intelligenza artificiale un’immagine e aspettare che venga riconosciuta, in Microsoft hanno deciso di seguire il percorso inverso: dare all’intelligenza artificiale un input testuale descrittivo e far generare al computer l’immagine.
La cosa impressionante è che la IA di Microsoft non basa le immagini che crea sulla fisica o sulla quotidianità. Da un semplice frutto a un’autobus che vola, è in grado di approssimare con grande precisione la descrizione fornitagli dagli sviluppatori.
La struttura del progetto di Microsoft in realtà prevede che siano due le intelligenze artificiali in gioco: la prima si occupa di generare le immagini partendo dalla descrizione mentre la seconda si occupa di giudicare l’operato.
Come potete vedere da quest’esempio, l’IA non solo è in grado di disegnare quello che viene descritto come “un uccello con la pancia rossa, le ali gialle e il becco minuto” ma è in grado anche di completare l’immagine aggiungendo un ramo, dal momento che nella maggior parte delle immagini con le quali è stata addestrata, gli uccelli erano appollaiati su un ramo.
Secondo quanto riferito da Microsoft, la qualità delle immagini prodotte è tre volte superiore rispetto a quelle viste finora da IA analoghe. L’obiettivo finale è quello di far generare all’IA non solo immagini ma anche video e cartoni animati partendo solo dalla descrizione.
L’intelligenza artificiale applicata alla musica
Poco famosa qui da noi in Italia, Taryn Southern è in questo momento sulla bocca di tutti negli USA per essere la prima cantante ad aver realizzato un intero album musicale affidandosi solamente all’intelligenza artificiale. Abbiamo già visto l’utilizzo delle AI in diversi aspetti della tecnologia (dal gaming alle cellule staminali) ma è la prima volta che viene utilizzata così profondamente anche in ambito musicale.
L’artista Taryn Southern ha utilizzato una piattaforma open source chiamata Amper Music alla quale, tranne alcune indicazioni della stessa artista (genere musicale, ritmo, strumenti da utilizzare ecc.), non è stata apportata alcuna modifica da parte dell’uomo.
Il singolo “Break Free” tratto dall’album “I AM AI” (il titolo è tutto dire) è fra i più ascoltati negli USA e qui di seguito vi proponiamo il video ufficiale pubblicato su YouTube.
Intervistata dalla redazione di The Verge, l’artista ha spiegato come si è avvicinata al mondo dell’intelligenza artificiale e, i special modo, di Amper Music:
Circa 6 o 7 mesi fa, ho letto di Amper Music e di alcune altre società di musica AI. Ebbi appena iniziato a giocare con le loro piattaforme perché erano tutti open source e quando mi resi conto che avrei potuto scrivere una canzone che mi piaceva usando l’intelligenza artificiale, ho solo pensato: “Questo deve essere l’intero progetto.” Per me è stata una sfida creativa.
C’è da dire che se anche in un campo prettamente artistico come quello della musica entrano in gioco le intelligenze artificiali, il ruolo del compositore e del paroliere potrebbero presto scomparire.
L’intelligenza artificiale applicata alla sanità
Un gruppo di ricercatori giapponesi ha sviluppato un’intelligenza artificiale in grado di diagnosticare il tumore colon-rettale.
Il progetto è stato mostrato presso la United European Gastroenterology Conference di Barcellona dal Dr. Yuichi Mora della Showa University, indicando un’accuratezza dell’86%.
Il metodo utilizzato per addestrare la serie di algoritmi di cui è composta l’intelligenza artificiale è sempre la stessa: utilizzando un sistema di machine learning, sono state dato in pasto agli algoritmi 30.000 immagini di cellule pre-tumorali e tumorali.
Confrontando ogni singola mutazione nelle immagini, l’intelligenza artificiale è in grado di determinare se in una nuova immagine che non ha mai visto sono presenti o meno cellule di tale tipo. Migliorando le immagini delle cellule tumorali attraverso uno zoom con un fattore di 500, il sistema è in grado di riconoscerle nel giro di 2 secondi.
Trattandosi di una patologia che beneficia molto da una diagnosi precoce, l’utilizzo di un’intelligenza artificiale del genere aiuterà molto i medici, ma soprattutto i pazienti di tutto il mondo a combattere nel migliore dei modi la malattia.
L’intelligenza artificiale applicata nella politica
La Nuova Zelanda è la prima nazione in assoluto ad affidare a un sistema di Intelligenza Artificiale il compito di informare le persone circa l’andamento della politica locale.
Chiamato SAM, tecnicamente si tratta di un chatbot attivo su Facebook Messenger che viene in aiuto in maniera “on demand” a tutti coloro lo interpellano su questioni di politica.
Non si tratta certo di una novità tecnologica in senso assoluto, visto che i chatbot permeano molti dei servizi che utilizziamo quotidianamente ormai da diversi mesi. Tuttavia, è alquanto curioso che lo scopo di coloro hanno dato il via al progetto sia lo stesso di quello pubblicizzato in campagna elettorale (e molto spesso non attuato) dai politici in carne e ossa: capacità di ascolto e di mantenere le promesse.
La base del progetto è fornita dalla volontà di mettere a disposizione della gente “il primo consigliare di politicavirtuale” del mondo, guidato dal desiderio di colmare la distanza tra ciò che desiderano gli elettori e ciò che promettono i politici, e ciò che ottengono davvero”.
L’intelligenza artificiale applicata all’analisi dello spazio profondo
L’ingegnere di Google Chris Shallue, insieme l’astrofisico Andrew Vanderburg, hanno trovato un modo per utilizzare l’intelligenza artificiale per scoprire nuovi esopianeti.
L’intelligenza artificiale è vista da molti come uno dei passi fondamentali nella tecnologia umana per migliorare nettamente la qualità del progresso. Google, pioniera in questo campo, sfrutta già la IA per muovere la colonna portante di tutti i suoi servizi, ovvero Google Assistant. Tuttavia, con l’utilizzo in campo astronomico, si espanderebbe come non mai la sua utilità a livello scientifico.
La missione Kepler della NASA ha trascorso quattro anni concentrandosi su una porzione di cielo. Durante quel periodo ha raccolto 14 miliardi di punti dati da 200.000 stelle. Individuare un esopianeta avviene tipicamente osservando quando la luce di una stella si attenua temporaneamente quando un pianeta extrasolare passa tra noi e la suddetta stella. In quegli anni, Keplero scattò una foto ogni 30 minuti, quindi c’erano molte possibilità di osservarli.
I due ricercatori sono partiti da 15.000 punti dati della missione Kepler addestrando un sistema di apprendimento automatico per identificare possibili pianeti extrasolari estraendo i dati in maniera automatica dalle variazioni di luce.
Quando hanno testato il sistema, i ricercatori hanno scoperto che era in grado di differenziare correttamente i segnali dei pianeti extrasolari da altri tipi di segnali con il 96% di successo.
Successivamente hanno quindi preso i dati di Kepler da 670 stelle già note per avere ulteriori riscontri sull’attendibilità del sistema. Come risultato, hanno scoperto due nuovi esopianeti: Kepler 80g e Kepler 90i, l’ultimo dei quali rende il sistema a 90 stelle di Kepler il primo sistema a otto pianeti diverso dal nostro.
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