Sembrerà un numero impressionante e fuori da ogni logica ma 1/3 del cibo che viene prodotto nel mondo va sprecato (metà dello spreco lo si ha a casa). Con il crescere della popolazione l’obiettivo non dovrebbe essere produrre più cibo ma cercare di sprecarne di meno. A questo proposito, tornerà molto utile l’invenzione di un gruppo di ricercatori della Washington State University che permette di rilevare con precisione il momento in cui la carica batterica presente nel latte non ne consentirà più il consumo. In altre parole, si tratta di una tecnologia, integrabile facilmente in un tappo comune, che permette di sapere se il latte è ancora buono o è andato a male.

La tecnologia è stata chiamata “Rilevazione colorimetrica di composti organici volatili‎” e consente di individuare in tempo reale lo sviluppo di composti appunto prodotti dall’attività batterica.Il funzionamento è veramente geniale e consiste nell’utilizzare un reattivo di Schiff, ovvero una sostanza in grado di cambiare colore in presenza di VOC (componenti organici volatili), come ad esempio aldeidi e chetoni, e biossido di silicio, un minerale che può essere steso su ampie superfici in nanoparticelle. L’idea è di rivestire i normali tappi delle confezioni di latte, così che possano cambiare colore.

Niente chip, niente batterie niente elettronica: si tratta solo di un processo chimico dal costo veramente basso e che può facilmente venir applicato alle catene di produzione e imbottigliamento già esistenti. Nonostante però i risultati sono già esaltanti, il prossimo passo è trovare una soluzione per dire ai consumatori quanti giorni rimangono prima che non sia più buono.