Film e storie di fantascienza hanno da sempre esplorato l’idea di un asteroide che abbia una traiettoria che prima o poi impatterà con la Terra (vi ricordate il film Armageddon con Bruce Willis?) e, nonostante l’Universo sia estremamente vasto, c’è sempre una remota possibilità che ciò avvenga sul serio. Anzi, stando all’amministratore della NASA, Jim Bridenstine, è probabile che un asteroide colpisca la Terra entro 60 – 70 anni.
In un discorso tenutosi ieri alla Conferenza sulla Difesa Planetaria dell’Accademia Internazionale di Astronautica, Bridenstine ha aperto il suo intervento con un avvertimento su ciò che verrà. “Dobbiamo essere sicuri che le persone capiscano che non si tratta di Hollywood, non si tratta di film“, ha detto. “Si tratta in definitiva di proteggere l’unico pianeta che conosciamo, in questo momento, per ospitare la vita e che è il pianeta Terra”.
Bridenstine ha riconosciuto che un grande asteroide che si scontra con la Terra incontra una sorta di “fattore di risonanza“, un falso senso di sicurezza causato da innumerevoli film di Hollywood che ci hanno forse desensibilizzato alla carneficina che causerebbe. Ma non si deve guardare lontano per vedere il tipo di danno creato da una collisione di asteroidi.
Tre impatti di asteroidi nel solo XX secolo
Nel 2013, una meteora di 20 metri è esplosa sopra la città di Chelyabinsk. Viaggiando a più di 18 chilometri al secondo, la meteora esplose a circa 23 chilometri sopra la superficie terrestre, secondo la NASA. Ma nonostante ciò ha causato gravi danni. La meteora ha danneggiato migliaia di edifici e ha costretto più di 1.500 persone all’ospedale, la maggior parte dei detriti causati dall’onda d’urto. “Questi eventi non sono rari; accadono “, ha indicato Bridenstine.
E secondo un modello di recente creazione, dovremmo aspettarci una collisione simile ogni 60 anni. Il 20° secolo ha avuto tre impatti di questo tipo: il primo menzionato poco fa, uno a Tunguska, in Russia, nel 1908, e un altro in Brasile nel 1930. L’evento di Tunguska ha livellato più di 2.000 chilometri quadrati, ma non ha causato vittime umane.
Attualmente, l’agenzia americana ha un ambizioso obiettivo di rintracciare il 90% degli asteroidi di 140 metri di diametro e oltre – un asteroide abbastanza grande da spazzare via una piccola città. E mentre le meteore perdono una parte significativa della loro massa entrando nella nostra atmosfera (i gas contenuti vanno a sfaldare la roccia e i metalli delle meteore), vale la pena notare che la meteora responsabile per l’evento russo nel 2013 aveva un diametro di soli 20 metri, vale a dire un settimo delle dimensioni di quelle che la NASA sta monitorando.
Piani ambiziosi per metterci al sicuro
Ma la Terra non starà a guardare in maniera passiva. La NASA ha recentemente annunciato di aver contratto SpaceX, pagando alla società 69 milioni di dollari, per aiutare a risolvere il problema. Nella sua prima missione congiunta, il Double Asteroid Redirection Test (DART), SpaceX invierà un razzo in rotta di collisione con un oggetto vicino alla Terra, un asteroide in questo caso.
Se dovesse avere successo, il razzo non distruggerà certo l’asteroide ma gli farà cambiare traiettoria quel tanto che basta per metterlo fuori rotta da un eventuale impatto con la Terra.
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