La stampa 3D orai è diventata una tecnologia che, se non di massa, almeno è accessibile a molta gente grazie a costi sempre più in discesa e a progetti già pronti che è possibile scaricare online. Tuttavia, alcuni ricercatori di Harvard hanno sviluppato una nuova tecnica basata sulla acustoforetica (onde sonore) che permetterà di andare ancora oltre.
Mentre fino a ora si fa ricorso a tecnologie datate per poter stampare in 3D in oggetto, i ricercatori hanno sviluppato un nuovo metodo di stampa acustoforetica che sfrutta le proprietà acustiche di un risonatore Fabry-Perot per generare una forza acustoforetica accurata e altamente localizzata.
Stiamo parlando di fino a 100 volte superiore la forza di gravità, principale ostacolo fino a ora nell’utilizzo di questa tecnica, per far espellere alla stampante materiale nell’ordine del microlitro e del nanolitro.
Ciò è particolarmente interessante se si vorrà eseguire la stampa 3D non solo di oggetti molto piccoli ma anche di cibo e farmaci. Eh si, perché la prossima frontiera della stampa 3D è la produzione in casa di farmaci (siamo ancora molto distanti dal punto di vista legislativo) e di cibo partendo da elementi semplici.
Con questa tecnica sarebbe persino possibile modellare cellule staminali e biopolimeri, così da avvicinare il momento in cui sarà possibile eseguire la stampa 3D di organi negli ospedali così da eliminare sostanzialmente la lista d’attesa per i trapianti.
La tecnologia è ancora ai primi passi ma, come del resto tutto, deve pur cominciare da qualche punto.
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