Nonostante spesso non lo si pensa, insieme al cancro il diabete è una delle cause di morte più diffuse al mondo e, dal punto di vista economico, si accaparra una parte molto ampia del budget annuale del sistema sanitario italiano. Per questa ragione lo sviluppo di microinfusori di insulina, pensati per il diabete di Tipo 1, è un passo fondamentale sia per abbassare i costi ed eliminare gli sprechi sia per ridurre, quanto più possibile, i disagi dei pazienti.
A questo proposito, vi segnaliamo che Mylife YpsoPump, uno dei nuovissimi microinfusori che permette un rilascio graduale e costante di insulina eliminando il bisogno di iniezioni giornaliere, ha dimostrato tutto il suo valore attraverso un’iniziativa molto interessante che ha veduto coinvolta Francesca Andresini, una nuotatrice l’ha portato con sé (riempito con soluzione fisiologica) affrontando con successo la traversata delle correnti dello Stretto di Messina: “è talmente piccolo e comodo che non mi ha dato alcun fastidio durante tutta la traversata”.
Attualmente, dei 250.000-300.000 italiani con diabete di tipo 1, circa 18.000-20.000 sono in terapia con microinfusore; in Sicilia lo sono solo 1.850 persone, sui circa 14.800 diabetici di tipo 1 residenti sull’isola.
Il Mylife YpsoPump è un microinfusore di nuova generazione che permette di comunicare con il cloud grazie alla connessione allo smartphone stabilita mediante Bluetooth. In questo modo, non solo permette di tenere sotto controllo il livello di glucosio nel sangue anche da remoto ma consente anche al medico di gestire tutti i parametri per la somministrazione dell’insulina senza bisogno di recarsi nello studio.
“Le persone con diabete differiscono per condizione clinica, età, stato generale di salute, stile di vita, di cui occorre tener conto nella strategia di cura”, commenta il professor Fortunato Lombardo, Ricercatore presso l’Università degli studi di Messina. “Questa nuova alternativa amplia l’armamentario a disposizione del diabetologo, mettendolo nella condizione di personalizzare la terapia a seconda del paziente, che non sempre ha necessità di utilizzare device particolarmente sofisticati. Più complessi sono i sistemi di microinfusione, maggiore è l’impegno che richiedono a livello di addestramento del diabetico. Disporre di varie opzioni – dalle più sofisticate a quelle più essenziali e modulari, a costi sostenibili – permette al medico di scegliere la soluzione più appropriata, in funzione delle reali esigenze del paziente, e rappresenta una preziosa opportunità per ampliare l’accesso alla microinfusione”.
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