I criteri utilizzati da LEGO per selezionare i set che fanno parte della linea Ideas sono numerosi e pur essendo ben spiegati sembrano a volte oscuri. Quando il gruppo danese ha selezionato l’idea di Hsinwei Chi, ho immediatamente pensato che ci fossero molte altre alternative che avrebbero meritato maggiore attenzione e che non avrei di sicuro apprezzato il set al momento del rilascio.
Da allora sono passati diversi mesi, nel frattempo ho iniziato ad ascoltare un po’ di jazz, più che altro come sottofondo alle mie giornate lavorative, e quando ho avuto la possibilità di mettere le mani su questo set non mi sono lasciato sfuggire l’opportunità. Gli interventi degli ingegneri LEGO sono stati numerosi e ben visibili, ma a mio avviso hanno consentito al set di diventare ancora più unico e gradevole da esporre.
Un set da costruire in famiglia
Aprendo la scatola del set Quartetto Jazz LEGO Ideas si nota la presenza di una confezione in cartone contenente ben cinque manuali. Il primo illustra il set e le sue origini, gli altri quattro permettono di costruire separatamente gli altrettanti elementi che lo compongono, così da creare delle vere e proprie sfide collaborative in famiglia.
Potete quindi sfidare i vostri figli, o genitori, a chi è il più veloce a creare un determinato elemento, oppure lavorare in quattro per velocizzare la costruzione e commentare insieme le varie fasi del montaggio. I primi due sacchetti permettono di costruire il trombettista, il terzo e il quarto sono dedicati al contrabbasso, dal quinto al settimo per il batterista e gli ultimi quattro (sono undici in totale) per la pianista.
A differenza dell’idea originale infatti LEGO ha deciso di essere maggiormente inclusiva, inserendo una pianista per dare un tocco ancora più bello a questo set. Altra differenza rispetto al modello originale è il palco, realizzato in colori chiari invece che scuri, una scelta criticata da molti ma che ha l’indubbio vantaggio di alleggerire il set e renderlo più godibile alla vista.
Nonostante il set sia composto da oltre 1.600 pezzi (1.606 per la precisione), è possibile completare il montaggio in poco più di due ore anche lavorando esclusivamente da soli. Non ci sono mai fasi ripetitive, anche la “stesura del parquet” è molto divertente e richiede una certa attenzione per posizionare ogni elemento al proprio posto.
Non ci sono sfide particolarmente complesse, tanto che metà del set è stato assemblato da mio figlio di dieci anni, ma gli ingegneri LEGO hanno utilizzato numerose soluzioni creative per riprodurre sia gli strumenti che i vari personaggi. Personalmente non ho seguito l’ordine dei sacchetti numerati, anche perché ho diviso equamente a metà i compiti col mio fidato aiutante e ho realizzato il contrabbassista e la pianista, lasciando a lui trombettista e batterista.
Sfida avvincente ma mai frustrante
Ogni elemento ha presentato la propria sfida, senza mai diventare eccessivamente complesso come avviene, ad esempio, con alcuni set della serie Technic che richiedono manualità ed estrema attenzione. Ancora una volta LEGO ha puntato sul fattore divertimento, proponendo delle soluzioni davvero particolari, senza lesinare sui colori per quanto riguarda gli elementi nascosti, un must a cui è ormai impossibile rinunciare.
Bizzarra ad esempio la scelta dell’elemento curvo utilizzato per ricreare le mani, con la sola eccezione del batterista, vista la necessità di fargli tenere le bacchette. Da notare che tutti gli arti sono snodati, così da consentire a chi crea il set di cambiare la posa dei vari elementi. Solo il trombettista è limitato nella sua posa, mentre gli altri godono di una maggiore elasticità.
È stato bello vedere elementi presi da altri set e reinventati per creare il corpo dei personaggi: cofani di auto che diventano camicie, scudi come tasche, pistole nella t4romba o nel supporto degli elementi della batteria e molto altro. Non ci sono adesivi, anche se sono pochissimi gli elementi serigrafati: i tasti del pianoforte e due elementi sulla cassa della batteria. Per tutto il resto sono stati utilizzati elementi LEGO, anche per realizzare i dettagli.
Molte tecniche di costruzione, in particolare quelle utilizzate per la testa e per il tronco, sono evidentemente riprese da quelle utilizzate per i set della serie BrickHeadz, con numerosi elementi che presentano gli stud su due o più lati per consentire di ottenere figure particolari. Se il trombettista è forse l’elemento meno appariscente, anche per il ridotto numero di pezzi che lo compongono, gli alteri sono davvero strepitosi.
Il contrabbasso è uno spettacolo per gli occhi, e il suonatore offre degli spunti interessanti per creare delle costruzioni personalizzate. Per realizzare la batteria sono stati utilizzati elementi trasparenti per fissare le varie parti, in particolare i tamburi e i piatti, con un risultato decisamente realistico.
Il pianoforte è sicuramente l’elemento centrale dell’intero set, pur essendo spostato sul lato sinistro, essendo il più dettagliato. LEGO ha infatti curato ogni minimo dettaglio, come i tasti serigrafati, i pedali, lo stesso sgabello e gli interni, visto che il piano può essere aperto completamente.
Decisamente intrigante è anche la batteria, ricca di dettagli, con tutti gli elementi tipici e con una serie di soluzioni tecniche davvero eleganti e ingegnose. Dettagli come il pedale della grancassa, il charleston, i raid e i due tom, senza contare il timpano laterale, tutto contribuisce a un risultato finale davvero straordinario.
I quattro elementi si fissano tra di loro con alcuni elementi Technic, anche il set può essere diviso in due, anche per semplificare gli spostamenti, semplicemente sfilando gli elementi centrali. Certo, dovrete prestare attenzione quando lo muovete o spostate gli elementi, alcuni dettagli potrebbero staccarsi abbastanza facilmente, ma trattandosi di un set da esposizione e non da gioco ci sta sicuramente.
In conclusione
Nel complesso dunque devo dire che questo Quartetto Jazz LEGO Ideas vale tutti i 99,99 euro richiesti per l’acquisto, visto che il risultato finale è una meraviglia per gli occhi. Potrà fare bella figura di sé sia in una stanza dedicata sia vicino al vostro impianto stereo, o in una libreria, pronto a offrire uno spunto di conversazione anche con chi non è un fan LEGO.
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