Scegliere uno smartwatch col passare degli anni sta diventando sempre più complicato. Sul mercato ce ne sono ormai un’infinità, d’ogni prezzo e genere, che da una parte è un bene per la grande scelta che abbiamo, ma dall’altra complica un po’ le cose quando si desidera acquistare il migliore smartwatch per le proprie esigenze senza scendere a compromessi.
E allora, come si fa a sceglierne uno nel 2024? Abbiamo pensato di rispondere a questa domanda affrontando i diversi punti che ci si pongono davanti. Fugare tutti i dubbi è impossibile, ma in questa guida vi spieghiamo i principali aspetti da considerare, le differenze da valutare in base ai prezzi, e i pro e i contro di ogni scelta. Dunque, mettetevi comodi e prima di acquistare un nuovo smartwatch, per non sbagliare tenete conto di tutto questo.
Indice:
Le basi per scegliere uno smartwatch nel 2024
Prima di prendere in considerazione modelli e tipologie, partiamo dalle caratteristiche chiave da valutare per scegliere uno smartwatch nel 2024. Le specifiche tecniche, il software, le dimensioni, i materiali, e chiaramente le fasce di prezzo sono fattori cruciali nella scelta di un orologio intelligente. Per questo motivo è opportuno partire proprio da qui per costruirsi una propria idea, da arricchire via via con tutto il resto.
Caratteristiche principali da considerare
Se già ne possedete uno, avete un metro di riferimento che vi può tornare utile per decidere. Altrimenti, la prima cosa da valutare nella scelta di uno smartwatch sono gli ingombri, cioè le dimensioni e il peso. Un orologio troppo grande per il proprio polso (o viceversa) oltre a essere sgradevole alla vista si rivelerà presto scomodo da indossare, con la conseguenza di finire presto in un cassetto appena placato l’entusiasmo delle prime settimane. E lo stesso discorso vale per il peso, fattore influenzato oltre che dalle dimensioni, dai materiali: di solito plastica di vario tipo, alluminio, acciaio e in alcuni casi titanio. In generale più pregiati e robusti sono e più l’ago della bilancia sale. L’impermeabilità è un’altra caratteristica chiave da ricercare ma generalmente onnipresente, ancor meglio se la certificazione riguarda anche le immersioni.
Molti sia in termini di peso che di dimensioni potrebbero trovare il compromesso perfetto nelle smartband, nei braccialetti intelligenti o fitness band che dir si voglia, ma sono dispositivi meno avanzati e generalmente più poveri di funzioni rispetto agli smartwatch, dedicati soprattutto a chi vuole risparmiare. Ragion per cui qui non approfondiremo tale discorso, ma se interessati trovate tutto nella nostra guida alle migliori smartband da acquistare linkata in fondo.
Chiusa questa parentesi, l’altro elemento chiave da considerare in ogni caso è lo schermo dello smartwatch, la tipologia del display montato. Al di là delle dimensioni e del touchscreen (ormai sdoganato anche su molti sportwatch), c’è una grande differenza fra i diversi pannelli montati, sia in termini di resa visiva che d’impatto sull’autonomia. Ad oggi la tecnologia più diffusa e da preferire nella maggior parte dei casi è la AMOLED (e OLED), sia in termini di qualità che di efficienza, soprattutto se paragonata ai pannelli LCD, ormai relegati alla fascia bassa del mercato.
Sono abbastanza diffusi ancora oggi i display riflettenti, i cosiddetti MiP (Memory in Pixel), poco energivori, sempre accesi di natura e soprattutto usati nel settore degli sportwatch, dove si tende a preferire la visibilità sotto il sole e l’autonomia rispetto alla resa qualitativa del pannello, che in questo caso è parecchio inferiore rispetto agli AMOLED.
L’autonomia, per l’appunto, è un altro aspetto di cui tener conto. Le differenze possono essere in questo caso abissali perché si va da alcuni smartwatch che arrivano a malapena a sera ad altri, come gli sportwatch, che possono durare addirittura mesi (ad esempio quelli dotati della ricarica solare).
Ultimo fra i nodi cruciali nella scelta di uno smartwatch, ma non per importanza, quello inerente la dotazione tecnica. Anche qui le differenze possono essere sostanziali a seconda che cerchiate uno smartwatch economico o completo, magari con supporto alla connettività cellulare. Una lettura attenta della scheda tecnica è fondamentale nella ricerca ad esempio di uno sportwatch per la montagna (oltre ai sistemi di posizionamento satellitare, la cartografia è d’obbligo in questo caso), ma anche se intendete effettuare un pagamento dall’orologio tramite chip NFC. Quindi, prestate attenzione anche alle specifiche per una scelta oculata e per evitare brutte sorprese poi.
Quale software e perché
Fra i fattori cruciali per scegliere uno smartwatch, il software è un altro molto importante. Al di là della fluidità dell’interfaccia e del rapporto quotidiano con le diverse funzioni, che variano in base al singolo prodotto, il consiglio che vi diamo è: capite cosa vi serve e scegliete di conseguenza il software stesso, perché è il fattore che andrà più a ricadere sull’esperienza utente in generale.
Cercate uno smartwatch vero e proprio che ricalchi il più possibile l’esperienza d’uso dello smartphone con tante applicazioni a disposizione? Andate di watchOS e Wear OS (e declinazioni varie): il primo è il sistema operativo di Apple da usare con un iPhone connesso, il secondo è di Google e s’interfaccia con Android e con tutti gli smartphone del robottino verde. Su questa stessa falsariga si posiziona anche HarmonyOS, il sistema operativo tuttofare di Huawei, seppur non ancora al livello di questi ultimi.
Dalla parte opposta ci sono gli sportwatch, dispositivi che peccano un po’ dal punto di vista delle funzioni smart e della personalizzazione grafica, non supportano la connettività cellulare (nella maggior parte dei casi) e solo raramente permettono all’utente di installare app, disponibili in ogni caso tramite store proprietari. Il bello, come intuibile, sta nell’ampio ventaglio di funzioni sportive e nell’efficienza energetica che quasi sempre garantiscono, loro peculiarità che li distingue dai suddetti rendendoli di fatto degli orologi da usare per lo sport, nonostante di recente stiano diventando sempre più versatili.
E nel mezzo si posizionano tutti gli altri, gli smartwatch dotati di altri sistemi operativi. A seconda dei casi il software si avvicina a Wear OS e watchOS, modelli di riferimento da cui tuttavia si discostano in vario modo come vedremo poi. Cos’hanno di speciale? Generalmente offrono più autonomia degli Apple Watch e degli smartwatch col sistema operativo di Google, e un rapporto qualità-prezzo molto spesso superiore.
Come scegliere in base al prezzo
La fretta è cattiva consigliera, come si suol dire, proverbio che calza a pennello anche in questo caso sia per i punti suddetti, che per la questione prezzi. Decidere un budget è essenziale per poter scegliere uno smartwatch, ma capire quanto si intende spendere può diventare più difficile se non sono chiare le proprie esigenze. Quindi prima di fiondarvi a guardare i cartellini dei prezzi e di sospirare l’arrivo delle settimane di grandi sconti come Black Friday e Amazon Prime Day, prendetevi 5 minuti e chiedetevi quali sono gli aspetti fondamentali (per voi) che dovrebbe avere uno smartwatch, fra quelli già riportati e quelli che trovate a seguire. Soltanto a questo punto avrete un’idea più chiara del budget necessario per acquistarne uno. Per inciso, iscrivervi al nostro canale Telegram e WhatsApp è un’ottima idea per non perdere le offerte migliori.
Nonostante la concorrenza sia sempre più spietata e la qualità ad oggi sia decisamente più elevata, anche nella fascia bassa del mercato, spendere meno di 100 euro significa sacrificare necessariamente qualcosa, sia in termini di funzioni che di materiali, per non parlare della dotazione hardware. I produttori cinesi sia qui che nella fascia subito superiore, quella attorno ai 200 euro, sono i più interessanti per rapporto qualità prezzo, in molti casi anche completi.
Salendo di prezzo, sui 300 euro c’è di tutto, anche gli smartwatch con Wear OS e con watchOS (non i più recenti ed esclusivi chiaramente). È la fascia in cui trovare anche i primi sportwatch veri e propri, nonostante valga per tutti il fatto che qualche rinuncia c’è ancora, visto che il mercato degli smartwatch si spinge ben oltre i 400 euro, cifra necessaria per avere il meglio, dispositivi eccellenti, con materiali pregiati e ricchi di funzioni e chicche di vario genere.
Perché scegliere uno smartwatch con Wear OS
Scegliere uno smartwatch puro, in questo caso con Wear OS, sta diventando vantaggioso per la cura che Google da qualche tempo rivolge al suo sistema operativo per indossabili. A un decennio dalla prima Developer Preview rilasciata il 18 marzo 2014, gli smartwatch Wear OS by Google sono oggi efficaci e affidabili, con tante funzioni smart a bordo, spesso col supporto prezioso di Google Assistant, e soprattutto con tante app disponibili.
Quando è meglio Wear OS
La gestione delle notifiche è uno dei punti forti degli smartwatch con Wear OS, semplice e completa, con la possibilità di rispondere dal polso in vario modo digitando, inviando emoji e risposte preimpostate o dettando vocalmente il proprio messaggio a seconda dei diversi modelli. Lato lettura, nessun problema con qualsiasi cosa, a patto che si utilizzi uno smartphone Android, s’intende. La semplicità d’uso degli smartwatch con Wear OS, legata anche dall’immediatezza della configurazione iniziale e dei vari servizi annessi, compreso Google Assistant in alcuni casi, rappresenta un altro punto a suo favore.
C’è però un altro discorso da fare. Nonostante la base sia comune, in alcuni casi i produttori di smartwatch personalizzano il software con interfacce grafiche diverse legate ad app companion necessarie (Galaxy Wearable per gli orologi di Samsung ad esempio) e con funzioni extra che, dove più e dove meno, si discostano dalla versione stock di Wear OS, la cui più recente declinazione è la 3.5 disponibile su Google Pixel Watch.
Ma è la possibilità di scaricare le app sull’orologio tramite Google Play Store il motivo principale che giustifica in particolar modo la scelta di uno smartwatch con Wear OS. Oltre alle applicazioni di Big G più comuni come Google Maps, Google Wallet, Google Keep, Google Home, YouTube Music o Google Fit, sono installabili anche quelle di terze parti, cioè create da altre società (non tutte chiaramente). Il parco di app disponibili è piuttosto ampio e rappresenta di fatto il vantaggio più grande perché vi permette di arricchire l’orologio come meglio preferite (qui ci sono quelle attualmente disponibili).
Quando no
Negli ambiti esclusi fin qui, scegliere uno smartwatch con Wear OS non rappresenta un vantaggio rispetto agli orologi con sistemi operativi diversi o a paragone degli sportwatch. Il valore aggiunto più grande è rappresentato per l’appunto dalle applicazioni scaricabili dal Play Store; in tutti gli altri frangenti non spiccano (ad esempio come rapporto qualità-prezzo) e in alcuni casi arrancano, soprattutto in termini di autonomia, nonostante cambi molto a seconda degli smartwatch della concorrenza.
Apple Watch, una scelta obbligata
Una scelta obbligata per chi usa iPhone, un’opzione impraticabile per tutti gli altri. Una premessa obbligata, che vale (un po’ meno) all’opposto per gli smartwatch con Wear OS, con cui gli Apple Watch condividono molto. Possiamo relegarli entrambi nell’orbita degli smartwatch puri, quelli che dovreste scegliere per ottenere il massimo dell’esperienza smart su un dispositivo indossabile. Ancor più degli orologi legati a Google, nonostante il paragone sia per quanto detto sterile, rappresentano la scelta ideale per chi cerca un dispositivo intelligente da tenere al polso. E da settembre 2022 anche sono un’opzione da valutare per gli sportivi, seppur con qualche rinuncia soprattutto in termini di autonomia rispetto agli altri sportwatch.
Perché sì e perché no
Perché per anni Apple Watch è stato lo smartwatch per antonomasia, un’icona modaiola per design e un riferimento per le capacità che vanta. Col passare del tempo la concorrenza si è fatta agguerrita e lo ha pareggiato su diversi fronti, ma a livello di integrazione e di intesa con lo smartphone collegato è ancora oggi imbattuto.
Anche in questo caso sono le app il punto forte di Apple Watch. Oltre a quelle disponibili di serie, integrate in watchOS (il sistema operativo dedicato e basato su iOS), è possibile scaricarne migliaia dall’App Store, direttamente dall’orologio. Sono quasi sempre molto curate, anche quelle di terze parti, e permettono di personalizzare l’orologio e la stessa esperienza utente in vario modo, specchiando quasi interamente lo smartphone, soprattutto usando le varianti Cellular.
Ultima, ma non per importanza, la questione legata agli aggiornamenti software di watchOS. È senza dubbio uno dei motivi più solidi per i quali scegliere un Apple Watch, sia per le novità che anno dopo anno arrivano anche sui modelli più datati, sia per la stabilità del sistema operativo garantita dai tanti update distribuiti nei mesi. Per non parlare della garanzia di durata nel tempo, praticamente impareggiata finora. Basti pensare ad esempio che l’ultimo major update watchOS 11 è disponibile come aggiornamento software anche per Apple Watch Series 6, uscito sul mercato nel 2020.
Non li dovreste acquistare per le ragioni già anticipate sopra per gli smartwatch Wear OS. Perché anche gli smartwatch di Apple garantiscono poca autonomia, e non sono economici. Per il resto, non eccellono né stentano rispetto agli altri smartwatch presenti sul mercato.
Quale Apple Watch
Da settembre 2022 oltre agli economici SE, la famiglia Apple Watch ha accolto anche la variante Ultra, modello aggiornato l’anno seguente che sconfina nel settore degli sportwatch, pur discostandosene per alcuni motivi legati soprattutto all’autonomia. Ma oltre al terzetto dei più recenti, considerate anche i modelli meno recenti, proprio alla luce di quanto appena riportato, ossia del supporto software che dura anni. Le novità introdotte da Apple Watch Series 10 rispetto ai Series 8 e Series 9 sono abbastanza significative ma non esagerate (qui un confronto) e, al netto di particolari offerte, non giustificano la spesa in più necessaria per i modelli più recenti. Quindi è sempre una buona idea valutare se ha senso o meno in base alle proprie esigenze.
Smartwatch con altri sistemi operativi
La maggior parte degli smartwatch in commercio ha ancora oggi dei sistemi operativi proprietari, alcuni più vicini a Wear OS, altri meno. Rientrano in questa categoria gli orologi di Amazfit con Zepp OS, quelli di Huawei con LiteOS (ora con HarmonyOS), ma anche gli smartwatch Fitbit, HONOR e così via. Oltre agli smartphone Android sono tutti utilizzabili con iPhone, nonostante in alcuni casi si possa incappare in qualche limitazione, ad esempio per rispondere ai messaggi.
Ma perché scegliere uno smartwatch con sistema operativo a sé? Proprio per il gran numero e la diversità di dispositivi è difficile trovare dei punti d’incontro che giustifichino la scelta rispetto agli altri. Tuttavia, è utile tener conto dell’autonomia ad esempio, uno dei punti deboli di Apple Watch e della maggior parte degli smartwatch con Wear OS. Perché perfino le 24 ore di utilizzo spesso sono un problema, seccatura che non si pone quasi mai con gli smartwatch dotati di atri sistemi operativi, tendenzialmente con software meno energivori che garantiscono una durata della batteria superiore, in alcuni casi perfino paragonabile agli sportwatch veri e propri.
Non sempre, ma molto spesso hanno poi un rapporto qualità-prezzo superiore, sia rispetto agli smartwatch con Wear OS, e ancor più se paragonati ad Apple Watch e sportwatch. Anche qui dipende molto dai dispositivi e da chi li produce, ma tendenzialmente la dotazione di funzioni offerte e la qualità dei materiali giustifica la spesa.
Non comprateli se pensate di poter scaricare le app dagli store di Apple e Google. In alcuni casi i produttori mettono comunque a disposizione degli utenti dei negozi di app proprietari, ma la cosa non è paragonabile. E anche per quanto riguarda gli aggiornamenti e le funzioni, dipende molto dalle singole aziende, aspetto che vale anche per tutti gli altri aspetti valutabili. Quindi considerate ciascun prodotto e controllate se soddisfa le vostre necessità.
Perché comprare uno sportwatch
È una categoria un po’ a sé che alla domanda sul perché scegliere uno sportwatch risponde con tre punti: resistenza, autonomia e funzioni sportive. Pur essendo ormai ricchi di funzioni smart, sono dispositivi diversi, spesso più costosi degli altri e che puntano a un pubblico di appassionati, di utenti alla ricerca di determinate caratteristiche che gli smartwatch suddetti non offrono. Per inciso, oggi come oggi le funzioni smart di base ci son tutte quasi sempre, compresi i pagamenti contactless e una gestione accurata delle notifiche (risposte preimpostate comprese), ad esempio.
Quindi tenetene conto se cercate degli smartwatch resistenti, che all’eleganza e agli schermi a filo con le ghiere preferiscono spesso plastica (i più economici) o materiali più robusti e solidi, pensati per durare e tollerare gli sport all’aria aperta o altri contesti d’utilizzo gravosi. Per questo il design è spesso da rugged, cioè massiccio. E talvolta sono pesanti e ingombranti anche per fare in modo che a bordo ci sia posto per batterie capaci di garantire una notevole autonomia, altro motivo per cui potreste voler acquistare uno sportwatch. Per inciso, alcuni modelli dotati di ricarica solare (come alcuni sportwatch Garmin) possono durare perfino dei mesi se utilizzati in determinate condizioni. Non si pone più nemmeno il problema della tipologia di display obsoleta, visto che dal 2023 sono in molti gli sportwatch che hanno adottato degli schermi AMOLED al posto dei vecchi MiP transflettivi.
Ma l’aspetto che meglio definisce questa categoria e che vi può aiutare nella scelta riguarda le funzioni sportive. Se fate sport e cercate un orologio che registri le sessioni e vi accompagni durante e dopo gli allenamenti, prima con dati in tempo reale e poi con tante statistiche da analizzare, è inutile guardare altrove. E soprattutto non focalizzatevi sulle centinaia di modalità sportive decantate da molti smartwatch, spesso copie di copie senza alcuna particolarità che le differenzi l’una dall’altra. Controllate invece che supportino gli sport che praticate, che abbiamo un insieme di funzioni che permettono di gestirsi e di gestire i propri allenamenti sia sul lungo che sul breve termine.
In caso contrario, se quanto riportato sopra non rappresenta per voi una priorità, evitate gli sportwatch perché sono quasi sempre più costosi, meno smart e spesso scomodi da indossare.
Le nostre guide all’acquisto
Concorderete a questo punto che scegliere uno smartwatch nel 2024 non è affatto semplice ma, fornite le chiavi e le nozioni principali, ci aspettiamo che il quadro sia più chiaro, che decidere sia un po’ più semplice. Ma per maggiori informazioni sui singoli modelli, sui migliori smartwatch e sportwatch da considerare (con l’extra delle smartband), ci sono le guide all’acquisto qui sotto, che alla domanda su quale smartwatch acquistare rispondono coi prodotti, da noi selezionati e aggiornati ogni mese.
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