L’intelligenza artificiale (IA) è qualcosa che sta rivoluzionando il modo in cui viviamo e lavoriamo. ChatGPT è uno dei sistemi di IA più avanzati al mondo: basato su reti neurali, il chatbot di OpenAI è in grado di comprendere il linguaggio naturale e fornire all’utente risposte pertinenti e appropriate, aprendo nuove opportunità per migliorare la nostra vita quotidiana e il modo in cui lavoriamo.
In questo articolo, esploreremo il futuro di ChatGPT e dell’IA in generale partendo dalla situazione attuale, cercando di capire come queste tecnologie stiano cambiando il modo in cui viviamo e lavoriamo, e analizzando le implicazioni che ci aspettiamo per il futuro. Proveremo a presentare alcuni esempi di come l’IA stia già cambiando il mondo del lavoro e della vita quotidiana, e quali saranno le sfide e le opportunità da tenere in considerazione in futuro.
Indice:
Intelligenza artificiale: a che punto siamo?
Superata l’era d’oro degli smartphone, della tecnologia indossabile, dei computer, il focus generale degli appassionati di tecnologia, ma soprattutto dei big del settore e degli investitori, è tutto sull’intelligenza artificiale o, meglio, su una branca di essa.
L’intelligenza artificiale (IA) è un campo di ricerca che si occupa di sviluppare algoritmi e sistemi in grado di eseguire compiti che richiedono intelligenza umana, come il riconoscimento di immagini, il linguaggio naturale e il ragionamento.
L’intelligenza artificiale generativa (GAI), invece, è una branca dell’IA che si concentra sulla creazione di sistemi in grado di generare autonomamente nuovi contenuti, come immagini, suoni, testo e altro ancora. La GAI utilizza tecniche di apprendimento automatico, in particolare le reti neurali artificiali, per generare in modo creativo nuovi contenuti che non sono stati precedentemente programmati o forniti al sistema.
In altre parole, mentre l’IA tradizionale si concentra sulla risoluzione di problemi esistenti, la GAI si concentra sulla creazione di nuovi contenuti in modo autonomo ed è spesso utilizzata in applicazioni come la generazione di immagini sintetiche per la grafica 3D (vedi Dall-E), la creazione di musica e la produzione di testo creativo.
Tutte queste tipologie di applicazioni stanno spopolando tra i principali big del settore: un esempio lampante è Microsoft Edge, browser all’interno del quale Microsoft sta integrando tantissimi strumenti basati proprio sulla GAI.
Cosa è ChatGPT e come funziona?
ChatGPT è un modello di linguaggio basato su una rete neurale artificiale addestrata su vasti insiemi di dati testuali. Il suo scopo principale è quello di generare risposte coerenti e sensate alle domande o ai prompt degli utenti. Grazie all’enorme quantità di informazioni apprese durante l’addestramento, ChatGPT è in grado di comprendere il contesto e produrre risposte pertinenti appropriate in una vasta gamma di argomenti.
Un aspetto importante di ChatGPT è proprio legato al fatto che il sistema può apprendere continuamente dalle conversazioni e dal feedback degli utenti: in pratica, il sistema diventa sempre più accurato e preciso man mano che viene utilizzato e riceve feedback.
ChatGPT è solo uno dei tanti chatbot esistenti
ChatGPT è solo uno dei tanti chatbot esistenti: tutti questi possono essere utilizzati dagli utenti per fornire informazioni, rispondere a domande, assistere gli utenti con la risoluzione di problemi e molto altro ancora.
I principali player del settore tecnologico stanno investendo moltissimo nel settore, basti pensare a Bard di Google, agli investimenti di Microsoft in Open AI (sviluppatore di ChatGPT), al lancio di X.AI da parte di Elon Musk; questi erano solo alcuni esempi ma vi basterà effettuare una ricerca in rete per scoprire che ormai tutti stanno puntando a realizzare un proprio chatbot.
In generale, tanto i chatbot quanto gli assistenti conversazionali basati sull’IA (Google Assistant, Alexa di Amazon, presto Siri di Apple) possiedono conoscenze enciclopediche e capacità mnemoniche straordinarie. Possono ricordare quasi all’infinito informazioni di ogni genere, dai fatti storici agli argomenti scientifici, e metterle a disposizione dell’utente in qualsiasi momento. Questo cambierà radicalmente il nostro modo di accedere alle informazioni e di apprendere nuove nozioni.
Questi sistemi saranno in grado di offrire un servizio personalizzato, proattivo e costante agli utenti, monitorandone gli interessi e le preferenze per fornire loro contenuti e suggerimenti su misura, diventando sempre più una sorta di assistente personale sempre disponibile e attento ai loro bisogni.
Diventando sempre più avanzata, l’intelligenza artificiale consentirà ai chatbot di perfezionare le proprie abilità sociali e conversazionali: ad un certo punto, essi saranno addirittura in grado di comprendere le emozioni, fornire supporto emotivo, intrattenere discussioni piacevoli su qualsiasi argomento e addirittura stabilire relazioni sociali significative nel lungo termine.
Un parallelismo forzato? L’invenzione dell’automobile
Prima di proseguire, vorrei però fare una specie di divagazione raccontando una storia che è ben distante da quella di cui stiamo parlando oggi (anche temporalmente) ma che, se ci riflettiamo, potrebbe essere molto più simile ad essa di quanto non si possa pensare.
Quando venne inventata l’automobile, l’opinione comune era piuttosto divisa: da una parte c’era un forte entusiasmo per la nuova tecnologia e per le sue potenzialità; dall’altra parte, c’erano diffidenza e preoccupazione per la sicurezza e per i possibili effetti negativi sulla salute pubblica e sull’ambiente.
Inizialmente, le automobili erano considerate una curiosità costosa e accessibile solo a pochi privilegiati. Tuttavia, con l’avanzamento della tecnologia e la riduzione dei costi di produzione, le automobili divennero sempre più popolari e accessibili alla classe media, e alla fine divennero uno dei simboli dell’era moderna.
Anche se alcune preoccupazioni iniziali sulla sicurezza e sull’ambiente si sono rivelate fondate nel tempo, l’automobile ha avuto un impatto enorme sulla società e sull’economia, trasformando il modo in cui le persone si muovono e interagiscono tra loro.
Al netto dell’impatto futuro che non possiamo (del tutto) prevedere, trovo che il periodo dell’invenzione dell’automobile abbia decisamente alcuni punti in comune con il periodo che stiamo vivendo adesso, quello del fiorire di ChatGPT, degli altri chatbot e, ancor più in generale dell’intelligenza artificiale.
L’impatto di ChatGPT e dell’IA sul lavoro e sulla vita quotidiana
Allo stesso modo di quando venne inventata l’automobile, anche l’introduzione di ChatGPT e modelli simili nell’IA sta avendo un impatto significativo su diversi aspetti della nostra vita quotidiana. Se da un lato l’IA ci offre strumenti straordinari per migliorare la qualità delle nostre vite, dall’altro porta con sé importanti sfide e implicazioni.
Proviamo quindi ad analizzare alcuni aspetti su cui ChatGPT e, più in generale, tutta l’intelligenza artificiale avranno impatti più o meno positivi per la società, le preoccupazioni che possono destare e le sfide a cui già sottopongono noi utenti normali, le aziende e i governi.
Impatto sul mondo del lavoro
Partiamo dal mondo del lavoro, quello su cui l’avvento dell’intelligenza artificiale sembra destare più dubbi di tutti perché, come sempre, le prime cose che vengono a galla sono quelle che fanno più paura: in questo caso, la possibile perdita di posti di lavoro.
Sembra scontato che molte mansioni di routine che oggi vengono svolte da esseri umani saranno automatizzate: l’IA prenderà il controllo di attività come servizio clienti, contabilità, revisione dei contratti e via dicendo.
Se da un lato questo scenario potrebbe portare a una riduzione dei posti di lavoro, dall’altro la collaborazione uomo-macchina consentirà di aumentare la produttività e migliorare la qualità del lavoro svolto: pertanto, le persone potranno dedicarsi ad attività più creative e strategiche o dovranno acquisire nuove competenze per rimanere competitive sul mercato del lavoro.
Impatto su salute e medicina
L’IA avrà un forte impatto anche sulla salute e sulla medicina: in questi ambiti, può essere utilizzata per analizzare grandi quantità di dati medici e per fornire diagnosi più precise e personalizzate.
Questo potrebbe portare a miglioramenti significativi nella ricerca medica e nella cura dei pazienti che potranno essere seguiti a distanza, magari grazie proprio all’aiuto di applicazioni e strumenti basati sul machine learning e intelligenza artificiale.
I chatbot come ChatGPT hanno il potenziale per rivoluzionare il modo in cui interagiamo con le macchine e con l’intelligenza artificiale stessa: come detto, le macchine saranno in grado di comprendere il linguaggio naturale e di creare conversazioni coerenti e naturali; questo potrebbe portare a una maggiore accettazione dell’IA nella vita quotidiana e ad una maggiore efficienza negli affari.
A livello sociale, invece, i chatbot potrebbero diventare veri e propri compagni digitali, in grado di intrattenere conversazioni su qualsiasi argomento, fornire supporto emotivo e persino sviluppare legami affettivi con gli utenti nel lungo termine. Queste tecnologie puntano anche a migliorare l’efficienza di molte interazioni di routine come prenotare appuntamenti, effettuare ordini e ottenere risposte a domande generiche.
È comunque giusto approcciarsi con un pelo di “scetticismo” a questo aspetto: va bene che, in linea di massima, ChatGPT e gli altri chatbot saranno presto in grado di fornire supporto emotivo e sviluppare legami effettivi, ma questo non deve spingere la popolazione a dimenticare i legami affettivi e il supporto emotivo che solo le persone “reali” sanno dare; il concetto di “amici”, di “famiglia” o il semplice ruolo dello psicologo non potranno essere sostituiti da una intelligenza artificiale, s’intende.
Impatto su istruzione e formazione
In ambito formativo, l’intelligenza artificiale ha il potenziale per rendere l’istruzione più accessibile agli studenti di tutto il mondo: ChatGPT e gli altri chatbot basati sull’IA saranno sempre più in grado di adattare i percorsi di apprendimento alle esigenze e capacità di ogni studente:
Essi potranno spiegare gli argomenti in modo personalizzato e fornire esercitazioni pratiche per consolidare le nozioni acquisite. Gli studenti potranno, così, fare affidamento su questi tutor digitali per imparare in modo più rapido ed efficace.
Impatto sui “creator” e sulla pubblicità
Un altro importante ambito su cui l’intelligenza artificiale generativa sta avendo e avrà sempre più un grosso impatto è quello della creatività, con tematiche calde che coinvolgono i creatori di contenuti artistici a tutto tondo e i pubblicitari, e questioni legate al copyright e ai diritti d’autore (di cui parleremo poco più avanti).
L’abilità di ChatGPT e degli altri chatbot nel generare testi coerenti e interessanti è già stata sfruttata per creare storie, sceneggiature, poesie, canzoni e altro ancora, offrendo nuove opportunità per artisti, scrittori e creator in generale.
I vari strumenti basati sull’intelligenza artificiale generativa hanno già dato prova delle loro potenzialità nella creazione di contenuti audio-visivi (immagini, audio, video) innovativi e accattivanti: queste potenzialità sfociano nell’emergere di tanti “nuovi” contenuti come canzoni, serie di libri, foto e filmati super realistici, destinati a diventare potenziali “crack”.
Anche le aziende possono sfruttare i tool basati sull’intelligenza artificiale generativa per creare immagini di prodotti in modo più efficace rispetto alla fotografia tradizionale, con una maggiore flessibilità nell’aggiunta di elementi personalizzati e nella creazione di immagini che si adattino alle esigenze dei clienti.
Lato pubblicità poi, l’IA generativa può essere utilizzata per creare contenuti pubblicitari personalizzati in base alle preferenze dei consumatori: ciò può includere la creazione di annunci mirati in base all’età, al sesso, alla posizione geografica e ad altri dati demografici dei consumatori.
Tutto ciò ci mette di fronte a preoccupazioni dal punto di vista della privacy dei consumatori, che potrebbero sentirsi spiati o manipolati nel caso in cui l’IA sfrutti i loro dati personali per creare annunci personalizzati. Le aziende dovranno quindi sfruttare l’IA generativa in modo trasparente e responsabile, garantendo la privacy dei dati dei consumatori, prevenendo la diffusione di contenuti falsi o ingannevoli e attenendosi alle normative sulla pubblicità.
La questione su copyright e diritti d’autore
Un’altra questione spinosa, come anticipato, riguarda il copyright e i diritti d’autore. In particolare, l’IA generativa di ChatGPT e dei tool di generazione di contenuti audio-visivi può creare contenuti che somigliano a quelli creati da esseri umani, ma che sono stati generati da una macchina. Sorge, però, il problema della “paternità dell’opera”. Questi contenuti devono essere considerati come la creazione di un algoritmo piuttosto che di un autore umano?
La questione, poi, esplode nel momento in cui l’intelligenza artificiale arriva a generare un’opera simile a una esistente che è protetta da copyright (o se genera un contenuto basato su materiali protetti da copyright senza il permesso dell’autore originale).
Per risolvere tutti questi problemi, gli studiosi e i professionisti del diritto stanno lavorando per sviluppare nuove leggi e normative per affrontare la questione della proprietà intellettuale sui contenuti creati dall’intelligenza artificiale.
Alcune organizzazioni stanno anche sviluppando strumenti, basati direttamente sull’intelligenza artificiale, per aiutare a proteggere i diritti d’autore dei contenuti generati dall’intelligenza artificiale generativa.
In generale, questa è una delle questioni più delicate, soggetta ad una veloce evoluzione e tale da richiedere ulteriori discussioni e sviluppi normativi per potere essere risolta una volta per tutte.
Preoccupazioni legate alle questioni etiche
L’evoluzione dell’IA solleva anche altre preoccupazioni. In particolare, l’uso dell’IA nella sorveglianza e nel controllo della popolazione potrebbe comportare una violazione della privacy e dei diritti umani. Inoltre, l’IA potrebbe essere utilizzata per la creazione di armi autonome e pericolose.
Oltre a queste, ci sono anche alcune preoccupazioni che riguardano l’uso dei vari chatbot. In particolare, c’è chi teme l’uso di ChatGPT e, più in generale, dell’IA generativa per scopi dannosi come la creazione di notizie false, “deepfake” o la manipolazione di informazioni, con conseguenti (e plausibili) ripercussioni sull’opinione pubblica. Sarà obbligo di chi di competenza sviluppare misure di sicurezza per prevenire tali abusi.
L’uso crescente dell’IA solleva anche altre due questioni delicate: comprendere a chi attribuire la responsabilità delle decisioni prese dalle macchine (prima o poi si arriverà a questo punto in certi ambiti) e garantire che i benefici dell’IA siano equamente distribuiti tra le diverse popolazioni (molto difficile per come funziona la società moderna, purtroppo).
La questione dei “pregiudizi”
Facciamo subito chiarezza. Non intendiamo dire che l’intelligenza artificiale abbia di per sé dei pregiudizi. Semplicemente, i modelli di IA che vengono addestrati su dati reali, possono ereditare e amplificare pregiudizi e stereotipi presenti nella società.
È quindi necessario porre un’enfasi particolare sulla riduzione dei “bias” e sulla creazione di modelli equi onde evitare che si perpetrino falsi miti o che possa essere “manipolata” l’opinione pubblica anche attraverso questo aspetto.
Un esempio concreto: lo studio condotto da ricercatori del MIT e di Stanford
Un nuovo studio condotto da ricercatori del MIT (Massachussets Institute of Technology) e dell’Università di Stanford (in California) ha provato a dimostrare l’impatto positivo dell’intelligenza artificiale sulla produttività dei lavoratori.
Lo studio ha coinvolto 130 dipendenti di un’azienda di servizi finanziari, divisi in due gruppi: il primo ha utilizzato un sistema di intelligenza artificiale per assistere il lavoro quotidiano, mentre il secondo (sfruttato come “gruppo di controllo”) ha lavorato senza l’assistenza dell’IA.
Dall’esperimento è emerso che i dipendenti che hanno lavorato affiancati dall’IA hanno visto un aumento della produttività del 14% rispetto al gruppo di controllo: l’IA ha permesso ai dipendenti di diventare più efficienti eliminando dalla catena di operazioni tutte quelle attività che risultano ripetitive, aumentando l’efficacia del lavoro svolto. Inoltre, l’utilizzo dell’IA sembra avere migliorato la soddisfazione dei dipendenti sul lavoro, consentendo loro di concentrarsi su attività più creative e di alto valore aggiunto, e ha ridotto lo stress.
Tuttavia, come già ribadito in precedenza, l’adozione dell’IA nei luoghi di lavoro deve essere gestita con attenzione: gli autori dello studio (Erik Brynjolfsson, Danielle Li e Lindsey R. Raymond) hanno sottolineato che l’intelligenza artificiale dovrebbe essere utilizzata in modo equo e responsabile nei luoghi di lavoro, sottolineando che non dovrebbe arrivare a sostituire completamente i lavoratori, ma piuttosto dovrebbe essere usata per aiutarli a diventare più efficienti.
Cosa ci aspetta nel futuro?
L’evoluzione di ChatGPT e, più ad ampio spettro, dell’intelligenza artificiale avrà sicuramente un impatto significativo sulla società nel futuro: l’IA porterà a una maggiore efficienza e precisione nei servizi pubblici e in svariati altri ambiti come quello medico, ma potrebbe anche portare alla riduzione dei posti di lavoro, almeno quelli tradizionali, per come li conosciamo oggi.
È importante che la ricerca sull’IA, tra IA generativa e chatbot come ChatGPT, sia accompagnata da una riflessione etica e da un dialogo pubblico sulla sua evoluzione e sulle sue implicazioni future: le aziende e i governi dovrebbero impegnarsi a sviluppare l’intelligenza artificiale in modo responsabile e sostenibile, tenendo conto delle possibili conseguenze sociali, etiche e ambientali delle loro decisioni.
Le possibilità offerte da queste tecnologie sono enormi, ma dovremo gestire anche rischi e sfide rilevanti. Al pari di quando venne inventata l’automobile, superato l’iniziale scetticismo, le persone hanno imparato a convivere con la nuova tecnologia e nulla vieta che possa essere così anche con l’intelligenza artificiale: il futuro è alle porte e sarà determinato dalle scelte che faremo oggi.
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