Lo svilupparsi del settore smartphone ha dato un boost incredibile al mercato delle batterie agli ioni di litio negli ultimi 10 anni e la presenza sempre più massiccia delle auto elettriche non sta facendo altro che espanderlo ancora di più. Tuttavia, seppur con qualche miglioria, ci sono ancora due problemi che affliggono questa tecnologia: la capacità energetica e i tempi di ricarica. La soluzione, almeno per il problema legato ai tempi di ricarica, potrebbe arrivare già nel 2020 da Echion Technologies, startup nata da un gruppo ricercatori dell’università di Cambridge.
La nuova tecnologia delle batterie sviluppata da Echion Technologies potrebbe drasticamente ridurre i tempi di ricarica dei veicoli elettriche e, di conseguenza, rendere molto più efficienti i mezzi pubblici e i servizi di car-sharing (magari a guida autonoma). I dati riportati dell’azienda parlano chiaro: ricariche in soli 6 minuti delle batterie per auto elettriche che al momento ne richiedono 45.
La soluzione messa a punto dall’azienda consiste nel sostituire la polvere di grafite attualmente usata nelle batterie agli ioni di litio con una nuova sostanza della quale al momento non conosciamo la composizione. L’essere vaghi è dovuto al fatto che la tecnologia per le batterie sviluppate da Echion non è ancora coperta da nessun brevetto. Di fatto, non si vuole che un’azienda concorrente fiuti qualcosa e rubi l’idea.
“Le polveri sono il componente centrale di una batteria al litio. Il nostro è un nuovo tipo di polvere che consente di ricaricare in 6 minuti invece di 45 le batterie delle auto. In questo modo, ricaricare un’auto elettrica sarà semplice come fare rifornimento di carburante” ha spiegato il fondatore Jean De La Verpilliere.
Un’altra caratteristica potenzialmente rivoluzionaria dell’invenzione di Echion riguarda la sicurezza: se con le attuali batterie si corre il rischio di surriscaldamenti ed esplosioni (lo sa bene Samsung che ha ritirato in passato dalla vendita il Galaxy Note 7 per problemi del genere), la nuova sostanza metterà totalmente al riparo da questa problematica.
Seppur i dati forniti da Echion sono molto promettenti, è difficile credere che una tecnologia, senza ancora alcun brevetto che la protegga e senza una dimostrazione pratica, possa essere commercializzata già a partire dal 2020. Staremo a vedere come evolverà la vicenda.
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