Nonostante il cattivo tempo di questi giorni a cavallo delle festività pasquali la primavera è ormai arrivata ed è tempo di biciclette! Abbiamo parlato recentemente di questo brand con la Engwe P275 ST, ma oggi vi proponiamo la recensione di un mezzo veramente particolare: Engwe P275 Pro , di simile alla sorella minore c’è soltanto il nome perché per il resto si tratta di bici a pedalata assistita molto diverse.
Con questa due ruote elettrica, la casa cinese si conferma capace di realizzare ottimi prodotti, alzando il livello qualitativo rispetto allo standard. In questo caso troviamo elementi tecnici particolarmente interessanti come un cambio automatico a tre rapporti e una trasmissione con cinghia in carbonio, un reggisella telescopico e una batteria da 690 W/h. Per tutto il resto rimane a tutti gli effetti una bicicletta elettrica completamente legale e prontissima a farvi sfrecciare per le strade cittadine, scopriamola nella nostra recensione.
Design e qualità costruttiva
Dal punto di vista estetico la Engwe P275 Pro colpisce fin dal primo sguardo per la ricercatezza del design, quasi lussuoso, di ispirazione nord europea. Il telaio del esemplare che abbiamo avuto in prova è in colorazione nera antracite con un elemento arancione in corrispondenza della batteria completamente integrata, esiste però anche la colorazione completamente nera che sicuramente risulterà meno appariscente.
Qualità costruttiva al top con alluminio 6061 e saldature spianate a regola d’arte, si aggiungono poi diversi dettagli interessanti come il reggisella telescopico, il doppio faro a LED anteriore integrato nel telaio, parafanghi in alluminio e portapacchi che può sopportare fino a 25 kg che si fissa direttamente sul carro posteriore. Il motore è centrale e l’assenza del cambio posteriore regala alla bici un look estremamente pulito ed elegante, completano la dotazione le ruote da 27,5 pollici, un cavalletto e un faretto posteriore che si installa nel sottosella.
La bicicletta viene spedita direttamente dall’Europa semi-montata, bisognerà installare la ruota anteriore e il manubrio, un gioco da ragazzi anche perché insieme agli accessori sono fornite tutte le chiavi di cui si necessita per l’assemblaggio.
Componenti
La componentistica installata è di ottimo livello. Partiamo dal motore Bafang M200 da 250 watt di potenza nominale continua e 65 Nm di coppia. La batteria è da 19,2 A agli ioni di litio, prodotta da Samsung, e il sistema di trasmissione è composto da una cinghia in carbonio e da un mozzo posteriore con cambio a tre rapporti integrato.
Troviamo poi dei freni idraulici a due pistoni Tektro, un reggisella telescopico con 10 cm di escursione, una sella Selle Royal piuttosto larga e comoda, ruote da 27,5 pollici con coperture semi-slick da 2,4 pollici. Non mancano un cavalletto e il display da cui si possono controllare vari parametri del motore, come i livelli di assistenza e i dati di marcia. Per controllare la parte elettronica infine, c’è un piccolo pad a manubrio, molto discreto e semplice da utilizzare.
Il faro anteriore è doppio ed è integrato nel telaio. Una delle due lampadine a LED illumina in prossimità del mezzo, l’altra invece in profondità ed entrambe si attivano automaticamente grazie a un sensore di luminosità. Purtroppo, e questa è forse l’unica vera lacuna della bici, il faro posteriore non è integrato nel telaio e l’alimentazione non viene recuperata dalla batteria principale, bensì si deve installare sotto la sella e si affida a una batteria classica a bottone.
Esperienza d’uso e autonomia
Come vi abbiamo anticipato nell’introduzione, gli spunti di interesse tecnici su questa bici sono molteplici, a partire dalla trasmissione con cinghia di carbonio che promette ottime prestazioni nel tempo e una manutenzione di gran lunga inferiore rispetto alla trasmissione tradizionale con cambio e catena. Il motore Bafang da 250 watt è direttamente collegato al mozzo posteriore attraverso la cinghia, e all’interno del mozzo sono integrati tre rapporti composti da ingranaggi che vengono innestati automaticamente in base alla forza centrifuga a cui sono sottoposti, in altre parole, più è alta la velocità di rotazione della ruota posteriore e più salirà il rapporto. La seconda marcia viene cambiata a 15 Km/h, la terza a 20 Km/h orari.
Tutto questo sistema ci ha incuriosito, ma allo stesso tempo le prime pedalate non ci hanno dato feedback positivi: la bicicletta era molto dura da spingere tanto che risultava praticamente impossibile risalire rampe anche di breve lunghezza. Questo perché i rapporti sono molto lunghi e il conducente non può in alcun modo intervenire manualmente sul rapporto. Al contempo l’assistenza del motore ci era sembrata troppo contenuta in rapporto alla forza che bisognava imprimere alla pedalata per muovere la bici.
Abbiamo immediatamente sentito i ragazzi di Engwe e la casa si è dimostrata reattiva e seria nel prendere in considerazione le problematiche che abbiamo segnalato. Si è adoperata per trovare una soluzione e, dopo alcuni test interni, ha deciso di rilasciare un aggiornamento software correttivo.
Abbiamo quindi potuto provare in anteprima questo aggiornamento che sarà preinstallato su tutte le biciclette non ancora vendute. Dopo l’update, i 5 livelli di assistenza hanno ricevuto un sostanziale boost prestazionale. I rapporti rimangono comunque ugualmente lunghi, ma l’intervento del motore è molto più corposo e, di conseguenza, è possibile usare livelli di assistenza bassi senza affaticarsi.
Detto ciò, la bici rimane consigliabile per chi deve muoversi essenzialmente in città senza salite o per chi non deve fare lunghe tratte di trasferimento ad alta velocità, perché l’assistenza del motore è sempre necessaria visti i soli tre rapporti, molto lunghi, su cui può muoversi il cambio automatico.
Al di là di queste considerazioni sul motore, la bici si è rivelata molto comoda e veloce negli spostamenti urbani; la seduta è avanzata e un po’ sportiva, ma questo è il prezzo da pagare per avere un design così raffinato. Il resto della componentistica si è comportato egregiamente, a partire dai freni idraulici che riescono a fermare il mezzo in un fazzoletto. Bene anche le ruote da 27 pollici, che sono un giusto compromesso tra scorrevolezza e maneggevolezza, così come le coperture con sezione da 2,4 pollici, che riescono a smorzare efficacemente le diverse asperità della pavimentazione stradale. È anche possibile giocare con la pressione degli pneumatici per riuscire ad avere maggior comfort, tenendo presente che sulla bici non sono installati ammortizzatori.
Venendo alla batteria, i 690 W/h di cui dispone sono una garanzia, non si fatica a superare i 200 km di autonomia, tenendo presente che questa dipende direttamente dalla pendenza che si affronta nel tragitto, dal peso del rider e dal livello di assistenza utilizzato. Comodo il fatto che il grosso modulo agli ioni di litio sia estraibile e ricaricabile comodamente a casa.
In conclusione
Concludiamo la recensione della bicicletta elettrica a pedalata assistita Engwe P275 Pro con una valutazione complessiva sul prodotto. Il prezzo di listino è di 2199 Euro, ma in questi giorni la trovate in offerta a 1899 Euro, con spedizione gratuita. È un prezzo elevato, ma ampiamente giustificato dalla qualità dei componenti e dalla ricercatezza del design, unita a materiali di primo ordine.
Nel complesso, la bicicletta ci è piaciuta e rappresenta un grande balzo in avanti in termini qualitativi per Engwe. Fa una gran figura in giro per le strade cittadine, ma al contempo deve essere acquistata tenendo presente alcune importanti considerazioni: è pesante e quindi difficilmente trasportabile su rampe di scale; è molto bella e quindi è necessario sicuramente riporla in un luogo sicuro, almeno durante la notte; e soprattutto, riesce a dare il meglio solo in pianura e per brevi tratti, a causa del particolare funzionamento del cambio automatico di cui vi abbiamo parlato.
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