Un curioso mezzo elettrico sta spopolando in America, si chiama OneWheel ed è un mix di hoverboard e skateboard unico nel suo genere, che potremmo riassumere in 3 aggettivi: particolare, pericoloso, divertente.
Abbiamo ricevuto il modello OneWheel+ XR, il modello top per potenza ed autonomia, e abbiamo imparato tutto da zero: a salire, a mantenere l’equilibrio, a curvare, a scendere (non senza rischi) ed oggi siamo pronti a dirvi i nostri pensieri su questo mezzo così particolare.
La dotazione base prevede caricatore, parafango e protezioni inferiori, oltre al vero e proprio OneWheel.
Il mezzo è decisamente pesante ed ingombrante: siamo attorno ai 12kg, sicuramente non il più agevole da trasportare. Entra senza problemi nel bagagliaio della macchina, ci sono due maniglie sulla tavola per trasportarlo in verticale ma non è un mezzo per spostamenti a mano: queste servono più che altro per sollevarlo più facilmente ma non per spostarlo per lunghi tratti.
Si tratta di uno dei mezzi più robusti del mercato: davvero costruito come un carro armato, non teme botte o graffi, anzi sembra quasi pensato per essere “maltrattato”. La tavola è molto spessa, ampia e resistente (circa 75cm di lunghezza); la ruota invece sembra quella di un kart, molto grande, liscia ma comunque se la cava senza grossi problemi anche in off-road. L’unico aspetto che può essere migliorato è “l’angolo” della ruota: a volte curvando si sente un po’ troppo lo spigolo della ruota, che è un po’ squadrata: soprattutto durante i primi tentativi questo aspetto può spaventare, ma una volta compreso il suo funzionamento fa molto meno paura. Sono presenti poi delle luci davanti (bianche) e dietro (rosse), così da essere sempre ben visibili anche al buio.
I primi momenti con OneWheel+ XR sono i più spaventosi: avere a che fare con un mezzo coì unico nel suo genere è sia un vantaggio che uno svantaggio. Da una parte abbiamo la curiosità (nostra e di chi ci guarda) di capire questo mezzo, dall’altra non esiste esperienza che eviti un processo di apprendimento, con il rischio di qualche rovinosa caduta.
Consigliamo sempre l’utilizzo del casco, soprattutto le prime volte dove i movimenti non sono molto sicuri ed il rischio di farsi male è più elevato.
Proviamo ad elencare i primi passi da compiere quando approcciamo OneWheel:
- L’ideale è essere in compagnia di un’altra persona, così da accompagnarci a salire e scendere le primissime volte.
- Per salire basterà mettere un piede (questo piede sarà in partenza quello posteriore) sulla pedana più pesante, quella che da sola appoggia a terra, e poi mettere l’altro piede (che sarà anteriore) sull’altro lato fino a controbilanciare il peso su entrambe le estremità.
- A questo punto dovremo cercare di muoverci molto lentamente avanti e indietro, da un lato o dall’altro, così da prendere confidenza con il mezzo e la sua risposta ai nostri movimenti.
- Ultima cosa da padroneggiare prima di provare a muoversi su strada è come scendere: probabilmente il movimento più pericoloso e quello che secondo me necessiterà di una modalità alternativa nelle prossime versioni. Infatti la pedana anteriore è divisa in due parti da una linea, e ognuna di queste due parti ha un sensore che attiva il contro-bilanciamento alla pressione di entrambe le aree. Per fermarsi bisognerà alzare il tacco (o la punta, ma è molto più difficile) dalla pedana, il sensore reagirà e ci farà scendere sul lato opposto. Difficile a dirsi, ma anche a farsi, perché alzando il tacco si perde un po’ l’equilibrio e la stabilità è molto minore, con un maggior rischio di caduta.
Per chi è agli inizi e non vuole rischiare questo movimento, c’è un’alternativa: saltare con entrambi i piedi contemporaneamente all’esterno del monopattino. Un modo meno “bello” e poco adatto a veloci stop, ma decisamente più sicuro. - Una volta completati gli step precedenti, dovremo imparare a curvare, e anche in questo caso ci sono due modalità: la più immediata per chi usa lo skate è usare tacco e punta, quindi inclinare la tavola sulla ruota, ma come detto sopra con una ruota un po’ squadrata può creare alcune instabilità; l’altra modalità è quella che prevede la rotazione oraria o antioraria dei piedi (con l’aiuto del bacino), più difficile da padroneggiare ma una volta compresa è quella più sicura.
Ora che abbiamo capito le basi di OneWheel siamo pronti a divertirci, perché dopo 7 giorni di test questo mezzo diventa una droga: le possibilità sono infinite, paragonandolo ad uno skateboard elettrico è più “rugged” e permette di preoccuparsi molto meno di alcuni imprevisti come strade malmesse o terreno bagnato. Il vantaggio di avere un enorme pneumatico è proprio questo: OneWheel+ XR non teme alcuna strada o pavimentazione, semplicemente supera tutto.
L’autonomia è molto buona: OneWheel dichiara tra i 19 e i 29km, con i nostri test e una persona a bordo da 95kg (125kg max) abbiamo fatto tra i 20 ed i 25km con un utilizzo misto, con salite, discese ed anche alcuni terreni difficili. Un dato decisamente notevole e che permette di percorrere distanze notevoli senza pensieri. Non manca la frenata rigenerativa, che permette di guadagnare mediamente un 5-10% di batteria per ogni carica. La ricarica poi è incredibilmente veloce: il (grosso) caricatore in dotazione permette di ricaricare OneWheel in poco più di un’ora!
Per verificare questo dato e tanto altro c’è l’ottima app per smartphone iOS ed Android di OneWheel: permette di controllare velocità, distanza, autonomia, batteria rigenerata ma soprattutto permette di cambiare varia modalità di corsa: da quella pensata per chi inizia fino a quella più estrema, passando per la possibilità di creare un profilo personalizzato, si può decidere una maggiore velocità massima ed una risposta più morbida ai nostri movimenti. Apprezzabile anche la sezione con video tutorial per iniziare, così da apprendere più velocemente tutto il necessario su OneWheel.
Le performance sono semplicemente pazzesche: anche con utilizzatori dal peso importante è sempre scattante e non è mai sembrato in difficoltà, grazie al motore brushless “Hypercore”. La velocità massima raggiungibile è di 32km/h ma nel nostro poco tempo a disposizione con OneWheel non ci sentiamo ancora così sicuri da spingerci a certe velocità: abbiamo toccato massimo i 25km/h, ma siamo abbastanza certi che il dato ufficiale sia veritiero. Anche le salite non fanno paura, visto che ha superato senza difficoltà una pendenza del 20%.
Da menzionare la funzione Pushback, una specie di azione di sicurezza adottata da OneWheel, che in certe circostanze segnala all’utilizzatore di rallentare: la tavola infatti si inclinerà leggermente indietro da sola. Per esempio, se impostiamo la modalità di corsa per iniziare, la velocità massima sarà limitata a 20km/h max e OneWheel attiverà Pushback per segnalare che abbiamo raggiungo il limite della modalità. Decisamente una bella trovata per aumentare la sicurezza a bordo.
Tirando le somme su questo OneWheel+ XR: un mezzo unico, non paragonabile a nessun altro. Il suo unico grande difetto è il prezzo, molto elevato. Ad oggi i distributori italiani ufficiali scarseggiano, ma per fortuna c’è Centromela, che ringraziamo per averci fornito il sample per il test: il prezzo è di 2.099€ sullo shop online di CentroMela, difficile da digerire anche per un mezzo così unico e ben realizzato.
OneWheel+ XR è la Jeep della micromobilità elettrica, con caratteristiche e prezzo non per tutti ma che per qualcuno potrebbe davvero fare la differenza. Il consiglio è quello di valutare bene le caratteristiche ed il tragitto che pensiamo di percorrere con questo mezzo, e se ancora in dubbio magari potete testarlo e provare a capirlo prima di acquistarlo: Centromela infatti propone anche il noleggio, 1 giorno 39€, 2 giorni 55€, 1 settimana 120€.
O magari potete aspettare il modello più economico, il Pint, già disponibile in USA e che per fine anno arriverà sempre da Centromela al prezzo di 1.175€, un prezzo molto più allettante seppur non proprio economico.
OneWheel è un’idea interessante realizzata in maniera magistrale, una volta superati gli scogli iniziali dovuti al prezzo e all’apprendimento darà solo soddisfazioni: questo perché, nel bene e nel male, non c’è paragone che tenga.
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