Il COVID-19 non accenna a rallentare in Europa (e nel mondo), e con le nuove impennate di queste settimane assumono sempre maggiore importanza le app di contact tracing come Immuni. Mentre in Italia le installazioni crescono (e il periodo di attività è stato esteso di un anno con l’ultimo DPCM, fino al 31 dicembre 2021), come se la stanno cavando gli altri Paesi europei con le proprie app? Andiamo a scoprirlo grazie all’analisi di Selectra.

Le app di tracciamento COVID-19 in Europa

Oltre a Immuni, lanciata in Italia lo scorso giugno, in Europa ci sono diverse altre app per il contact tracing: StopCovid in Francia, Radar COVID in Spagna, Corona-Warn-App in Germania, NHS COVID-19 nel Regno Unito, StayAway Covid in Portogallo, Stopp Corona in Austria e COVID Tracker in Irlanda. I nomi sono diversi, ma lo scopo è sempre quello: il tracciamento dei contatti, anche casuali, con persone poi risultate positive al COVID-19.

Ovviamente sono tutte app gratuite e si basano sullo stesso principio di funzionamento: sfruttano tutte la tecnologia Bluetooth per tracciare il contatto tra gli smartphone, che si scambiano segnali criptati senza condividere dati personali. Come stiamo per vedere, le app sono state accolte molto bene in alcuni Paesi, e decisamente meno bene in altri. Vediamo come se la cavano i Paesi europei rispetto all’Italia e alla sua Immuni.

App di contact tracing a confronto in Europa

Anche considerando le tempistiche, a fare la figura peggiore è senza dubbio la Francia: la sua StopCovid, lanciata tra le prime a giugno 2020, ha una penetrazione del 3,5% ed è stata scaricata solo 2,5 milioni di volte. Considerando l’attuale situazione nel Paese (più di 10 mila contagi al giorno in tempi recenti) e i casi totali rapportati al milione di persone quasi a quota 10 mila, non si tratta affatto di un bel risultato.

Nel tasso di penetrazione non sembrano spiccare neanche Belgio e Spagna, rispettivamente al 5,5 e al 10%, ma questi ultimi non sono comunque numeri negativi: le due app sono infatti state lanciate molto recentemente, il 30 e il 15 di settembre 2020. “Peggio” dell’Italia anche l’Austria, con 1 milione di installazioni e una penetrazione dell’11%.

Buoni risultati da Portogallo e Regno Unito, che hanno lanciato l’app di tracciamento solo a settembre: bene in particolare i britannici, che dal 24 settembre hanno già raggiunto un tasso di penetrazione del 19% con 12,5 milioni di download. L’app NHS COVID-19 è stata scaricata da 6 milioni di persone nel suo primo giorno e mette a disposizione più funzioni rispetto a quelle di altri Paesi (come la possibilità di visualizzare i livelli di rischio in una determinata zona, prenotare tamponi e scaricare i risultati dei test).

In Germania si sale fino al 22% (18,4 milioni), mentre al top di questa particolare “classifica” troviamo l’Irlanda, che con la sua COVID Tracker raggiunge un tasso del 26% con 1,28 milioni di installazioni. Interessante notare come quest’ultima sia anche l’app con la maggiore condivisione di dati: su base volontaria permette di indicare maggiori informazioni come sesso, età, città e persino numero di telefono e indirizzo IP.

E Immuni? L’app italiana è riuscita in questi giorni a superare quota 7 milioni di installazioni, con una penetrazione di poco più del 12%. I numeri stanno salendo, ma non sono ancora sufficienti per un tracciamento su ampia scala (soprattutto nelle regioni del Sud come Campania, Calabria e Sicilia). Come abbiamo visto, dal 17 ottobre Immuni funzionerà anche negli altri Paesi attraverso il sistema Gateway. Vi ricordiamo che l’app è disponibile gratuitamente sul Google Play Store e su App Store e può essere installata sugli smartphone con almeno Android 6.0 Marshmallow o iOS 13.5.

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Leggi anche: come funziona l’app Immuni

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