Oggi, 1 marzo 2021, torniamo a parlare di Cashback di Stato, più precisamente facciamo il punto della situazione per quanto riguarda la classifica del Super Cashback da 1.500 Euro.

Super Cashback: recap

Sebbene abbia dato adito a polemiche a causa degli immancabili scorretti e furbetti, il Super Cashback era nato con il migliore degli intenti: premiare i cittadini più virtuosi con un bonus ulteriore rispetto al 10% di rimborso già erogato a tutti i partecipanti all’iniziativa Cashback di Stato.

Più precisamente, il Super Cashback prevede un bonus ulteriore di 1500 Euro per i 100.000 cittadini che abbiano totalizzato il maggior numero di transazioni nel periodo di riferimento (in questo caso il primo semestre del 2021).

Super Cashback: classifica aggiornata

Se le continue polemiche e le distorsioni avvenute fanno addirittura aleggiare sull’iniziativa lo spettro della sospensione da parte del nuovo Governo, è arrivato il momento di fare il punto della situazione vedere come si presenti ad oggi (1 marzo 2021) la classifica aggiornata del Super Cashback valido per il periodo gennaio – giugno 2021.

Innanzitutto il primo classificato è rimasto fermo al palo dall’ultimo aggiornamento: nessuna nuova transazione messa a referto, ma un totale di 1.757 acquisti in 59 giorni – meno, visto che i numeri si aggiornano sempre con qualche giorno di ritardo – che forse gli fanno già sentire in tasca i 1.500 Euro di bonus.

Con una media di circa 30 operazioni al giorno dall’inizio del programma, rimane quasi impossibile credere nell’autenticità di queste transazioni.

Sono invece decisamente più verosimili, anche se in crescita, i numeri degli utenti che in questo momento chiudono la classifica dei primi 100.000 destinatari del Super Cashback: parliamo di 111 transazioni contro le 106 precedenti, per una media di poco inferiore alle 2 operazioni al giorno.

Le tecniche dei furbetti e il mancato intervento dello Stato

Dell’odiosa tecnica delle decine di micro-operazioni ai distributori di carburante automatici si è parlato a più riprese, ma a quanto pare c’è chi si è spinto decisamente oltre sfruttando le falle di un sistema tutt’altro che perfetto.

A quanto pare, infatti, non pochi utenti, anche sprovvisti di Partita IVA, starebbero acquistando degli economici POS portatili su Amazon, in modo tale da non doversi neppure sforzare ad uscire di casa e scalare la classifica del Super Cashback a suon di operazioni farlocche.

E non è tutto, perché con questa tecnica disonesta sarebbero persino in grado di guadagnare dei soldi: in media le commissioni previste per POS del genere non superano il 2%, ma questi acquisti simulati danno ovviamente diritto al Cashback di Stato del 10%.

Allo stato attuale, purtroppo, gli utenti in questione non stanno facendo altro che rigirare a proprio vantaggio le lacune del regolamento stilato dal Governo in tema di Cashback e Super Cashback. Se del divieto di splittare singoli acquisti in molteplici operazioni si è parlato a più riprese, basta visitare il la Guida ufficiale al Cashback per rendersi conto che Termini e Condizioni specificano che: non esiste un importo minimo perché le transazioni vengano considerate valide ai fini del Cashback/Super Cashback; nulla vieta di effettuare numerose operazioni presso lo stesso esercente; non è neppure previsto esplicitamente il divieto di effettuare transazioni con un POS di proprietà.

Da più parti si sta chiedendo a gran voce un intervento del Governo, tuttavia il meccanismo è ormai in funzione da mesi e per la scadenza di giugno, anche a livello legale, potrebbe esserci ormai ben poco da fare.

La richiesta della Lega di introdurre un importo minimo per le transazioni valide ai fini del Cashback sarebbe un totale controsenso: il programma nasce per promuovere i pagamenti tracciabili per tutti gli acquisti, compresi quelli di importo più basso dove spesso si annida l’evasione fiscale. La soluzione più sensata rimane probabilmente il famoso algoritmo per scovare i furbetti delle transazioni multiple.

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