Il desiderio di arricchirsi in fretta con le criptovalute ha conquistato anche il piccolo comune di Borgo d’Anaunia nella Val di Non in provincia di Trento.
La storica centrale idroelettrica municipale verrà trasformata in un centro di calcolo per il mining del Bitcoin, attualmente la regina delle criptovalute, anche se la concorrenza sta diventando agguerrita.
L’energia per il mantenimento dei potenti computer arriverà dal primo tratto del torrente Novella, dove sorge il piccolo e ancora efficiente impianto energetico municipale capace di produrre in media 3,2 milioni di chilowattora l’anno.
La centrale idroelettrica trentina convertita al mining di Bitcoin
La scorsa estate la centrale è stata adeguata per accogliere il centro di calcolo al costo di 70.000 euro e il 31 dicembre la Giunta comunale si è riunita attorno al sindaco Daniele Graziadei approvando l’accordo con l’IDM di Trento per la fornitura di 20 supercomputer da installare nella centrale elettrica, dando vita al centro di calcolo della potenza di 100 terahash al costo di 132.000 euro IVA esclusa.
Il costo del noleggio del centro per il mining viene fissato in 2,78 euro per ciascun giorno e la potenza di calcolo dei 20 supercomputer sarà rivenduta a un corrispettivo di 0,10 centesimi per terahash al secondo.
Come noto e per inciso i centri di calcolo per il mining delle criptovalute assorbono enormi quantità di elettricità, con impatti non indifferenti sull’ambiente e sulle tariffe elettriche.
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