Uber è pronto ad includere le criptovalute fra i propri pagamenti. Lo ha affermato il CEO dell’azienda californiana, Dara Khosrowshahi, nel corso di un’intervista rilasciata a Bloomberg il passato venerdì. Se non nell’immediato, l’accettazione di asset virtuali nei pagamenti è ormai stata approvata resta solo da capire quando diventerà effettiva.

Non si tratta comunque di una novità assoluta. Nel corso di una precedente intervista, rilasciata a CNBC, proprio il CEO di Uber aveva infatti negato la possibilità di investimenti su Bitcoin, aprendo invece alla sua accettazione sotto forma di pagamento.

Le dichiarazioni del CEO di Uber

La parte forse più interessante dell’intervista rilasciata a Bloomberg nel corso di “Squawk Box” è proprio quella in cui l’amministratore delegato, in carica ormai dal 2017, afferma la necessità di attendere che le criptovalute aumentino la propria efficienza in veste di pagamento. Non solo da un punto di vista funzionale, ma anche per quanto concerne le problematiche legate all’eccessivo costo delle transazioni e consumo energetico. Ove queste due condizioni si realizzino, Uber non mancherà di prenderne atto.

Le parole di Khosrowshahi non sono naturalmente passate inosservate. Non solo per l’importanza della compagnia, ma anche per il fatto che proprio dall’accettazione di grandi gruppi delle criptovalute nei pagamenti può dipendere la loro sospirata (da parte dei crypto fans) adozione di massa. Un eventuale passo nella direzione di asset virtuali da parte di Uber rappresenterebbe un evento di grande rilievo in tal senso.

Quali sono le aziende che già accettano pagamenti crypto?

Una recente ricerca condotta da HSB, azienda gravitante nell’orbita del gruppo assicurativo Munich Re, ha rivelato che al momento ammonterebbe al 36% il numero delle piccole e medie aziende statunitensi che già accetta asset virtuali sotto forma di pagamento.

Ad esse si vanno poi ad aggiungere grandi compagnie, a partire da Microsoft, Pizza Hut, Subway, Burger King, AMC e AT & T. Un novero destinato ad allargarsi nell’immediato futuro. Secondo i dati riportati all’interno di uno studio condotto dalla società di consulenza Gartner, entro il 2024 una grande azienda su cinque adotterà i pagamenti in Bitcoin o Altcoin.

L’annuncio di Mastercard e BNY Mellon

Un annuncio analogo a quello di Uber è stato fatto, proprio in questi giorni, da Mastercard, che ha annunciato l’intenzione di aprire la sua rete di pagamenti ad alcune criptovalute, per ora non precisate. La decisione è dovuta alla volontà del gigante delle carte di credito di dare modo a commercianti e consumatori l’effettuazione di transazioni con una nuova forma di pagamento.

Occorre però sottolineare che l’azienda non è una debuttante in tal senso. Aveva infatti già permesso alla propria utenza l’effettuazione di pagamenti per mezzo di denaro digitale, anche se esternamente alla rete aziendale.

Sempre sul fronte delle aziende finanziarie, c’è poi BNY Mellon a dichiarare la propria volontà di lanciare una divisione riservata agli asset virtuali entro la fine dell’anno. Non appena si è diffusa la notizia, le azioni della più longeva banca statunitense hanno iniziato a muoversi verso l’alto.

C’è anche chi dice no

Se Uber, Mastercard e BNY Mellon aprono alle criptovalute nei propri sistemi di pagamento, c’è però anche chi decide di tirarsi fuori. E’ il caso di PepsiCo, il cui CFO, Hugh Johnston, ha dichiarato alla Cnbc di aver discusso all’interno dell’azienda l’ipotesi di procedere all’acquisto di Bitcoin.

Ipotesi che, però, è stata rapidamente cassata. La conclusione cui sono giunti i vertici aziendali, infatti, è che BTC sarebbe un asset sin troppo speculativo per poter rappresentare un possibile investimento da accludere al portafogli aziendale. Un orientamento che si è rafforzato nel corso dell’ultimo anno, in cui partendo da quota 11mila l’icona inventata da Satoshi Nakamoto ha aumentato il proprio valore sino a toccare il suo massimo a 64.859 dollari.

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