La triste e delicata situazione europea degli ultimi giorni è sotto gli occhi di tutti, qualcosa che per i tempi moderni non si pensava potesse riproporsi così vicino a casa nostra, è invece accaduta; una nazione, sovrana sul proprio territorio, è stata invasa da un’altra, con il palese, seppur velatamente celato scopo, di espandere i propri confini.

L’Ucraina è sotto assedio e, purtroppo per lei, non sembra poter uscire incolume da questa situazione; i potenti della terra condannano l’operato della Russia, ma nessuno può (e in parte vuole) fare niente più che stabilire delle sanzioni economiche nei confronti della nazione guidata da Putin. Qualcuno che però ha deciso di intraprendere una strada diversa c’è, è il collettivo di hacker Anonymous , vediamo insieme come hanno deciso di muoversi.

Gli hacker di Anonymous hanno condotto un attacco DDos contro i siti del governo russo

Per chi non li conoscesse, Anonymous è un collettivo di hacker decentralizzato, senza gerarchia o leadership e non facente riferimento ad alcuna nazione, che nelle scorse ore ha disabilitato diversi siti web del governo russo, dirigendo l’attacco informatico anche contro il servizio di notizie Russia Today, controllato dallo Stato e utilizzato a fini propagandistici, nonché considerato lo strumento di propaganda personale di Putin.

L’attacco ha avuto un effetto breve ed è riuscito per poco a rendere irraggiungibili gli obbiettivi che sono stati colpiti, tra cui anche i siti web del Cremlino, del governo russo e del ministero della Difesa; il collettivo riferisce di essere riuscito a rallentare l’accesso ad alcuni siti, mentre altri sono stati messi offline per “periodi di tempo prolungati”.

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Robert Potter, esperto di sicurezza informatica, ha spiegato che l’attacco DDos ha coinvolto più sistemi, invadendo i siti web presi di mira in modo che nessun altro traffico dati potesse passare, si è in pratica intasato l’accesso ai siti scelti come obbiettivo, “è come cercare di far passare cinque persone attraverso una porta contemporaneamente“, ha detto. Il motivo per cui l’attacco non ha avuto una durata particolarmente protratta nel tempo, è intrinseco nella natura degli attacchi DDos, sono semplici da mettere in atto, ma altrettanto semplice è difendersi da essi, infatti è sufficiente bloccare tutto il traffico internet proveniente dall’estero per risolvere la situazione e pare sia questa la contromisura adottata dalla Russia.

In sostanza quello messo in atto dal collettivo Anonymous è stato un primo passo, gli stessi hacker il 15 febbraio minacciavano di prendere in ostaggio i sistemi di controllo industriali russi se la crisi in Ucraina fosse peggiorata, non è quindi da escludere che vengano messe in atto nuove misure per tentare di recare danno alla nazione occupante; inoltre, considerando la non appartenenza del collettivo ad alcuna nazione, lo stesso Potter fa notare che “qualsiasi attività informatica concettualmente anonima e negabile ha maggiori probabilità di avere successo in quanto non intensificherà le cose tra i paesi“.

Ovviamente, anche il governo russo dispone di “forze armate informatiche” (e ne abbiamo anche parlato di recente) ed è più che probabile che nel prossimo futuro arrivino notizie di attacchi informatici tra nazioni, un’escalation porterebbe sicuramente ad un attacco informatico russo nei confronti degli Stati Uniti ad esempio.

Insomma, ben venga l’impegno profuso dal collettivo, nella speranza che le prossime azioni possano non solo essere più efficaci, ma soprattutto non peggiorare una situazione già altamente drammatica.

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Aggiornamento 26 febbraio

Gli attacchi di Anonymous continuano

Nelle ultime ore sono apparsi nuovi post su Twitter da parte del collettivo che, ci tiene a precisare, “No. Anonymous non è in guerra con la Russia. Siamo in guerra contro Putin. Il popolo russo non sostiene la guerra di aggressione di Putin contro il popolo ucraino“. Gli attacchi da parte di Anonymous continuano, ai bersagli già presi di mira come il sito del Cremlino e del Ministero della Difesa, si aggiungono anche l’azienda produttrice di armi Tetraedr e un’azienda bielorussa fornitrice dell’esercito russo; al contempo il collettivo si prodiga nel tentativo di garantire la connessione online del popolo ucraino, infatti hanno dichiarato “Stiamo lavorando per garantire al meglio la connessione online del popolo ucraino. Rispettiamo i russi che si stanno sollevando contro il proprio governo. Siete noi e siamo voi!”

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Gli hacker inoltre, lanciano un appello a tutti i colleghi: “Hacker di tutto il mondo: prendete di mira la Russia nel nome di Anonymous: fategli sapere che non perdoniamo e non dimentichiamo”. Con l’aumentare degli attacchi da parte del collettivo, risulta irraggiungibile anche il sito dell’Autorità per le telecomunicazioni e i canali tv russi hackerati, trasmettono canzoni ucraine.

Dopo che ieri il governo russo aveva limitato l’accesso a Facebook, con l’accusa non solo di censura nei confronti dei media russi, ma anche di violazione dei diritti umani dei cittadini russi, oggi Meta ha annunciato il proprio sostegno all’Ucrainabloccando fake news e limitando la diffusione della disinformazione“; Kiev inoltre sottolinea che “questa decisione aiuterà l’Ucraina nella sua resistenza contro il terrorismo dell’informazione del nemico e rafforzerà la sicurezza nazionale“.

Oltre al social network di Meta, anche Twitter ha subito un blocco in Russia per gli utenti locali, lo riporta la società di connettività internet NetBlocks, affermando inoltre che “la restrizione di Twitter da parte della Russia limiterà in modo significativo il libero flusso di informazioni in un momento di crisi in cui il pubblico ha più bisogno di rimanere informato“. Insomma, i tentativi da parte di Putin di zittire non solo gli stranieri, ma anche i suoi connazionali, colpevoli di non pensarla come lui, sono probabilmente solo all’inizio.

Aggiornamento 28 febbraio

Continuano senza sosta gli attacchi del collettivo nei confronti del governo russo, oltre a continue incursioni e relativi blocchi temporanei dei bersagli già presi di mira negli scorsi giorni, veniamo a conoscenza di un nuovo attacco ai danni del Russian Linux terminal di Nogir (sito della rete di controllo del gas russo): “Abbiamo cambiato i dati e alzato così tanto la pressione del gas da causare quasi un incendio. Ma così non è stato per la rapida azione di un responsabile”.

L’attacco in questione risulta indubbiamente pericoloso per Putin che, nonostante sembri non dare il minimo peso alle azioni di Anonymous, potrebbe vedere nei prossimi giorni presi di mira non solo i propri mezzi di informazione, ma anche obbiettivi molto più sensibili e strategici.

Inoltre, è stato diffuso un video di cui potete prendere visione qui, in cui il collettivo minaccia apertamente il presidente russo dicendo, tra le altre cose, “i tuoi segreti non saranno più al sicuro, presto sentirai la nostra rabbia”.

Infine vengono prese di mira le infrastrutture ferroviarie bielorusse in cui “tutti i servizi sono fuori uso e resteranno disattivati finché le forze russe non lasceranno il territorio della Bielorussia”; ad essere colpiti e bloccati, anche i siti web delle banche del paese.