Per l’Ucraina le criptovalute si stanno rivelando una risorsa estremamente importante nella guerra che la vede contrapposta alla Russia. Nel corso delle settimane intercorse dallo scoppio del conflitto oltre 100 milioni di dollari sotto forma di asset digitali sono infatti affluiti nelle casse di Kiev, per aiutare il Paese a resistere all’avanzata dell’esercito russo.
Sembra quindi da ricondurre anche a questo dato di fatto la decisione presa dal presidente Volodymyr Zelensky, che ha in pratica legalizzato le risorse virtuali. Il presidente ucraino lo ha fatto con un provvedimento il quale va a determinare lo stato legale, la classificazione, la proprietà e le autorità di regolamentazione delle risorse virtuali. Inoltre provvede a a stabilire i requisiti di registrazione cui devono uniformarsi tutti i fornitori di servizi crittografici operanti all’interno dei confini nazionali.
La notizia è stata comunicata dal Ministero della Trasformazione digitale, con un messaggio pubblicato su Twitter il quale non può di certo essere considerato una sorpresa alla luce della forte accelerazione degli eventi.
Il contenuto del provvedimento
La legge in questione prevede l’affidamento alla Commissione nazionale ucraina per i titoli e il mercato azionario di tutte le operazioni tese a sorvegliare il corretto svolgimento delle operazioni in cui saranno utilizzati asset digitali. Gli exchange potranno comunque operare in un quadro del tutto legale e le banche potranno consentire l’apertura di conti da parte loro.
Ad anticipare il tutto era stato del resto un annuncio del passato 17 febbraio emanato dal governo, nello stesso giorno in cui il disegno di legge ha ricevuto l’approvazione da parte del Parlamento. Un esito non proprio scontato, considerato come Zelensky avesse rifiutato di approvare un precedente provvedimento varato nel settembre dell’anno passato. Stavolta è invece filato tutto liscio aprendo una pagina nuova per l’Ucraina, Paese che registra una scena crypto estremamente fiorente.
La nota rilasciata in questa occasione precisa anche il lavoro iniziato dal ministero delle Finanze per portare a termine le modifiche ai codici fiscali e civili del Paese, in maniera tale da poter lanciare il mercato delle criptovalute in grande stile.
Le criptovalute e la guerra
Il tema legato alle criptovalute è emerso con forza dirompente con l’inizio del conflitto, sia in Ucraina che in Russia. Se Kiev ha potuto contare su larghe donazioni, che hanno già oltrepassato i cento milioni di dollari, Mosca ha a sua volta pensato ad esse come un possibile modo di neutralizzare le sanzioni occidentali.
A riassumere al meglio ciò che sta accadendo è stato Dror Poleg, il fondatore di Hype Free Crypto: “Per la prima volta nella storia, il budget militare di un paese dipende dalla qualità dei meme che questo può produrre».
La testimonianza di quanto accaduto è da rintracciare in quello che può essere considerato il primo crowdfunding in moneta digitale organizzato ufficialmente da un governo al fine di sostenere il proprio impegno bellico. Ad esso si è peraltro affiancato un largo numero di soggetti i quali, secondo Brittany Kaiser, ex whistleblower di Cambridge Analytica impegnata nella task force che sostiene il Ministro della trasformazione digitale Mykhailo Fedorov, in totale hanno permesso all’Ucraina di accumulare per ora 106 milioni di dollari.
Proprio per questo motivo sembra abbastanza logica la decisione presa dal governo ucraino, tesa a spingere con forza sul pedale dell’innovazione monetaria. Una direzione sulla quale, però, potrebbe avviarsi molto presto anche la Russia, alla ricerca di tutti i modi possibili per potersi sganciare dal dollaro. Non a caso, ormai da tempo anche a Mosca si discute della possibilità di un rublo digitale.
La situazione, in definitiva, sembra andare a tutto vantaggio della scena crypto, la stessa che sino a poche settimane fa sembrava orientata alla depressione a causa di un atteggiamento non proprio benevolo della politica.
Dopo l’ordine esecutivo di Joe Biden, il quale ha risolutamente affermato la necessità di puntare con decisione su criptovalute e dollaro digitale, sembrano però trascorsi anni luce. Considerato come nel frattempo la Cina sia andata avanti senza soste verso l’atteso debutto dello yuan digitale, la sospirata adozione di massa degli asset virtuali non sembra più una utopia, anzi.
Leggi anche: Russia e Cina verso un nuovo sistema alternativo allo SWIFT?
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