Xiaomi Mi Smart Band 6 è un braccialetto intelligente ormai in giro da un po’. Ad oggi è probabilmente la smartband più conosciuta e acquistata del mercato, soprattutto per l’elevato rapporto qualità – prezzo che è in grado di offrire.
Considerate le diverse funzioni di cui è dotata, ad esempio la possibilità di monitorare la frequenza cardiaca, i livelli di saturazione dell’ossigeno, o la funzionalità di tracciamento del sonno, vale la pena soffermarsi un momento esaminando quanto sono davvero attendibili tali metriche. Come? Con l’aiuto di The Quantified Scientist e delle sue recensioni scientifica fresche di pubblicazione.
Xiaomi Mi Smart Band 6: i risultati delle “prove scientifiche”
Considerando che parliamo di fatto di un dispositivo un po’ vecchiotto, cominciano a emergere infatti diverse indiscrezioni sul modello che lo sostituirà a breve, non è la prima volta che passa sotto le lenti di ingrandimento di Rob, AKA The Quantified Scientist, che su YouTube è solito recensire in maniera “scientifica” smartwatch, sportwatch e smartband.
In quell’occasione, non era andata particolarmente bene ma, col passare dei mesi e degli aggiornamenti pare che Xiaomi Mi Smart Band 6 sia migliorata parecchio, almeno su alcuni aspetti.
Per quanto riguarda il monitoraggio del sonno, il perché usi due braccialetti anziché uno è semplicemente per comparare i risultati che, laddove differiscano, sarebbe indice di imprecisione interna, si parte da una situazione fondamentalmente pessima (a parte le fasi di sonno leggero e sveglio, in cui i risultati sono abbastanza sovrapponibili). La prova prosegue poi mettendo Xiaomi Mi Smart Band 6 a confronto con un dispositivo indossabile specifico per il rilevamento del sonno (Dreem 2 EEG, che è un riferimento nel settore). Ma i risultati non sono granché nemmeno in questo caso.
Fa molto meglio nel monitoraggio dell’ossigenazione del sangue, dove restituisce risultati abbastanza in linea con un saturimetro dedicato. E per concludere la prova della frequenza cardiaca. Anche in questo caso col passare dei mesi la situazione è migliorata molto (nonostante l’inaffidabilità generale dei cardiofrequenzimetri da polso, a parte qualche eccezione), ma viene sottolineata la variabilità dei risultati ottenuti, non soltanto fra sport e sport, ma proprio paragonando le diverse unità.
Comunque, per maggiori informazioni al riguardo vi invitiamo a guardare i video completi: il primo e più recente si focalizza sulla rilevazione del sonno, dell’ossigenazione del sangue e dei passi; il secondo, pubblicato un paio di settimane fa, è incentrato in via esclusiva sul monitoraggio della frequenza cardiaca fra attività diverse.
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