La discussione sulle CBDC (Central bank Digital Currency), ovvero le monete virtuali sotto egida di banche centrali, ha subito una notevole accelerazione dopo l’atto esecutivo di Joe Biden, con il quale l’inquilino della Casa Bianca ha dato il suo via libera agli asset virtuali, dichiarandoli strategici, e al dollaro digitale.

Nella stessa è tornata naturalmente d’attualità l’ipotesi di digitalizzazione dell’euro, sulla quale si dibatte ormai da tempo, in una sorta di stop and go scarsamente proficuo. A pronunciarsi ora su un suo possibile debutto sui mercati è Mairead McGuinness, il Commissario europeo per i servizi finanziari, carica assunta nel 2020.

Proprio lei, nel corso di un’audizione tenuta presso le Commissioni Finanze e Politiche UE di Camera e Senato, ha infatti affermato che l’euro digitale rappresenta una soluzione assolutamente credibile. Al contempo ha però voluto ricordare che non bisogna andare di fretta verso il suo varo, in maniera tale da ridurre al minimo la possibilità di errori.

Evitare errori per non compromettere l’euro digitale

La Commissione Europea sta lavorando di concerto con la Banca Centrale Europea (BCE) per il varo di un’edizione digitale dell’euro. Sin qui non si tratta di una grande novità, considerato come dell’ipotesi si sia già parlato molto anche nel recente passato, anche se con toni non propriamente positivi.

Più interessanti sono quindi risultate le parole di Mairead McGuinness sul motivo per il quale una prospettiva del genere sta rapidamente guadagnando posizioni anche presso quegli ambienti europei che, pure, sino a qualche anno fa esplicitavano notevoli resistenze di fronte all’ipotesi.

Secondo il commissario europeo, infatti, il cambiamento in atto è abbastanza evidente. In particolare, i consumatori più giovani e dinamici sono molto più attratti dall’innovazione che dal conservatorismo esplicitato ancora oggi dal sistema bancario tradizionale. Un orientamento tale da rendere necessario mettere da parte i regolamenti del passato o, quantomeno, aggiornarli e adeguarli alla nuova realtà.

A proposito delle criptovalute, la discussione ha naturalmente toccato gli eventi ucraini. Secondo la McGuinness, se dopo l’invasione russa si è iniziato a spargere il timore che gli asset virtuali possano aiutare la Russia a sfuggire alle sanzioni, anche il governo di Kiev le sta utilizzando nel preciso intento di sostenere il proprio sforzo bellico. Proprio per questo motivo l’atteggiamento dell’UE è di regolamentare il quadro, non certo reprimere uno strumento evidentemente utile.

L’obiettivo della Ue è in particolare quello di riuscire ad “imbrigliare il processo di digitalizzazione”, anche perché sarebbe praticamente un controsenso cercare di stoppare gli asset virtuali. Un nuovo quadro di regole e normative servirebbe in particolare a limitare i rischi che questo nuovo strumento comporta.

La normativa MiCA

Le parole di Mairead McGuinness arrivano in un momento abbastanza particolare per l’Unione Europea. È infatti in discussione proprio in queste settimane all’interno del Parlamento Europeo il nuovo regolamento per le criptovalute, Markets in Crypto Assets (MiCA).

Si tratta del quadro normativo cui si dovrebbero conformare i vari Paesi dell’Unione per assicurare il massimo di tutele ai consumatori nell’utilizzo di denaro virtuale. La discussione si è nell’ultimo periodo focalizzata soprattutto sulla questione del mining portato avanti con l’algoritmo di consenso Proof-of-Work, ma ha naturalmente affrontato molti altri aspetti non meno rilevanti.

Con l’approvazione del provvedimento potrebbe quindi formarsi un quadro in cui non solo gli utenti, ma anche gli operatori del settore potrebbero ricavare quelle certezze che molto spesso sono venute a mancare nel corso degli ultimi anni. Non resta quindi che seguire l’evoluzione della discussione, per capire in quale direzione si stia avviando l’eurozona.

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