Il problema delle frodi collegate alle criptovalute torna ad affacciarsi in maniera abbastanza inquietante, sull’onda dei numeri relativi all’anno appena concluso. A prenderne atto è anche il numero uno della Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti, Gary Gensler, il quale non ha esitato ad affermare l’intenzione della sua agenzia di operare una stretta tesa ad impedire che i cittadini statunitensi continuino a perdere soldi in un settore ancora troppo opaco.

Il piano allo studio della commissione preposta al controllo dei mercati valutari statunitensi prevede in particolare la creazione di un registro nel quale racchiudere tutti gli operatori del settore in modo da creare un quadro normativo chiaro e rigido. Chi non soddisfa determinati standard o li dovesse violare, sarebbe naturalmente escluso dalla possibilità di farne parte.

Tra i provvedimenti che dovrebbero farne parte, c’è anche la separazione della custodia degli asset dalle altre attività nel preciso intento di limitare al minimo i rischi. Com’è noto, proprio i custodial wallet degli exchange sono tra gli obiettivi privilegiati degli hacker, oltre a prestare il fianco a clamorose truffe, come dimostra il caso QuadrigaCX.

Una risposta all’ordine esecutivo di Joe Biden

Le dichiarazioni rilasciate da Gary Gensler devono essere interpretate alla stregua di una chiara risposta all’ordine esecutivo con cui l’attuale inquilino della Casa Bianca, Joe Biden, ha affermato il carattere strategico di asset virtuali e dollaro digitale. Una decisione la quale ha completamente mutato il quadro, con ricadute a cascata di largo impatto.

Le parole del Presidente della SEC sono state pronunciate nel corso di una conferenza organizzata dalla Penn Law Capital Markets Association e tendono ad equiparare le piattaforme di scambio crypto ai mercati finanziari regolati. Ne consegue la necessità di offrire a questo genere di utenza lo stesso livello di protezione steso a vantaggio di coloro che investono su beni tradizionali come le azioni o le materie prime.

Una protezione che è sinora mancata, come dimostrato dal dato ricordato dallo stesso Gensler: lo scorso anno infatti gli attacchi hacker sono stati premiati dalla sottrazione di ben 14 miliardi di dollari in criptovaluta. Un dato abnorme cui ora la SEC cerca di fare fronte con una rigida stretta del settore, comprendendo nella stessa gli exchange.

Mercati di scambio retail o per investitori istituzionali?

Il maggiore problema che si trova davanti l’autorità di controllo, procedendo in direzione di una stretta regolamentare, è quella relativa al fatto che gli exchange di criptovalute vantano un numero cospicuo di piccoli investitori.

Proprio questo è il motivo che spinge la SEC a valutare l’opportunità di regolarle come mercati di scambio retail invece che in termini di piattaforme rivolte a investitori istituzionali. Una scelta, la prima, la quale sembra del tutto logica alla luce dei milioni di clienti retail che gli exchange annoverano nella propria clientela.

La SEC intraprenderà inoltre una collaborazione con la Commodity Futures Trading Commission (CFTC) nel preciso intento di andare a regolare le piattaforme le quali scambiano sia token di sicurezza che commodity token basati sulle criptovalute.

Anche le stablecoins sono nel mirino della SEC

Il lavoro teso alla regolamentazione del settore crypto andrà a toccare anche un altro notevole problema emerso nel corso degli ultimi anni, ovvero quello rappresentato dalle stablecoins. Il termine indica le criptovalute il cui valore è ancorato a quello di una valuta fiat, ad esempio il dollaro statunitense, un mercato attualmente valutato 183 miliardi di dollari.

Il maggiore problema da esse proposto è da ravvisare nel fatto che, in linea teorica per ogni token emesso sotto questa forma dovrebbe esserci un corrispondente valore in valuta fiat. Come è emerso nel corso delle indagini avviate dalle autorità di controllo nel corso degli ultimi anni, molto spesso questo obbligo è stato violato, mettendo quindi a repentaglio il denaro degli investitori.

Occorre poi rilevare come spesso le stablecoins siano offerte dalle stesse piattaforme di criptovalute. Una situazione tale da creare le basi per quel potenziale conflitto di interessi che negli Stati Uniti, a differenza di quanto accade nel nostro Paese, è avvertito come un vero e proprio attacco al libero mercato.

Proprio per questi motivi il segmento in questione sarà oggetto di particolare cura da parte dell’agenzia, facendo anche in modo da porre le basi per evitare che gli scambi crypto-to-crypto possano rivelarsi il grimaldello per attività tese a sottrarre risorse al fisco o riciclare capitali illeciti.

Truffe sulle criptovalute: il 2021 è stato un anno d’oro

Le dichiarazioni rilasciate da Gary Gensler vanno inserite in un contesto molto particolare, ovvero quello rappresentato da un 2021 il quale si è rivelato un anno d’oro per i truffatori in ambito crypto.

I raggiri hanno trovato terreno ideale soprattutto su piattaforme social come Discord e Telegram, ove proprio il gran numero di utenti crea una base incredibilmente fertile per chiunque voglia provare a ingannare controparti talmente ingenue da credere a qualsiasi proposta promettente.

Il caso limite è quello rappresentato da MILF, il token pubblicizzato da un noto influencer, Adin Ross. Dopo che molti suoi seguaci hanno investito soldi su sua precisa indicazione, per vedere sparire ben presto l’azienda proponente, lo stesso Ross ha avuto il coraggio di schernire i malcapitati affermando che era stato pagato per sponsorizzare quello che sapeva già essere un progetto fraudolento o, meglio ancora, shit (chi conosce l’inglese può tranquillamente capire cosa intendesse l’influencer).

Di fronte a fenomeni di questo genere, da ascrivere nella categoria del pump-and-dump, l’intero settore legato all’innovazione finanziaria dovrebbe applaudire Gensler. Non arrivare ad un quadro di regole chiare e rigorose, infatti, non farebbe altro che lasciare campo libero a truffatori di ogni genere, con il rischio di allontanare un gran numero di potenziali investitori. Un rischio il quale dovrebbe essere avvertito dagli operatori seri, prima che sia troppo tardi.

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