Dopo la rinuncia a Diem, la criptovaluta che avrebbe dovuto fungere da propellente per Facebook, ora Meta sembra comunque decisa a esplorare la strada dell’innovazione finanziaria. A farlo pensare sono le notizie lanciate dal Financial Times, secondo cui all’interno dell’azienda si starebbe lavorando ad una valuta virtuale dedicata al metaverso.

Sembra che, però, stavolta, non si tratti di una criptovaluta basata sulla tecnologia blockchain. Allo studio, anzi, ci sarebbe un token il cui controllo sarebbe centralizzato, concepito quindi sul modello di quel Robux il quale è utilizzato nel popolare gioco per bambini Roblox.

La moneta in questione si chiamerebbe Zuck Bucks, con evidente riferimento al fondatore di Facebook, e il progetto pilota dovrebbe iniziare il suo percorso alla metà di maggio. Meta starebbe anche testando dei “social token” o “reputation token”, ai quali spetterebbe la funzione di andare a ricompensare gli utenti per la loro proposta di contenuti sui gruppi del social media.

Le indiscrezioni che hanno iniziato a girare in queste ore fanno chiaramente capire come, ancora una volta, le mosse di Zuckerberg siano destinate comunque a sollevare rumore. Stavolta, però, i suoi progetti non sembrano avere le implicazioni di Diem e, quindi non dovrebbero sollevare l’opposizione della politica.

Perché Zuck Bucks?

Zuck Bucks è il termine con cui all’interno di Meta è indicato il progetto di cui riferisce il Financial Times, anche se sinora non è arrivata alcuna conferma probante in tal senso. Un modo apparentemente scherzoso di indicare il nuovo progetto il quale riporta però l’attenzione dell’opinione pubblica sulla figura del fondatore del celebre social network.

Il dollaro di Zuckerberg: in tal senso andrebbe interpretato il nome del progetto in fase di lancio. La parola bucks è infatti il termine gergale utilizzato per indicare la moneta statunitense, mentre “Zuck” è un riferimento abbastanza esplicito al CEO di Meta.

Naturalmente si tratta soltanto di un nome in codice. Resta però il fatto che dopo il naufragio di Diem, Meta sembra comunque intenzionata a sfruttare le notevoli potenzialità dell’innovazione finanziaria, con un progetto diverso dai tanti che continuano ad emergere di giorno in giorno nel settore crypto. Per supportare il quale potrebbe sfruttare la potenza di fuoco di cui l’azienda continua a disporre.

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La chiave saranno gli NFT?

La vera chiave di volta del nuovo progetto potrebbero essere i Non Fungible Token (NFT). Non è del resto un mistero che Instagram, altra azienda di punta del gruppo, stia lavorando in tal senso. Se, infatti, sino al 2021 gli stessi erano associati esclusivamente alle opere d’arte digitali, ora si vanno al contrario rivelando uno strumento sempre più interessante in molti settori.

Proprio i token non fungibili potrebbero essere utilizzati per fare in modo che le community presenti su Facebook possano essere valorizzate molto più di quanto accade attualmente. Gli strumenti digitali potrebbero in effetti consegnare ai creatori di contenuti la possibilità di individuare i propri follower più affezionati, facendo maturare il proprio seguito senza doversi affidare esclusivamente ai numeri.

Se qualcuno ha commentato le notizie affermando che Meta mostrerebbe in tal modo la sua intenzione di abbracciare il web3, sembra però una interpretazione assolutamente forzata. Le grandi aziende tecnologiche, infatti, hanno ripetutamente mostrato di non condividerne l’impostazione decentralizzata e, soprattutto, proprio sul controllo dei sistemi e dei database hanno fondato le proprie fortune.

In arrivo anche i prestiti alle imprese?

Le notizie relative a Zuck Bucks arrivano in un momento abbastanza particolare per Meta. Oltre ai progetti relativi al metaverso, infatti, il gruppo sembra orientato ad entrare in grande stile anche nel settore dei prestiti, in particolare alle aziende, a conferma dell’interesse per l’innovazione finanziaria che sarebbe dovuta sfociare nel varo di Diem.

Tornando al progetto in fase di lancio, l’ipotesi al riguardo è che Meta sia intenzionata a sviluppare la sua super app, sul modello di WeChat. Alle piattaforme per la condivisione, si andrebbero quindi ad affiancare strumenti per prenotare voli e ristoranti, oltre che per pagare acquisti e richiedere.

Il modello in questo caso sarebbe una sorta di ritorno al passato. Nel 2009, infatti, l’azienda lanciò i Facebook Credits, utilizzati in particolare per portare a termine acquisti, soprattutto su un videogioco in grande evidenza all’epoca, FarmVille. Se nel corso della IPO di Facebook, avvenuta tre anni dopo, questo business era equivalente al 12% delle entrate, in seguito è stato abbandonato in quanto considerato troppo oneroso.

L’idea di fondo sembra però ora destinata a rivivere nei Zuck Bucks. Non resta che attendere qualche settimana per riuscire a capirne qualcosa in più.

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