L’argomento non è nuovo, l’Unione Europea ha l’obbiettivo di standardizzare i connettori di ricarica e per perseguirlo porta avanti il suo percorso legislativo: nella giornata del 20 aprile 2022 la commissione del parlamento ha votato un nuovo documento che approderà all’assemblea il prossimo mese.
Nel giugno 2009, in seguito a una richiesta della Commissione, i principali produttori di telefoni cellulari hanno convenuto di firmare un memorandum d’intesa sull’armonizzazione dei caricabatteria per i telefoni cellulari “data-enabled” venduti nell’UE1 . I firmatari hanno convenuto di sviluppare una specifica comune basata sull’interfaccia USB 2.0 Micro B, che avrebbe consentito la totale compatibilità di carica con i telefoni cellulari da immettere sul mercato. Il memorandum d’intesa ha ridotto la frammentazione del mercato e ha provocato un allineamento quasi globale. La sua attuazione ha portato a una effettiva riduzione del numero di soluzioni di ricarica per i telefoni cellulari da 30 a solo tre. Tuttavia il memorandum d’intesa consentiva anche l’uso di interfacce di ricarica proprietarie e una di queste soluzioni ha continuato ad essere utilizzata (e lo è tutt’ora) da un importante fabbricante di telefoni cellulari, impedendo in tal modo la piena interoperabilità. Il memorandum d’intesa non ha inoltre mai affrontato le questioni ambientali derivanti dal persistere di queste diverse interfacce di ricarica e protocolli di comunicazione per la ricarica.
USB Type C per tutti i dispositivi, basta con i connettori proprietari
Come si evince dall’estratto del documento di cui sopra, è dal 2009 che l’UE si batte per raggiungere l’uniformità dei connettori di ricarica; la nuova direttiva vuole che ogni dispositivo che possa alloggiare un connettore di ricarica, utilizzi un connettore USB Type C. Qualora il dispositivo richieda in fase di ricarica più di 15 W, o più di 3 ampere, dovrà utilizzare il sistema Power Delivery, ovvero una tecnologia di ricarica rapida in grado di fornire livelli di alimentazione più alti rispetto alla ricarica standard.
Quello dell’Unione Europea non è un capriccio, lo scopo principale dell’uniformare il settore è quello di ridurre gli sprechi, pertanto è prevista contestualmente l’abolizione del caricabatterie dalle confezioni dei dispositivi. Quest’ultimo punto è già stato affrontato, nonché messo in atto, da diversi produttori di smartphone come Apple (per prima), Samsung e Realme, ma l’intenzione è quella di rendere tale pratica obbligatoria per tutti. In questo modo, i vari produttori avranno facoltà di vendere i propri caricabatterie separatamente.
Se al momento è chiara l’intenzione di uniformare il connettore di ricarica a bordo dei dispositivi, non è altrettanto chiaro quel che concerne i caricabatterie, possiamo infatti notare come diversi produttori (solitamente cinesi e con tecnologie di ricarica rapida proprietarie) abbiano sui propri caricabatterie delle porte in uscita USB A, mentre altri brand utilizzano USB Type C. Non è da escludere che si voglia in futuro uniformare anche questo aspetto, visto che l’UE vorrebbe un unico caricabatterie per ricaricare tutto e, farlo con un unico cavo, sarebbe oltre che d’aiuto, un’ulteriore spinta alla riduzione degli sprechi evitando agli utenti di dover avere diversi cavetti disponibili.
Apple sembrerebbe la più penalizzata, ma non così tanto
Il primo pensiero di molti va sicuramente ad Apple, visto che resta uno dei pochi produttori a dotare i propri dispositivi di un connettore proprietario; la prima cosa da considerare è che, una volta concluso l’iter legislativo, verrà comunque dato del tempo alle aziende per adeguarsi alla nuova normativa. Inoltre, per quanto prima o poi dovrà per forza di cose nascere un iPhone con Type C, il colosso di Cupertino non perderà quasi nulla dal punto di vista economico: i suoi ricavi sulle royalties dei connettori infatti sono ormai esigui (non come ai tempi del connettore a 30 pin in cui costituivano un notevole introito), nonché già compensati dalla sopra citata rimozione dei caricabatterie dalle confezioni. Il lightning in sostanza, ha ormai fatto il suo tempo, ed è stato superato per velocità e banda dall’USB Type C.
Insomma se colossi come Apple non perderanno più di tanto, a guadagnarci saranno tanto i produttori e distributori di caricabatterie quanto gli utenti; l’Unione Europea stima infatti per i primi un aumento del fatturato di 457 milioni di euro l’anno (derivati dall’assenza dei caricabatterie nelle confezioni e contestuale vendita separata), mentre per i consumatori si paventa un risparmio di circa 250 milioni di euro all’anno (visto che vi sarà meno necessità di acquistare cavi e caricabatterie, essendo uguali per tutti i prodotti e quindi, dopo un po’, già in possesso dell’utente).
Badate bene che tutto ciò non si riferisce solo al mondo degli smartphone, ma anche a PC, tablet, fotocamere, cuffie e auricolari, console e speaker, qualsiasi dispositivo necessiti di essere ricaricato; appare dunque palese il beneficio che uno standard di questo tipo porterebbe alla riduzione dei rifiuti di origine elettronica, problematica sempre più attuale negli ultimi tempi.
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