Quella di ieri, 25 aprile 2022, è stata una data storica non soltanto per le celebrazioni dell’Anniversario della liberazione d’Italia, ma anche per i social media e la comunicazione in generale: Twitter ha accettato di farsi acquistare al 100% da Elon Musk, accogliendo l’importante offerta di cui vi avevamo parlato una decina di giorni fa.

Naturalmente, una notizia di questa portata — che coinvolge da una parte l’uomo più ricco del pianeta e dall’altra una delle piattaforme social più importanti e influenti al mondo —, non poteva che attirare l’attenzione degli addetti ai lavori, degli appassionati e del pubblico in generale. Il passaggio di Twitter nelle mani di Elon Musk (che ricordiamo essere già, tra le innumerevoli altre cose, CEO di SpaceX e Tesla) solleva infatti importanti interrogativi sul futuro della piattaforma, sotto tutti i punti di vista. Sì, perché Musk non è esattamente il tipo da entrare in una nuova realtà in punta di piedi, anzi ha già espresso a chiare lettere la propria volontà di lasciare una traccia importante.

Twitter è di Elon Musk: libertà d’espressione e cambiamenti necessari

Nella serata di ieri, Elon Musk ha pubblicato un tweet che riporta alcune sue significative dichiarazioni. Come potete vedere dalle immagini, l’imprenditore dichiara: «La libertà d’espressione è il fondamento di una democrazia funzionante e Twitter è la piazza digitale in cui si dibattono questioni vitali per il futuro dell’umanità».

La descrizione di Twitter come una sorta di versione digitale di una piazza cittadina suscita perplessità e preoccupazione quando si parla di social network, visto che Facebook e i suoi concorrenti (Twitter compreso) non hanno esattamente posto esempi virtuosi fino a questo momento. Sì, perché, se è vero che tanti utenti fanno di questi luoghi l’utilizzo descritto da Musk, è altrettanto vero che miliardi di persone ogni giorno se ne servono per litigare, scambiarsi minacce e diffondere disinformazione, il tutto alla mercé di una valanga di pubblicità.

Insomma, appare davvero poco realistico che i 200 milioni di utenti di Twitter possano conversare tutti in maniera costruttiva come in un’unica gigantesca piazza; sarebbe piuttosto opportuno, come sottolineano i colleghi di The Verge, dedicare una seria attenzione alla tristemente sottosviluppata componente privata della piattaforma, che potrebbe trasformare Twitter nella miglior app di messaggistica del pianeta.

Tra i suggerimenti più interessanti, si segnalano: un sistema di messaggistica DM potente, con strumenti di ricerca e crittografia che ne garantisca la sicurezza; il roll out dei chiacchierati “long tweet”, che permettano di superare la costrizione dei 280 caratteri; continuare a lavorare sulle Community, che hanno il vantaggio di aggregare solo persone con interessi in comune anziché ingolfare la timeline di tutti i follower con contenuti di scarso interesse; l’integrazione delle newsletter di Revue il miglioramento degli Space.

Insomma, se da una parte Twitter rimane un ottimo posto per crearsi un’audience e per promuovere i propri contenuti su altre piattaforme, non dovrebbe connettere solo gli utenti alla piazza, ma anche tra di loro. Il problema era stato riconosciuto dal product manager David Regan quando erano state lanciate le Communities, la prima soluzione interessante dopo tanti approcci sbagliati, che finalmente potrebbe permettere a Twitter di percorrere una strada simile ai gruppi di Facebook e Telegram (la stessa WhatsApp ha scelto il nome Community per la propria prossima evoluzione). Rispetto alla concorrenza, l’asso nella manica di Twitter consisterebbe nel consentire diversi livelli di comunicazione, rivolgendosi ad ascoltatori privati o pubblici e più o meno numerosi a seconda dei casi. L’impresa sarebbe certamente titanica, ma Twitter avrebbe anche esempi come Reddit e Discord da cui prendere spunto.

Anche la parte restante delle dichiarazioni di Musk, comunque, merita una lettura: si parla non solo di nuove funzioni, ma anche di rendere l’algoritmo — spesso criticato da Musk — open source per far crescere la fiducia verso una piattaforma più trasparente e di risolvere il problema degli spam bot.

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Nessun licenziamento in vista, per ora

Il CEO di Twitter Parag Agrawal ha parlato con i dipendenti di Twitter con poche risposte argomentate sul suo futuro lavorativo, sul CdA e su possibili licenziamenti dopo l’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk.

Stando a quanto riferito da uno degli ascoltatori, che ha preferito rimanere anonimo, il CEO ha parlato di licenziamenti non previsti “al momento” e del mantenimento della propria posizione fino all’ufficialità dell’operazione, senza però delineare scenari futuri. Bret Taylor, chairman di Twitter, ha riferito che il CdA verrà sciolto ad acquisizione completata.

Insomma, i discorsi del CEO attuale non sono stati tali da fornire rassicurazioni ai dipendenti di Twitter, alcuni dei quali avevano già manifestato il proprio disagio o addirittura la propria aperta contrarietà all’acquisizione della società da parte di Musk.

Nel meeting dello staff è rimbalzata anche la domanda sulla futura presenza su Twitter dell’ex presidente degli USA Donald Trump, ma anche questo quesito è rimasto privo di una risposta definitiva (lo stesso Trump, comunque, ha detto di non volerci tornare, preferendo la sua Truth Social), rimessa allo stesso Musk.

Insomma, la situazione di incertezza per i dipendenti di Twitter dovrebbe protrarsi almeno fino alla chiusura dell’operazione, che avverrà prossimamente, nel corso del 2022.

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